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Tensione in Francia, ondata di falsi allarmi bomba negli aeroporti

Il 26 ottobre sono stati evacuati 4 aeroporti ma nella settimana precedente il paese ha dovuto fare i conti con 70 allerte simili: tutte fasulle

La Francia affronta in questi giorni allarmi bomba a catena. Nella sola giornata del 26 ottobre le forze dell’ordine hanno fatto evacuare 4 aeroporti per altrettanti allarmi: Bordeaux, Basilea-Mulhouse-Friburgo (scalo europeo franco-svizzero-tedesco), Tarbes e Pau. Una quinta sede aeroportuale non è stata evacuata malgrado che anche per essa fosse scattata l’allerta. Si tratta di Biarritz. 

La settimana scorsa si sono verificate quasi 70 false minacce di bomba in Francia. Sempre negli aeroporti francesi. Tutte giunte per posta elettronica, quasi sempre da un unico indirizzo email situato in Svizzera.

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Foto Twitter @FrancoScarsell2

Allarmi e indagini

Nonostante questi allarmi, che in ogni caso costringono le autorità a predisporre in qualche caso lo sgombero degli scali, le interruzioni delle attività aeree sembrano ridotte. Lo rileva, secondo quanto riporta online il quotidiano parigino Le Figaro, la Direzione generale dell’aviazione civile (Dgac), che comunque rilevato ritardi di un’ora e mezza nelle partenze degli aerei da Basilea-Mulhouse.

La settimana scorsa, come detto, si sono verificati quasi 70 falsi allarmi di bomba in Francia. Molti erano riferiti ad aeroporti e sono arrivati “quasi sempre lo stesso indirizzo email situato in Svizzera” ha dichiarato il ministro dei Trasporti francese, Clément Beaune, domenica 22 ottobre. In totale, “sono cominciate oltre 60 indagini, in tutte le località” ha quindi aggiunto il ministro del Governo di Elisabeth Borne.

Cosa sta succedendo in Francia

La Francia si trova in una congiuntura particolare dal punto di vista economico e sociale ma anche politico. Temporaneamente archiviate (ma fino a quando?) le violentissime rivolte giovanili nelle banlieue dell’inizio dell’estate, Parigi ha già elevato al massimo il livello di allerta il Piano Vigipirate contro gli attentati. Questo è accaduto dopo l’assassinio ad Arras (Pas-de-Calais), nel nord-est del paese, lo scorso 13 ottobre, dell’insegnante Dominique Bernard. Il professore è stato ucciso a coltellate nel cortile del liceo Gambetta, dove insegnava, da un giovane ex studente, di origine cecena, probabilmente divenuto un estremista islamista.

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L’aeroporto di Biarritz è stato l’unico a non essere evacuato dopo l’allarme bomba. Foto Twitter @PetitesAffich64

Franco-israeliani uccisi e sequestrati

Un autunno doloroso, quello della Francia, anche per implicazioni internazionali relative alla guerra fra Hamas e Israele nella Striscia di Gaza. Il pogrom che i miliziani islamisti hanno inflitto il 7 ottobre a kibbutz e località israeliane ha provocato anche l’uccisione, in alcuni casi, e il rapimento, in altri, di cittadini ebrei con cittadinanza francese. Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, si è recato il 24 ottobre a Tel Aviv e ha incontrato i familiari di vittime e dispersi. Almeno 30 francesi hanno perso la vita. Si tratta del bilancio più pesante dall’attentato del 14 luglio 2016 a Nizza (86 morti). In 7 risultano dispersi, tra cui un ostaggio e diversi altri probabilmente detenuti da Hamas a Gaza.

La sovraesposizione della Francia

Dopo aver incontrato il premer israeliano Benjamin Netanyahu, il capo di Stato della Francia ha incontrato i leader di Egitto e Giordania, rispettivamente il presidente al-Sisi e il re Abdullah. Obiettivo dei meeting è stato quello di prevenire un’escalation militare del conflitto a Gaza. Macron ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti umanitari, spingendo allo stesso tempo per una tregua umanitaria negli attacchi israeliani contro Hamas. A Gerusalemme – dove ha incontrato anche il presidente dello Stato ebraico, Isaac Herzog – Macron ha chiesto un “rilancio decisivo” del processo di pace in Medio Oriente. Tutto ciò fa capire quanto Parigi si esponga a livello internazionale e possa quindi divenire obiettivo di allarmi bomba, attentati e attacchi, veri o presunti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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