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È la biblioteca di Barcellona la migliore del mondo

Ha vinto il concorso per il 2023. Vasta 4mila mq., ospita 40mila volumi, uno spazio sensoriale per i bambini, un laboratorio di cucina, una radio

La biblioteca pubblica di Barcellona è la migliore del mondo per il 2023. La proclamazione è avvenuta in Olanda, a Rotterdam, dove è in corso fino al 25 agosto l’88° Congresso mondiale sulla biblioteca e l’informazione.

La “migliore biblioteca del mondo” è intitolata a Gabriel García Márquez, scrittore colombiano, Premio Nobel per la Letteratura 1982. Molti lo conoscono per la sua opera più celebre: Cent’anni di solitudine, il romanzo capolavoro del cosiddetto realismo magico.

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Una veduta della Biblioteca Garcia Marquez di Barcellona. Foto Twitter @BibliotequesBCN

Biblioteca ma non solo

La biblioteca di Barcellona si compone di 4mila metri quadrati di ampiezza, 5 piani suddivisi per tipo di utenza – adulti, ragazzi, bambini – e un auditorium. La struttura dedicata alla memoria di García Márquez, sottolinea l’Agi, è aperta tutti i giorni, tutto il giorno – sebbene il sabato lo sia per solo mezza giornata – e si è specializzata in letteratura latinoamericana. Sugli scaffali ci sono oltre 40mila esemplari cartacei e digitali fra volumi, riviste, libri di fumetti, libri fotografici e altro genere di documentazione. Esiste anche la possibilità di accogliere altri 10mila volumi ed è facile immaginare che la direzione dell’ente non si lascerà sfuggire l’occasione accrescendo via via il patrimonio librario complessivo.

A inaugurare la nuova biblioteca di Barcellona è stata a maggio del 2022 la sindaca di Barcellona Ada Colao nel popolare quartiere di Sant Martí de Provençals. All’interno della struttura si trova inoltre uno studio radiofonico che dipende dalle Biblioteche e dalla Rete Radio Comunitaria dove si producono podcast. In biblioteca c’è poi un laboratorio di cucina e uno spazio sensoriale per i bambini. In generale gli spazi allestiti per i lettori sono pieni di luce, ci sono molte piante, e lo spazio della García Márquez offre 140 punti di lettura. L’obiettivo dei gestori è quello di far diventare la struttura “uno spazio di incontro intergenerazionale e interculturale”.

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Un’interno della biblioteca di Barcellona. Foto Twitter @BibliotequesBCN

Altre strutture premiate

Nell’ambito del concorso di Rotterdam, la García Márquez di Barcellona aveva comunque una concorrenza agguerrita. E ha dovuto battersi con candidati fortissimi, sottolinea Agi. Alla fine l’ha spuntata sulla Biblioteca pubblica Janez Vajkard Valvasor, di Krško (Slovenia), la Biblioteca della città di Parramatta (in Australia) e sulla enorme Biblioteca Est di Shanghai in Cina. “Le quattro biblioteche sorteggiate si distinguono l’una dall’altra ma ciascuna rappresenta un vero dono per la propria comunità“, ha affermato il presidente della giuria Jakob Guillois Lærkes. Secondo lui la vincitrice del concorso, la Gabriel García Márquez, è “un ottimo esempio di come una biblioteca possa fungere da collegamento fondamentale tra le persone e la comunità locale” rappresentando “un vero modello per i futuri edifici delle biblioteche negli anni a venire“.

Dal momento della sua inaugurazione, nel maggio dello scorso anno, frequentano la biblioteca pubblica di Barcellona 1.100 utenti al giorno, in media. Qualcuno l’ha voluta ribattezzare “il Guggenheim de La Verneda” con riferimento al quartiere adiacente, rispetto a quello in cui si trova. E, ovviamente, al Museo Guggenheim negli Stati Uniti: simbolo esso stesso dell’arte moderna e contemporanea, fondato nel 1937, con sede al numero 1071 della Quinta Strada, a New York.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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