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Ucraina, “Erdogan chiederà a Putin di fermare le armi”

Lo sostengono fonti diplomatiche turche in vista dell'incontro del 7 agosto fra i due presidenti

Il secondo e ultimo giorno di colloqui a Gedda, in Arabia Saudita, per la pace in Ucraina si è chiuso con “consultazioni produttive“. La Russia, assente al vertice, sottolinea tuttavia l’assenza di presupposti per la fine delle ostilità che ha scatenato. E ribadisce che non vuole conquistare nuovi territori, ma “soltanto mantenere il controllo di quelli scritti nella Costituzione”. In pratica delle regioni ucraine occupate militarmente e annesse con referendum.

Sembra a questo punto rientrare in gioco il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che il 7 agosto incontrerà Putin. Secondo una fonte diplomatica di Ankara che ha parlato all’agenzia di stampa russa Ria Novosti, è probabile che Erdogan intenda proporre al presidente della Russia la ripresa dei colloqui di pace con l’Ucraina. Colloqui timidamente cominciati lo scorso anno. Questa volta, però, l’obiettivo sarebbe quello di raggiungere un cessate il fuoco il prima possibile.

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Putin con Erdogan a Sochi nel 2022. Foto Ansa/Epa Vyacheslav Prokofiev

Erdogan fra Russia e Ucraina

Erdogan offrirà la sua mediazione ribadendo la tesi che non ci saranno vincitori nella guerra e vinti nel processo di pace” ha detto la fonte turca a Ria Novosti. Il presidente turco, si sostiene da Ankara, è “l’unico leader mondiale” che gode della “sincera fiducia” di Putin e anche di Zelensky.

Proprio il presidente dell’Ucraina ha affermato in queste ore di voler ringraziare “tutti i partner che sono al nostro fianco per difendere i nostri cieli“. Alleati che stanno “costruendo insieme a noi un vero e proprio scudo aereo per il nostro paese. Uno scudo aereo che non proteggerà solo l’Ucraina, ma garantirà pace e tranquillità a tutta l’Europa“.

Bombe su Kherson nella notte

La realtà dell’Ucraina, entrata ormai nel 18° mese dall’invasione e dalla parziale occupazione russa, è quella di una guerra sempre più intensa. L’esercito russo ha bombardato la città meridionale di Kherson per tutta la notte del 7 agosto. Una donna di 59 anni è morta per un colpo d’artiglieria che ha colpito la sua casa. Ci sono feriti, tra cui alcuni soccorritori che stavano spegnendo un incendio scoppiato dopo le esplosioni. Lo riferiscono le autorità ucraine citate dai media. Il capo dell’ufficio presidenziale Andry Yermak ha postato una foto che mostra le fiamme dopo l’attacco russo.

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Bombardato a Kherson, dai russi, un palazzo di 9 piani. Almeno una vittima e 12 feriti. Foto Twitter @MamedovGyunduz

Economia europea, perdite miliardarie

Sul piano dell’Unione europea, risaltano che ha pubblicato il Financial Times sulle perdite dirette delle compagnie del vecchio continente nel mercato russo. Ammonterebbero ad almeno 100 miliardi di euro dall’inizio della guerra in Ucraina. Il quotidiano britannico ha svolto un’indagine sulle relazioni annuali e sui bilanci aziendali del 2023 di 600 società europee. È emerso che 176 aziende hanno registrato “svalutazioni di attività, oneri relativi ai cambi e altre spese una tantum a seguito della vendita, chiusura o riduzione di attività russe“. La cifra aggregata non include gli impatti macroeconomici indiretti della guerra come l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.

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Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Foto Ansa/Epa André Borges

Zelensky contro Lula

Dal presidente dell’Ucraina, intanto, nuove critiche al suo omologo brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva. “A essere onesto, pensavo che” Lula “avesse una comprensione più ampia del mondo” ha detto Zelensky alla Cnn. “Penso che sia molto importante vedere il mondo nel suo complesso“. La scorsa settimana Lula aveva affermato di non aver udito né da Zelensky né da Putinl’idea di voler fermare la guerra e negoziare“. Secondo il suo consigliere speciale per gli Affari esteri, Celso Amorim, inoltre, “non si possono tralasciare le preoccupazioni per la sicurezza della Russia“. “Queste sono alcune affermazioni che non portano affatto la pace” è stata la secca replica di Zelensky.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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