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Persone scomparse, in Italia sono 67 ogni giorno. Il pensiero corre al caso Orlandi

Numeri e cifre del Commissario straordinario mostrano una realtà sempre più grave, soprattutto per quel che riguarda i minorenni

Presentata al ministero dell’Interno, mercoledì 22 febbraio, la relazione annuale del Commissario straordinario per le persone scomparse, il prefetto Antonino Bella. Dal dossier emerge come nel 2022 i casi denunciati in Italia siano stati 24.369, pari a un incremento del + 26,46% rispetto all’anno precedente.

Si tratta in media di 67 persone scomparse al giorno rispetto ai 53 del 2021. Molti di coloro che spariscono nel nulla sono ragazzi e ragazze adolescenti. E fra essi molti sono gli stranieri perché cresce nel nostro Paese il numero dei minori non accompagnati. Lo scorso anno circa la metà delle persone scomparse (12.170) è stata ritrovata entro una settimana dalla sparizione. Un numero quasi identico a quello del 2021.

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Federica Sciarelli, conduttrice di “Chi l’ha viso?”, la trasmissione della Rai che si occupa delle persone scomparse. Foto Ansa/Claudio Onorati

Persone scomparse, i dati salienti

In vita è tornato il 98,5% degli scomparsi. Le persone scomparse e poi ritrovate morte sono state 175 (l’1,44%). Alle circa 12mila persone che tuttora inquirenti e forze dell’ordine stanno ricercando in varie parti d’Italia si devono aggiungere 9.619 scomparsi nel 2021. Persone finora mai ritrovate. E ciò malgrado che lo scorso anno siano riapparse 1.211 persone sparite negli anni precedenti. Inevitabile con il rimando alla situazione precedente non pensare ad uno dei più famosi cold case italiani: il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi.

Tantissimi minorenni

Due terzi dei casi di sparizioni dello scorso anno riguardano persone straniere (62,1%). La percentuale di ritrovamento di questi ultimi è stata del 32,3% rispetto al 78,85% degli italiani. Sul fronte dei minorenni scomparsi c’è molta preoccupazione. I casi rappresentano il 70,2% del totale con una percentuale di ritrovamento del 40,5%, quindi ben al di sotto della metà.

Lo scorso anno sono scomparsi in Italia 17.130 ragazzi, quasi tutti adolescenti fra i 15 e i 17 anni. Ne sono stati rintracciati 6.942. Gli stranieri in questo caso sono stati 13.002, ovvero il 75,9%. Di essi ne sono stati ritrovati solo 3.876 (29,8%). Rispetto al 2021 le denunce di scomparsa dei ragazzi sotto i 18 anni sono aumentate nel 2022 del +47,8%. Gli anziani con oltre 65 anni di età spariti dalla circolazione sono stati invece 942, lo scorso anno. Di essi se ne sono ritrovati 758: all’appello ne mancano 184.

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Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Ragazzi immigrati soli

Molto spesso ci fermiamo solo in superficie nella valutazione di determinati fenomeni” è stato il commento del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “I minori stranieri non accompagnati sono una delle afflizioni dell’incremento degli arrivi che stiamo registrando in questi mesi. Abbiamo un quadro normativo complicato per la gestione.” “Non basta emozionarsi quando le persone partono, si mettono sulla nave, ma poi bisogna occuparsene quando arrivano” ha aggiunto. “Essere in grado di sapersene occupare“.

Perché le persone scompaiono?

Fra le motivazioni più frequenti a causa delle quali le persone, e soprattutto i minori, scompaiono, c’è l’allontanamento volontario (82,8%) con il 47,6% di ritrovamenti (78 decessi). Ma anche i disturbi psicologici (4,28%). Il maggior numero sparizioni di persone avviene in Sicilia, Lombardia e Campania. Più che in Trentino Alto Adige, Umbria e Valle d’Aosta. Basse le percentuali di ritrovamenti in Calabria, Basilicata e Molise. In queste ultime due regioni, si spiega nel dossier del Commissario Antonino Bella, è basso anche il numero delle denunce. La stessa cosa avviene anche in alcune zone del Nord, come in Valle d’Aosta. Anche lì risulta troppo basso il numero di denunce di persone scomparse e dunque la possibilità concreta di poterle ritrovare e riportare a casa sane e salve.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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