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La Polonia invia 10mila soldati al confine bielorusso, la guerra in Ucraina presto nei paesi NATO?

Varsavia lamenta pressioni e minacce di Minsk cha avrebbe intensificato il transito di migranti verso la frontiera, usato come "bomba sociale"

Sale ancora la tensione al confine fra Polonia e Bielorussia e la guerra in Ucraina rischia ora seriamente di allargarsi ben oltre le frontiere del territorio di Kiev, coinvolgendo direttamente i paesi NATO. Il Governo di Varsavia decide di schierare altri soldati vicino al paese di Lukashenko, il più forte alleato della Russia nell’area delle ex repubbliche sovietiche.

La Polonia invierà infatti fino a 10mila uomini che si aggiungono a quelli già presenti al confine con la Bielorussia per rafforzare la Guardia di Frontiera. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa, Mariusz Blaszczak, in un’intervista alla radio pubblica.

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Soldati polacchi in addestramento. Foto Ansa/Epa Marian Zubrzycki

La Polonia si riarma

Numeri ben più alti di quelli che si prevedevano in un primo momento, quando si parlava di 2mila uomini in più al confine con la Bielorussia. La Polonia, Paese chiave della NATO nell’Europa dell’Est, sede di basi militari americane molto importanti, sta proseguendo in un percorso di riarmo. La Germania le ha offerto aiuto rendendosi disponibile a prolungare sino alla fine del 2023 il dispiegamento di tre batterie di missili Patriot già presenti in Polonia.

“Bielorussia usa immigrati come armi”

Per il momento il vero motivo di tensione tra Varsavia e Minsk è però l’immigrazione. La Polonia accusa la Bielorussia di utilizzare il passaggio dei rifugiati nelle foreste di confine fra i due paesi  come una “vera e propria bomba sociale“. Un’arma, insomma, per indebolire Varsavia. “Si tratta di un’operazione organizzata dai servizi speciali russi e bielorussi, che sta diventando sempre più intensa“, ha dichiarato alla stampa il vice ministro degli Interni polacco, Maciej Wasik.

I servizi bielorussi si sono trasformati in “un normale gruppo criminale che organizza l’immigrazione clandestina“, ha dichiarato il comandante in capo della Guardia di frontiera polacca, generale Tomasz Praga. “Naturalmente ne traggono enormi profitti” ha sottolineato. Secondo lui, dall’inizio dell’anno 19mila migranti, molti provenienti dal Medio Oriente e dall’Asia hanno cercato di entrare in Polonia, rispetto ai 16mila del 2022. “Il record è stato battuto a luglio, quando più di 4mila persone hanno cercato di attraversare il confine“. Ma la tensione fra Polonia e Bielorussia sui migranti ai confini rimonta almeno all’autunno del 2021, quando il problema esplose a livello europeo, con ampia risonanza anche sui social media.

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Il premier polacco Mateusz Morawiecki davanti a un muro di confine con la Bielorussia in funzione anti immigrati, a Biala Podlaska. Foto Ansa/Epa Mateusz Marek

La Russia e la Polonia

La Russia da parte sua vede la Polonia come il primo dei pericoli legati alla NATO e all’Occidente vicino al suo confine. Secondo Mosca, Varsavia vuole instaurare un’unione con l’Ucraina per poi annetterne le regioni occidentali. Il tutto mentre annuncia la propria intenzione di creare “il più potente esercito europeo“.

“Non vogliamo essere attaccati”

È quanto meno dal mese di luglio scorso che i polacchi stanno intensificando le manovre di dissuasione, per così dire, ai confini con la Bielorussia. E adesso la situazione sembra precipitare. C’è il serio rischio che le conseguenze del conflitto in Ucraina, che dura ormai da quasi 18 mesi, debordino coinvolgendo direttamente la NATO. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Reuters sul suo sito web “circa 10.000 soldati saranno al confine, di cui 4.000 sosterranno direttamente la Guardia di Frontiera e 6.000 saranno nella riserva”, ha detto il ministro della difesa polacco Mariusz Blaszczak. “Avviciniamo l’esercito al confine con la Bielorussia per spaventare l’aggressore in modo che non osi attaccarci” ha aggiunto.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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