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Guerra fra Israele e Gaza, morto anche il terzo disperso italo-israeliano

Aveva preso parte alla festa in musica nei pressi del kibbutz di Reim, nel deserto a ridosso della Striscia, il 7 ottobre, giorno dell'attacco di Hamas

Dalla guerra fra Israele e Hamas a Gaza è giunta la notizia della morte del terzo disperso italo-israeliano: Nir Forti, 29 anni, vittima dei terroristi islamisti palestinesi durante il massacro al rave party nel deserto il 7 ottobre. Nelle scorse ore si era appreso della morte di Liliach Lea Havron, italo-israeliana e moglie di Eviatar Moshe Kipnis, il cui corpo era stato ritrovato nei giorni scorsi. La signora Lea Havron e il marito si trovavano nel kibbutz di Be’eri, che i terroristi avevano preso d’assalto.  

Del giovane Nir Forti, come degli altri italo-israeliani, non si avevano notizie da quando, il 7 ottobre, i miliziani di Hamas hanno compiuto l’attacco in Israele. Un’azione di guerra simile a un pogrom nazista: oltre 1400 gli israeliani, bambini compresi, massacrati, e oltre 200 i sequestrati. “Purtroppo anche Nir Forti è deceduto. Era l’ultimo dei 3 italo-israeliani dispersi. Mi stringo al dolore dei suoi genitori, li avevo incontrati durante la visita a Tel Aviv. Morire a 29 anni, barbaramente ucciso dai terroristi, è profondamente ingiusto. Prego per te, giovane Nir“. Lo ha scritto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

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Nir Forti, 29 anni, italo-israeliano ucciso dai terroristi di Hamas al rave party nel deserto il 7 ottobre. Foto Twitter @TV2000it

“Cessate il fuoco a Gaza”

Il 24 ottobre, intanto, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, è arrivato a Tel Aviv per spronare il premier Benjamin Netanyahu a una tregua umanitaria“. Anche l’ONU, tramite l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha chiesto un “immediato cessate il fuoco umanitario” nella Striscia di Gaza, bombardata quotidianamente da Israele dopo l’offensiva di Hamas del 7 ottobre. “Il primo passo deve essere un immediato cessate il fuoco umanitario, che salvi la vita dei civili fornendo aiuti umanitari rapidi ed efficaci a Gaza“, ha dichiarato il Commissario Volker Turk.

Ostaggi non rilasciati, tregua lontana

Le notizie si accavallano in ore che sono sempre più convulse. Il 23 ottobre sarebbe fallito il rilascio di 50 ostaggi israeliani detenuti da Hamas perché non c’è più benzina per i veicoli a Gaza. Lo riferisce il Wall Street Journal. I 50 ostaggi – su un totale di 200 – hanno passaporti stranieri. Israele avrebbe rifiutato di consentire che il carburante fosse incluso nelle spedizioni umanitarie consegnate a Gaza.

Sono ormai più di 5mila le vittime del conflitto nella Striscia di Gaza da quando, oltre due settimane fa, tutto è cominciato e l’escalation della violenza è esplosa. I feriti sono oltre 15mila. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. Ma la possibilità di una tregua per ora è lontana. Lo ha affermato brutalmente il portavoce della sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, alla Cnn. “Non crediamo che questo sia il momento per un cessate il fuoco. Israele ha il diritto di difendersi. Hanno ancora del lavoro da fare per attaccare la leadership di Hamas” ha detto.

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La coppia di italo-israeliani uccisi: Liliach Lea Havron ed Eviatar Moshe Kipnis. Foto Twitter @TV2000it

Gaza, Israele e la Cina

La Cina, intanto, non resta a guardare ciò che accade a Gaza. Ma interviene direttamente. Non ha condannato Hamas ma al tempo stesso ha parlato con Israele. “Tutti i paesi hanno il diritto all’autodifesa“, ha detto il ministro degli esteri cinese Wang Yi al ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen. Wang ha però sottolineato che tali paesi “dovrebbero rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere la sicurezza dei civili“. La Cina “farà tutto il possibile“, ha detto Wang Yi, per sostenere gli sforzi “favorevoli alla pace. Il ministro degli Esteri di Pechino ha inoltre ribadito che la soluzione dei due Stati – israeliano e palestinese – è l’unica possibile per risolvere il conflitto.

Macron in Israele

Come detto, anche il presidente francese, Emmanuel Macron, ha preso l’iniziativa ed è arrivato a Tel Aviv personalmente per esprimere la “piena solidarietà” della Francia a Israele. Macron, informa l’Eliseo, invocherà in particolare una “tregua umanitaria” per consentire l’accesso degli aiuti a Gaza, sotto assedio totale. E l’uscita dal territorio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Il capo dello Stato francese incontrerà a Gerusalemme il primo ministro Benjamin Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e i leader dell’opposizione Benny Gantz e Yair Lapid.

Non solo. Macron ha incontrato le famiglie dei francesi e dei franco-israeliani uccisi nell’attacco o tenuti in ostaggio da Hamas a Gaza. Almeno 30 cittadini francesi hanno perso la vita. Si tratta del bilancio delle vittime più pesante dall’attentato del 14 luglio 2016 a Nizza (86 morti). In 7 risultano dispersi, tra cui un ostaggio e diversi altri probabilmente detenuti da Hamas a Gaza.

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Macron a Tel Aviv con i familiari delle vittime e degli ostaggi francesi di Hamas. Foto Twitter @EmmanuelMacron

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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