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Boom di targhe estere sulle auto in Italia

I costi impazziti delle polizze assicurative provocano il ricorso a mezzi al limite della legalità per abbattere l'esborso di denaro

Dalla Campania alla Lombardia sta aumentando a dismisura il numero di automobili con targhe straniere. Polacche e bulgare, innanzitutto, immatricolate nei paesi d’origine. Un fenomeno che in realtà esiste da molti anni ma che sta crescendo anche a causa dei costi delle assicurazioni, sempre più care per il contribuente italiano.  

In particolare è in Campania – però anche nelle regioni del Nord – che si assiste a un aumento esponenziale di automobili circolanti con targhe estere. Se si ‘veste’ un veicolo italiano con una targa straniera vuol dire che l’automobilista ha stipulato un contratto di assicurazione del mezzo quantomeno dubbio rispetto alla data di copertura e alle garanzie per i danneggiati in sinistri stradali. Mediante tale escamotage è possibile non pagare il bollo (o il super bollo per le auto di lusso), evitare di effettuare la revisione, eludere il pagamento delle contravvenzioni al codice della strada.

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Foto X @Antincivili

Il caso dei sinistri fraudolenti

Il fenomeno così delineato, spiega ilSole24Ore, rappresenta un danno alla collettività. Ma anche una potenziale truffa allo Stato. Al tempo stesso può integrare il reato di evasione fiscale in piena regola, perché scatta la violazione della normativa sull’imposta sulle assicurazioni auto. Come se non bastasse, i dati dimostrano che spesso i veicoli con targa straniera risultano coinvolti in sinistri stradali fraudolenti a danno delle imprese assicurative e del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada.

In Italia, tuttavia, i prezzi dei contratti di assicurazione con le compagnie, per un’auto o un veicolo, sono schizzati in alto in pochi anni. Questo fattore ha spinto molte persone a cercare un metodo per abbattere i costi. Immatricolare la propria auto con una targa straniera è una delle soluzioni più gettonate in questo avvio di 2024. “C’è una città in Italia dove i veicoli che girano non sono italiani, sono polacchi. Quella città è Napoli. una città che sta diventando dal punto di vista automobilistico la periferia di Varsavia” si affermava in un recente servizio della trasmissione Farwest, su Rai Tre. In Italia vi sono 53mila auto con targhe straniere, ma di queste ben 35mila sono a Napoli, spiega il sito Auto.everyeye.it.

Targhe e assicurazioni

Dal resto il capoluogo campano è la seconda città più cara d’Italia dopo Prato, in Toscana, per quanto riguarda i costi delle assicurazioni. Tramite una targa polacca si arriva ad abbattere di molto il prezzo da pagare. “L’assicurazione è aumentata in maniera esosa e importante, ingiustificata” spiega Anna Rea, presidente dell’ADOC (l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori).

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Foto X @susydalgesso

Il prezzo medio applicato oggi dalle compagnie “non rappresenta neanche l’aumento dell’inflazione che è una delle giustificazioni che le compagnie danno, l’assicurazione è aumentata del 7,1% contro il 5,9%. I ragazzi che sono costretti ad assicurarsi la propria auto in 14ª classe, la più cara, pagano sui 1.800, 2.000 euro. Noi paghiamo il 27% in più rispetto agli altri paesi europei, ma nonostante diminuiscano gli incidenti l’assicurazione aumenta in media di 350 euro all’anno“. In Italia ci sono le assicurazioni più care d’Europa.

Il sito Auto.everyeye.it spiega come a Napoli un’assicurazione costi in media il 64% in più che nel resto d’Italia. Grazie alle targhe polacche si passa da 2.000 euro all’anno a meno di un quarto. “Mi hanno chiesto 700-800 euro la prima volta – racconta un cittadino che ha deciso di targare il proprio veicolo con una targa polacca – e poi ogni anno paghi sui 3-400 euro. In Italia mi sarebbe costata sui 2.500 euro, se non 2.000. Si prendono il motorino, lo portano lì e fanno l’immatricolazione”. Senza contare che al caos targhe e assicurazioni si somma quello degli autovelox, ultimamente al centro di varie polemiche.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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