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Human Rights Watch: “Mai così tanti bambini palestinesi uccisi dai soldati israeliani”

La ong di New York che monitora il rispetto dei diritti umani denuncia i casi di minorenni assassinati: almeno 34 da inizio anno, quasi come nel 2022

Human Rights Watch, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, accende i riflettori sulla Palestina. E lancia un allarme sulle uccisioni di bambini e ragazzi minorenni da parte delle forze armate israeliane in Cisgiordania.  

L’esercito israeliano e le forze di polizia di frontiera “stanno uccidendo bambini palestinesi in un regime di sostanziale impunità” afferma Human Rights Watch (HRW). L’anno scorso, il 2022, è stato l’anno più letale per i bambini palestinesi in Cisgiordania negli ultimi 15 anni, e il 2023è sulla buona strada per raggiungere o superare i livelli del 2022“.

bambini palestinesi uccisi da forze israeliane
Alcuni ragazzi palestinesi uccisi. Foto Twitter @hrw

I dati di Human Rights Watch

Al 22 agosto, sostiene ancora HRW, le forze israeliane avevano ucciso almeno 34 minorenni palestinesi in Cisgiordania. “Le forze israeliane stanno uccidendo con crescente frequenza i bambini palestinesi che vivono sotto occupazione” ha affermato Bill Van Esveld, direttore associato per i diritti dei bambini presso Human Rights Watch. “A meno che gli alleati di Israele, in particolare gli Stati Uniti, non facciano pressione su Israele affinché cambi rotta, un numero maggiore di minori palestinesi verrà ucciso”.

I ricercatori della ong con sede a New York, nel documentare 4 omicidi, hanno intervistato di persona 7 testimoni, 9 familiari e altri residenti. Ma anche avvocati, medici, personale e operatori sul campo di gruppi per i diritti palestinesi e israeliani. Hanno inoltre esaminato immagini delle telecamere di videosorveglianza e video apparsi sui social media, oltreché dichiarazioni dalle agenzie di sicurezza israeliane.

Mahmoud andava a scuola

Fra i casi di bambini palestinesi uccisi, Human Rights Watch ha indagato sul caso di Mahmoud al-Sadi, 17 anni. Il ragazzo stava andando a scuola vicino al campo profughi di Jenin il 21 novembre 2022 quando le forze israeliane hanno sparato uccidendolo. L’esercito di Tel Aviv non ha realmente voluto affrontare questa vicenda, ha specificato la ong, ma ha affermato che le sue forze stavano conducendo raid di arresto nel campo, durante i quali si sono verificati scontri a fuoco con combattenti palestinesi. Tuttavia, secondo le dichiarazioni dei palestinesi in loco, lo scontro a fuoco più vicino è avvenuto nella casa di un presunto combattente, a circa 320 metri di distanza da dove il giovane Mahmoud è caduto ucciso.

giovane palestina human rights watch
Funerali di un giovane palestinese morto dopo 2 mesi di agonia per le ferite riportate a seguito di un raid israeliano a Jenin, in Cisgiordania, nel 2023. Foto Twitter @Timesofgaza

Mahmoud stava sul ciglio di una strada. Aspettava che il rumore degli spari in lontananza finisse e non aveva in mano alcuna arma. È ciò che un testimone ha riferito a Human Rights Watch, che ha potuto inoltre visionare il filmato di una telecamera di sicurezza della zona. Dopo che gli spari a distanza erano cessati e che le forze israeliane si erano ritirate, un singolo colpo sparato da un veicolo militare israeliano a circa 100 metri di distanza ha colpito Mahmoud al-Sadi, ha detto il testimone oculare. Nessun combattente palestinese era nella zona, a quanto sembra. Mahmoud ha perso la vita a un isolato di distanza dalla strada dove le forze israeliane hanno ucciso la giornalista Shireen Abu Akleh l’11 maggio 2022.

Mohammed scappava dai soldati

Negli altri casi che Human Rights Watch ha indagato, le forze di sicurezza di Tel Aviv hanno ucciso ragazzi dopo che si erano uniti ad altri giovani che affrontavano le forze israeliane con pietre, bombe molotov o fuochi d’artificio. Le truppe di Israele hanno sparato ripetutamente ad altezza d’uomo, colpendo più bambini “e uccidendo bambini in situazioni in cui non sembravano rappresentare una minaccia di lesioni gravi o di morte” ha affermato la ong.

Un altro caso di ragazzo ucciso è quello di Mohammed al-Sleem, 17 anni. Il giovane è stato colpito alla schiena mentre scappava dai soldati israeliani. Un gruppo di amici con cui si trovava aveva lanciato pietre e, presumibilmente, bottiglie molotov contro veicoli militari entrati in un villaggio vicino alla sua città natale di Azzun. Ma sarebbero almeno altri tre i ragazzi feriti da colpi di arma da fuoco mentre scappavano con Mohammed.

Human Rights Watch e i militari

Il quotidiano israeliano Haaretz ha scritto che “da dicembre 2021 i soldati possono sparare contro i palestinesi in fuga se questi avevano precedentemente lanciato pietre o bombe molotov“. Human Rights Watch ha inviato missive all’esercito e alla polizia israeliani il 7 agosto scorso ponendo domande sui 4 casi indagati e sulle regole di ingaggio delle forze di sicurezza. La polizia ha risposto, ma i militari no. Le regole d’ingaggio della polizia consentono l’uso di armi da fuoco contro persone che lanciano pietre, bombe molotov o fuochi d’artificio solo se esiste un “rischio imminente per la vita o l’integrità fisica“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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