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Meloni: “Giusto tassare le banche e togliere il reddito di cittadinanza”

La premier a tutto campo, in diretta social, sulle riforme del suo Governo varate in questi giorni

La premier Giorgia Meloni ha commentato sui social media le ultime misure che il Consiglio dei ministri ha approvato il 7 agosto, a partire dalla tassa sugli extraprofitti delle banche. Nella sua consueta rubrica “Gli appunti di Giorgia” la presidente del Consiglio ha rivendicato la correttezza della tassazione “dei margini ingiusti delle banche“.

Sullo stop al reddito di cittadinanza, il Governo “non intende tornare sui suoi passi e, anzi, vuole passare al reddito di occupazione, cioè che si ottiene grazie al lavoro“. La premier è intervenuta anche sul salario minimo, affermando che “le paghe sono basse“. Ma anche che si tratta di uno “strumento controproducente che rischia di peggiorare le retribuzioni“.

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Giorgia Meloni. Foto Facebook/Giorgia Meloni

Tasse e reddito di cittadinanza

Il prelievo dai profitti miliardari degli istituti bancari andrà “a finanziare le misure a sostegno delle famiglie e delle imprese” che stanno vivendo “un momento di difficoltà per l’alto costo del denaro“.

La presidente del Consiglio ha sottolineato inoltre che “le stime di chi avrebbe perso il Rdc parlavano di 300mila persone e invece lo hanno perso in 112mila. Ragionevolmente significa che hanno già cominciato a lavorare perché sapevano che, a un certo punto, non avrebbero più potuto contare sul reddito. E si sono rimboccate le maniche e hanno cominciato a cercare un lavoro che hanno trovato“.

Meloni su salario minimo e PNRR

Perché non ho accolto la proposta sul salario minimo così come viene presentata?“, ha poi domandato Giorgia Meloni. “Perché se io stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente si collocherebbe nel mezzo, il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto. E rischierebbe di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora“.

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Il ministro degli Affari Europei e del PNRR, Raffaele Fitto. Foto Ansa/Angelo Carconi

Nel corso del suo commento social la presidente del Consiglio Meloni ha parlato inoltre del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’attuazione di tale piano si è complicata e l’Italia ha deciso di sottoporre alla Commissione europea una variazione al progetto iniziale, rinunciando a parte dei fondi stanziati da Bruxelles, compresi quelli per la lotta al dissesto idrogeologico. Ma in realtà l’Italia nel 2023 “beneficerà di 35 miliardi di euro del PNRR, l’Ue conferma che alla fine dell’anno avrà tutte le risorse previste, con buona pace di chi sperava che le perdesse o ne perdesse una parte“, ha proseguito l’inquilina di Palazzo Chigi. “Siamo molto soddisfatti per questi risultati ottenuti, avevamo promesso che l’Italia non avrebbe perso un euro, che le cose sarebbero andate bene. I nostri progressi e sforzi sono riconosciuti e se a qualcuno dà fastidio che l’Italia abbia questi successi, noi continueremo a non risparmiarci“.

Nel Consiglio dei ministri di lunedì scorso 7 agosto, ha poi proseguito Giorgia Meloni, “abbiamo approvato una norma che evita ogni incertezza nei processi. E che consente di impedire che processi aperti perché legati alla mafia finiscano nel nulla“. La premier ha inoltre sottolineato che questa azione, “che non è la prima“, mostra “quanto il Governo sia determinato” a combattere “il cancro della criminalità organizzata“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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