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Ucraina, dopo Mosca anche Kiev sgancia le bombe a grappolo che possono esplodere dopo anni

Vietate dall'ONU, si disintegrano rilasciando tante piccole 'bomblets' che a volte restano inesplose a lungo e poi uccidono i bambini che giocano

Dopo 17 mesi di guerra ininterrotta a seguito dell’invasione russa del 24 febbraio 2022, l’Ucraina alza il tiro nel tentativo di ricacciare definitivamente indietro gli invasori. E  comincia a sparare bombe a grappolo sul nemico. La Russia risponde con la Marina che ha condotto un'”esercitazione” militare, il 21 luglio, nell’area nord-occidentale del Mar Nero.

Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Mosca spiegando che le forze armate russe hano lanciato missili antinave per abbattere un bersaglio in mare. Secondo il Cremlino le navi della flotta russa nel Mar Nero hanno sparato missili da crociera antinave “su un’imbarcazione bersaglio nella zona dell’esercitazione militare.” Si tratta di uno specchio d’acqua dove il Cremlino considera qualunque natante alla stregua di “potenziali navi militari“.

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L’uso delle bombe a grappolo nella guerra da parte russa e ucraina è ormai ‘normale’. Foto Twitter @onlydjole

Ucraina, bombe a grappolo

Ma non basta perché “nella notte i russi hanno sparato missili Kalibr da una portaerei nel Mar Nero. Hanno colpito i terminal di grano di un’azienda agricola della regione di Odessa e hanno distrutto 120 tonnellate di cereali. È il quarto attacco alla regione di Odessa da parte di Mosca in una settimana. Due persone sono rimaste ferite nell’esplosione“, ha scritto su Telegram il governatore ucraino della regione di Odessa, Oleg Kiper.

La controffensiva ucraina nel Donbass e nel Sud del paese – aree che i russi occupano da un anno – prova intanto a ritrovare slancio. In corso da settimane, finora sta sostanzialmente fallendo i suoi obiettivi a causa della resistenza delle posizioni russe. Gli Stati Uniti stanno fornendo a Kiev le bombe a grappolo vietate dalle convenzioni delle Nazioni Unite a cui però Usa, Russia e Ucraina non hanno mai aderito.

E l’Ucraina le sta usando. Ad affermarlo sono stati per primi funzionari ucraini citati dal Washington Post, secondo cui le bombebandite da oltre 120 paesi, fra cui l’Italia per la loro estrema pericolosità sulla popolazione civile – sono già state lanciate. L’obiettivo di Kiev è di smantellare le posizioni russe ben fortificate che hanno rallentato la controffensiva offensiva estiva di Kiev. A confermare la notizia è stata poi la stessa Casa Bianca, la quale sta fornendo le cluster bombs all’Ucraina anche per sopperire alle difficoltà di fornire altro tipo di armamenti. L’Occidente non sta più tenendo il passo della voracità spaventosa della guerra che chiede armi a non finire. D’altro canto l’intento di Kiev è chiaro: accelerare la riconquista dei territori occupati che la Russia non ha alcuna intenzione di cedere.

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La sezione di una bomba a grappolo. Foto Ansa/Epa Human Rights Watch

Avvitati nella violenza

La guerra dunque sta diventando una cancrena pericolosa dalla quale non appare via d’uscita. Se non fosse per i tentativi di mediazione internazionale che, a vario titolo, stanno portando avanti il Vaticano, il Sudafrica, il Brasile e la Turchia. La tensione sale soprattutto nel Mar Nero dopo la rottura del patto sul grano da parte della Russia. Kiev ha annunciato che tutte le navi che raggiungeranno porti russi o dei territori occupati in Ucraina saranno considerate come potenziali “imbarcazioni militari“, in risposta alla decisione simile presa da Mosca per i mezzi diretti ai porti ucraini.

Consiglio di sicurezza all’ONU

Secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale statunitense Adam Hodge, la Russia sta prendendo in considerazione attacchi a navi civili che trasportano grano dall’Ucraina sul Mar Nero per poi incolpare le forze ucraine. In ogni caso, l’intenzione di Mosca è di voler fermare in modo più attivo qualsiasi nave mercantile nel bacino, secondo il ministero della Difesa britannico. Venerdì 21 luglio il Consiglio di sicurezza dell’ONU si riunirà per parlare delle “conseguenze umanitarie” del ritiro della Russia dall’accordo sul grano, mentre cresce il coro occidentale di condanna contro Mosca. Ma la Russia tira dritto e continua la sua campagna di morte sulle città ucraine che si affacciano sul Mar Nero e non solo. Le forze di Kiev hanno affermato di aver abbattuto 18 tra missili da crociera e droni kamikaze sui 38 lanciati dagli invasori.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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