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Incendio in Kenya, distrutto il resort degli italiani: 3 turisti feriti e 180 in fuga

Un rogo violentissimo, spinto dal vento, ha devastato il Barracuda, a Watamu. Gravi danni anche al Lily Palm

Sono tre gli italiani ricoverati al District Hospital di Malindi, in Kenya, a seguito del devastante incendio che il 22 febbraio ha distrutto il Barracuda Inn Resort nella località turistica costiera di Watamu.

Si tratta di un luogo in cui soggiornano attualmente migliaia di italiani. Fonti dell’ospedale avevano affermato che erano due le persone nostre connazionali – entrambe donne – ricoverate e “non in pericolo di vita“. Ora la Farnesina ha precisato che oltre a loro i sanitari del Kenya hanno ricoverato una terza persona.

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Un incendio ha completamente distrutto un resort in Kenya pieno di turisti italiani. Foto Twitter @FrancoScarsell2

Kenya, incendio spaventoso

Le turiste alloggiavano al Barracuda Inn Resort. Ovvero il villaggio turistico italiano che è stato quello più colpito dall’immane rogo del 22 febbraio, ormai domato, ma propagatosi in pochi minuti a grande velocità grazie al forte vento. Il resort si trova a Watamu, lungo una delle spiagge del Kenya più frequentate dai turisti italiani. Molti clienti sono fuggiti quando è scoppiato l’incendio, cercando di recuperare quello che potevano delle loro cose, come si vede nel video che pubblichiamo sotto.

Fiamme anche al Lily Palm

L’Ambasciata d’Italia a Nairobi, attraverso il consolato onorario di Malindi e in coordinamento con l’Unità di Crisi della Farnesina, sta seguendo l’evolversi della situazione. A parte i tre turisti ricoverati, tutti gli altri italiani sono ora in salvo in altre strutture alberghiere a Watamu. Nella località turistica del Kenya frequentata da turisti stranieri le fiamme hanno colpito non solo il Barracuda Inn Resort ma anche il Lily Palm Resort.

Gli sfollati in altri due resort

Il primo è andato completamente distrutto, dell’altro è finito in cenere il ristorante che affaccia sul mare. Altre due strutture italiane locali – il Seven Island e lo Jacaranda – hanno messo a disposizione le loro stanze per gli sfollati. Molti di questi sono risultati iscritti all’App della Farnesina DoveSiamoNelMondo“, perciò hanno ricevuto subito un messaggio di allarme e hanno potuto più facilmente mettersi in salvo.

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L’incendio al Barracuda Inn Resort di Watamu, in Kenya, il 22 febbraio 2023. Foto Twitter @Radio1Rai

Il vento ci ha graziato – ha detto all’Ansa il general manager del Lily Palm Resort, Maurizio Ciorra le fiamme si sono fermate appena prima delle cucine e le camere dell’hotel“. Nella struttura “alloggiano un centinaio di italiani” ma per fortuna le fiamme “non le hanno colpite“. Sono invece circa 180 i turisti che sono dovuti fuggire in fretta e furia dal Barracuda Inn andato distrutto nel rogo. L’Unità di crisi della Farnesina, tramite la sua app, ha avvertito con tempestività i turisti italiani in Kenya che si erano iscritti a DoveSiamoNelMondo. Ovvero al servizio con cui chiunque può segnalare al ministero degli Esteri il paese e il viaggio che sta affrontando, in modo da rendersi facilmente reperibile in caso di bisogno.

Kenya, il consolato di Malindi

Tramite il consolato onorario di Malindi, in Kenya, la Farnesina è pronta a offrire assistenza a tutti coloro che sono rimasti coinvolti nelle conseguenze dell’incendio del Barracuda. Fra i servizi che il ministero degli Esteri mette a disposizione in casi come questi c’è anche, ad esempio, il ripristino dei documenti d’identità (passaporti e non solo) che potrebbero essere andati perduti nell’incendio. L’ambasciata d’Italia a Nairobi è in costante comunicazione con il console onorario di Malindi e i suoi assistenti per monitorare la situazione dei nostri connazionali.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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