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Gaza, Erdogan chiama Hamas “liberatori”. Israele: “Sono peggiori dell’Isis”

Oltre all'Iran anche Ankara, che è nella NATO, accusa Tel Aviv. Il conflitto rischia di allargarsi a tutto il Medio Oriente

Sono ore drammatiche per l’evoluzione della guerra a Gaza, fra Hamas e Israele, e per il crescere della tensione internazionale, in primo luogo in Medio Oriente. Mentre ancora infuriano le polemiche per le dichiarazioni del segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, sul pogrom nazista di Hamas del 7 ottobre contro Israele, che “non viene dal nulla ma da 56 anni di soffocante occupazione (israeliana, ndr.)”, il presidente turco Erdogan va oltre.

E in una dichiarazione che non avrebbe potuto fare in maniera più esplicita afferma: “Hamas non è un’organizzazione terroristica. Ma un gruppo di liberazione e mujaheddin che lotta per proteggere le proprie terre e i propri cittadini“. A quasi 20 giorni dall’inizio della guerra, dunque, la situazione sembra diventare ancora più delicata e foriera di sviluppi negativi.

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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Foto Ansa/Epa Turkish President Press Office

Gaza vista dalla Turchia

Così, da un lato Israele ora nega i visti d’ingresso ai funzionari dell’ONU. Dall’altro Recep Tayyip Erdogan ha cancellato il suo viaggio in Israele. Riguardo agli attacchi israeliani a Gaza, Erdogan – parlando alla Grande Assemblea nazionale della Turchia (Gnat) – ha chiarito: “Non abbiamo alcun problema con lo Stato di Israele. Ma non abbiamo mai approvato le atrocità che ha commesso e il modo in cui agisce come organizzazione piuttosto che come Stato. E non lo faremo“.

Quasi la metà delle persone uccise negli attacchi israeliani a Gaza sono bambini” ha poi sottolineato Erdogan. “A dimostrazione che l’obiettivo è la brutalità premeditata per commettere crimini contro l’umanità. Hamas non è un’organizzazione terroristica, ma un gruppo di liberazione e mujaheddin che lotta per proteggere le proprie terre e i propri cittadini“. “Avevamo un progetto per andare in Israele, è stato annullato, non andremo” ha detto ancora. “Quando domani i poteri su cui fa affidamento oggi non ci saranno più, il primo posto in cui il popolo israeliano cercherà fiducia e misericordia sarà la Turchia, proprio come 500 anni fa“.

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Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Foto Ansa/Epa Eduardo Munoz

La risposta di Israele e di Guterres

Immediata la risposta di Tel Aviv. “Israele respinge pienamente le parole del presidente turco nei confronti dell’organizzazione terroristica Hamas. Hamas è una spregevole organizzazione terroristica peggiore dell’Isis che uccide brutalmente e intenzionalmente neonati, bambini, donne e anziani, prende in ostaggio civili e usa la propria gente come scudi umani“. Lo afferma Lior Haiat, portavoce del ministero degli Esteri israeliano.

Il segretario dell’ONU, Antonio Guterres, è invece intervenuto sulla polemica che lo riguarda personalmente. Come è noto, infatti, Israele ne ha chiesto le dimissioni. “Sono scioccato da come le mie affermazioni del 24 ottobre sono state interpretate da alcuni” ha detto Guterres. “Come se io stessi giustificando il terrore di Hamas. Questo è falso. Era l’opposto“.

Vertice dei gruppi armati islamisti

Intanto Hassan Nassrallah, capo di Hezbollah, l’organizzazione militare e partito politico che appoggia il governo libanese, ha incontrato il capo della Jihad islamica palestinese Ziad Nahleh. Con loro c’era anche il vice capo dell’ufficio politico di Hamas, Saleh al-Arouri. Lo scrive il quotidiano israeliano Haaretz, citando una dichiarazione di Hezbollah. I tre leader hanno discusso della guerra nella Striscia di Gaza, compresi gli scontri militari in corso al confine tra Libano e Israele.

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Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen (al centro) mostra le foto delle persone rapite da Hamas al Consiglio di sicurezza dell’ONU. Foto Ansa/Epa Eduardo Munoz

Dietro Hamas c’è l’Iran

A Tel Aviv, intanto, si cerca di ponderare il peso delle iniziative iraniane. L’Iran sostiene Hamas condividendo con i palestinesi informazioni che provengono dai servizi segreti. Ma starebbe anche effettuando una campagna di disinformazione anti-israeliana attraverso le applicazioni di messaging, come alcuni social media. Queste le convinzioni di parte israeliana, secondo quanto afferma il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane (Israel Defense Forces), Daniel Hagari.

Chi agisce per conto di Teheran in Iraq, Yemen e Libano lo fa per ordine dell’Iran, ha aggiunto Hagari, spiegando che le forze israeliane hanno colpito 5 cellule terroristiche libanesi nella giornata del 24 ottobre. Il portavoce delle IDF ha infine ribadito l’appello ai palestinesi di Gaza a evacuare dalla parte settentrionale a quella meridionale della Striscia prima dell’inizio dell’operazione di terra. E a non prestare ascolto ad Hamas che raccomanda loro di restare sul posto. La cosiddetta operazione di terra, ossia l’invasione con tank e artiglieria pesante è stata finora rinviata.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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