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Giallo in Cina: rimosso il ministro degli Esteri che era scomparso da un mese

Nessuna spiegazione della decisione di Xi Jinping. Può darsi che Qin Gang abbia una relazione extraconiugale con una giornalista

Il Governo della Cina ha formalmente rimosso, martedì 25 luglio, il ministro degli Esteri in carica, Qin Gang, uno dei funzionari più in vista dell’amministrazione del presidente Xi Jinping. Non solo. Qin è anche uno dei più giovani ministri ad avere raggiunto un ruolo di così alto livello ed è fa i più ‘dialoganti’ con l’Occidente.

Ecco anche perché l’Europa e gli Stati Uniti devono avere a cuore le sorti del ministro, il quale è scomparso da un mese, ossia da quando non si fa più vedere in pubblico. Qin era diventato ministro in Cina nel dicembre 2022. Ed era considerato molto vicino a Xi Jinping, il nuovo Mao, come lo si chiama a volte, per sottolinearne la potenza assoluta di cui gode.

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Qin Gang, l’ex ministro degli Esteri cinese ora rimosso. Foto Twitter @PavelSlunkin

Cina, un paese opaco

Nelle ultime 4 settimane di Qin non si era più saputo nulla. Non si era più  presentato agli impegni ufficiali, in questo modo alimentando una serie di rumors di tutti tipi. Non ultimo quello che vedrebbe l’alto dignitario della Cina innamorato di una giornalista sua connazionale con la quale avrebbe una relazionale sentimentale clandestina. Il che nella Cina totalitaria della Repubblica popolare comunista è un fatto inammissibile. Un po’ come mezzo secolo fa il Partito Comunista Italiano non ammetteva che i suoi dirigenti non fossero formalmente sposati con una donna convivente.

In una breve nota, l’agenzia di stampa di Stato della Cina, Xinhua, ha annunciato la rimozione di Qin Gang, aggiungendo che a firmare il provvedimento è stato direttamente il presidente Xi Jinping, che evidentemente deve essersi sentito tradito dal suo pupillo. Dalla nota non appare alcuna ragione alla base della sostituzione del ministro degli Esteri. Ma si dice che il suo ruolo passerà a Wang Yi, l’attuale direttore della commissione Esteri del Partito Comunista. Wang è un funzionario di alto rango che era già stato ministro degli Esteri della Cina tra il 2013 e il 2022.

Chi è Qin Gang

Qin, che ha 57 anni, lavorava per il ministero degli Esteri dal 1992. È stato fra l’altro ambasciatore negli Stati Uniti per 2 anni. Lo si è visto in pubblico per l’ultima volta il 25 giugno scorso. E non è un caso se la formale rimozione è avvenuta esattamente un mese più tardi. Dopo aver incontrato il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken a metà giugno, a inizio luglio Qin aveva saltato un incontro con l’Alto rappresentante per gli Affari esteri europei Josep Borrell. La sua assenza era “per problemi di salute” non meglio specificati.

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Xi Jinping. Foto Twitter @REVMAXXING

In tutto questo tempo né il suo ministero né il Governo della Cina hanno dato notizie sul suo conto. Per questo si è cominciato a pensare a un possibile allontanamento forzato, per esempio a causa di motivi politici. Oppure più banalmente per via di una relazione extraconiugale, come detto. Il New York Times in particolare riferisce l’ipotesi di presunti legami di Qin con una persona nota della televisione cinese mentre era ambasciatore negli Stati Uniti. Secondo analisti statunitensi, il fatto che Qin sia stato sostituito all’improvviso “mostra l’instabilità che è ormai diventata una caratteristica del sistema politico di Xi Jinping.” Lo scorso 22 ottobre, al termine del XX Congresso del PCC, l’ex presidente della Cina, Hu Jintao, 79 anni, era stato addirittura fisicamente rimosso e portato via davanti a un compiacente Xi Jinping. Una scena drammatica non nascosta alle televisioni di mezzo mondo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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