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Il testamento di Berlusconi: Fininvest a Marina e Pier Silvio. Cento milioni a Fascina

Altri 100 milioni a Paolo Berlusconi e 30 a Dell'Utri. Sarà Giorgia Meloni l' 'erede' politica di Forza Italia?

È pubblico dal mattino del 6 luglio il testamento di Silvio Berlusconi. Il giorno prima il notaio di Milano Arrigo Roveda lo ha letto agli eredi. Ci sarebbe anche una lettera riservata all’ultima compagna, Marta Fascina. 

Secondo quanto rivelato dall’agenzia Ansa, che ha visionato in esclusiva il documento, la maggioranza assoluta di Fininvest andrebbe a Pier Silvio e Marina Berlusconi. Sono loro, i figli di primo letto del Cavaliere – rispettivamente ad di Mediaset e presidente di Fininvest – che hanno ricevuto l’intera quota disponibile. Ossia la quota testamentaria nella libera e completa disponibilità di colui che stipula il testamento.

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Da sin., Barbara, Pier Silvio e Marina Berlusconi, e Marta Fascina. Foto Ansa

Fininvest a Pier Silvio e Marina

Marina e Pier Silvio Berlusconi raggiungono assieme il 53% delle quote azionarie della Fininvest, la holding che controlla, a cascata, tutte le partecipazioni dei Berlusconi nelle aziende di famiglia. In un comunicato Marina Berlusconi ha precisato che nessuno dei due fratelli ha il “controllo solitario della holding.

Ciò significa che né Pier Silvio, né Marina stessa, detengono il pieno possesso della ‘testa’ dell’impero economico e finanziario che Silvio Berlusconi ha costruito nel corso della sua esistenza. Sono in qualche modo costretti a lavorare assieme, a meno di non dividersi e contrapporsi cercando alleanze trasversali con soci di minoranza. Ma questo implicherebbe la fine dell’unità familiare in azienda, dando adito a scenari imprevedibili. Per il momento, tuttavia, non esiste alcun segnale di frattura fra i due fratelli, che fanno mostra di restare molto affiatati. Alla presentazione dei palinsesti Mediaset, il 5 luglio, Pier Silvio ha dichiarato che la famiglia Berlusconi “è più compatta che mai“.

Berlusconi, i ‘legati’ del testamento

Nel testamento di Silvio Berlusconi ci sono però anche dei ‘legati’. I legati testamentari sono disposizioni con cui il soggetto attribuisce a una persona – non necessariamente erede – un determinato bene o un determinato diritto. Ecco dunque che Silvio Berlusconi ha attribuito 100 milioni di euro a testa al fratello Paolo e alla compagna Marta Fascina. A Marcello Dell’Utri ha lasciato meno di un terzo di questa somma: 30 milioni.

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Parte della prima pagina del testamento di Berlusconi. Foto Ansa

L’ufficialità delle scelte successorie di Silvio Berlusconi, attesa da tempo, si saprà in maniera completa soltanto nell’arco della giornata del 6 luglio. Si capirà cosa hanno ricevuto i tre figli di secondo letto: Barbara, Eleonora e Luigi. Nel testamento vi sarebbero indicazioni anche sul futuro di Forza Italia. Centrale e dominante resta l’assetto della Fininvest che con le sue società quotate in Borsa, prima fra tutte Mediaset, è lo snodo attraverso il quale passano i dividendi per la famiglia che a sua volta sostiene le spese milionarie per la gestione delle grandi ville. Ma anche di Forza Italia, indebitata per 100 milioni, si dice, con la famiglia del Cavaliere.

Com’è fatto l’impero di Berlusconi

Come detto, Mediaset, così come Banca Mediolanum, è la punta di diamante delle aziende di casa Fininvest. E se è vero che l’impero dei Berlusconi ‘possiede’ un esercito di 4.889 dipendenti solo nel comparto radio televisivo (i due terzi in Italia e il resto in Spagna) gli eredi dovranno fronteggiare molto di più. Oltre alle 7 holding finanziarie di cui consta Fininvest – che vale 4,9 miliardi di euro sui 6 complessivi di tutto l’impero Berlusconi – c’è appunto Mediaset, con Canale 5Rete 4 e Italia 1, oltre a Radio 101Radio 105 e Radio Monte Carlo.

Ma poi c’è il comparto della pubblicità e dell’editoria, come Publitalia 80TaoDue produzioni e Mondadori. A tutto ciò si somma il calcio, con il Monza. Ma anche il Teatro Manzoni di Milano, una flotta di 3 aeroplani e un elicottero, e opere d’arte di grosso valore. Oltre alle società Dolcedrago e Idra. Che controllano parte delle villemagioni e case in Italia e in varie regioni del mondo: da Arcore (Villa San Martino) e Sardegna (Villa Certosa su tutte) alla Costa Azzurra e alle isole caraibiche. C’è un poi altro asset fondamentale: Banca Mediolanum, di cui Fininvest possiede il 30%: una quota che vale 1,8 miliardi.

Impossibile, infine, dimenticare Forza Italia, il partito-fan club di Berlusconi – gravato dai debiti – sul cui futuro si stanno addensando ombre. Pier Silvio Berlusconi ha fatto capire chiaramente che non intende entrare in politica, anche perché si fida di Giorgia Meloni. Chi ha orecchi, intenda.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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