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Tenerife, l’isola in fiamme: è il peggiore incendio degli ultimi 40 anni

L'area dei boschi incendiati da Ferragosto ha un perimetro di 30 chilometri

Dopo gli incendi alle isole Hawaii nell’Oceano Pacifico è adesso l’isola di Tenerife, nell’arcipelago delle Canarie, a far parlare di sé. Dal giorno di Ferragosto roghi a catena hanno devastato almeno 2mila ettari di boschi e non sono ancora sotto controllo.

Gli incendi sull’isola spagnola hanno provocato l’evacuazione di quasi 8mila persone. Alcuni cittadini e turisti hanno invece ricevuto l’ordine di rimanere nelle proprie case senza muoversi, hanno riferito le autorità locali. Il presidente della regione, Fernando Clavijo, ha affermato che circa 250 vigili del fuoco e membri dell’esercito spagnolo stanno cercando di domare le fiamme. L’incendio ha un perimetro di quasi 30 chilometri.

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Il fumo dei roghi sale dall’area di El Rosario a Tenerife, Isole Canarie. Foto Ansa/Epa Alberto Valdes

Tenerife, paura per Santa Cruz

È probabilmente il più complicato che abbiamo avuto alle Canarie, almeno negli ultimi 40 anni“, ha detto il governatore ai giornalisti. Il primo incendio è scoppiato la sera Ferragosto a Tenerife: si è sviluppato in un’area scoscesa e montuosa, di difficile accesso per le squadre di emergenza. Le autorità spagnole hanno dichiarato che il loro obiettivo principale è quello di contenere le fiamme e impedire che queste raggiungano aree più popolate. La città principale dell’isola, Santa Cruz, si trova a 20 chilometri dall’area colpita. Le fiamme minacciano sei comuni. Circa 7.600 residenti nell’area sono stati evacuati o hanno ricevuto l’ordine di rimanere in casa a causa della cattiva qualità dell’aria.

Evacuazioni attorno al vulcano

L’ufficio del turismo di Tenerife ha sottolineato in un comunicato che le principali aree e città turistiche dell’isola sono lontane dal rogo. Le attività continuano normalmente nelle strutture ricettive, nelle spiagge e in altri siti turistici situati nelle zone vicine alla costa e centrali. Ma l’accesso al Parco Nazionale del Teide, la più importante attrazione turistica di Tenerife dopo le spiagge, sarà chiuso. Le autorità stanno organizzando l’evacuazione di tutte le strutture turistiche intorno all’area del vulcano Teide, compresi gli alloggi. Dovrà lasciare le proprie sedi di lavoro anche il personale dell’Istituto di Astrofisica delle Isole Canarie.

Nel mese di luglio oltre 2mila persone sono state evacuate a causa di un incendio nella vicina isola di La Palma. Il rogo ha colpito circa 4.500 ettari di boschi. Secondo i dati del Governo spagnolo, nei primi 7 mesi dell’anno in corso le fiamme dovute agli incendi, diversi dei quali dolosi, hanno bruciato quasi 64mila ettari di vegetazione in varie regioni della Spagna. Si tratta della terza cifra più alta dell’ultimo decennio per ciò che riguarda la penisola iberica.

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Un uomo si allontana con i suoi cani dalle fiamme a Candelaria, sull’isola di Tenerife. Foto Ansa/Epa Ramon de La Rocha

Hawaii, sale il bilancio degli incendi

Mentre e Tenerife si tenta disperatamente di porre i roghi sotto controllo, in America si aggrava il bilancio, ancora provvisorio, dei morti alle isole Hawaii dopo il più grave incendio mai avvenuto negli Usa nell’ultimo secolo. Il numero delle vittime dei roghi che fra l’8 e il 13 agosto hanno semi distrutto l’isola di Maui, e in particolare la città di Lahaina, ha superato le 100 persone. Lo ha annunciato il governatore dell’arcipelago statunitense, Josh Green in un discorso televisivo dopo Ferragosto. Il Governatore ha tuttavia precisato che i soccorritori hanno finora battuto poco più di un quarto dell’area di ricerca che devono coprire per rintracciare centinaia di persone di cui non si hanno più notizie.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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