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Harry ha dei progetti lavorativi anche per i figli Archie e Lilibet

Il principe vuole includere i suoi bambini nel suo lavoro

Il principe Harry ha dei progetti lavorativi che includono anche i suoi due figli. Secondo quanto riportato da GB News, infatti, il duca di Sussex aveva programmato di includere il principe Archie e la principessa Lilibet Diana in un podcast. Al momento, però, il figlio di Carlo III sarebbe stato costretto a mettere da parte il suo progetto. Qualche settimana fa, infatti, si è interrotto il rapporto di collaborazione tra la piattaforma di ascolto Spotify e la fondazione Archewell.

Il duca e la duchessa di Sussex sembrano essere inarrestabili quando si tratta di progetti lavorativi. La coppia, infatti, annuncia di continuo nuove collaborazioni, sigla accordi multimilionari ed è in contatto con importanti brand. Nonostante con la Megxit il principe Harry Meghan Markle abbiano rivendicato a gran voce privacy per la propria famiglia, adesso sembrano pronti ad esporre i figli ai riflettori. Secondo quanto appreso da GB News, infatti, Harry aveva in programma fino a poco tempo fa di includere i suoi figli, Archie e Lilibet Diana, in un nuovo podcast.

Principe Harry
Ansa

Purtroppo per il duca di Sussex, però, al momento non c’è una piattaforma di streaming pronta ad ospitare il suo progetto. Il contratto che legava lui e la moglie Meghan Markle a Spotify è decaduto improvvisamente lo scorso 15 giugno. Ma in precedenza il figlio minore di re Carlo III avrebbe presentato diverse idee al servizio di streaming musicale. Il principe Harry, infatti, non voleva solo intervistare personaggi come Vladimir Putin, Donald Trump e Mark Zuckerberg. Voleva anche intervistare Papa Francesco per parlare di religione e, nello specifico, voleva affrontare il tema della paternità e dell’infanzia. Tematiche in cui i suoi figli sarebbero stati coinvolti attivamente.

Il principe Harry voleva coinvolgere Archie e Lilibet nel suo podcast

Secondo quanto riferito da Bloomberg, il principe Harry avrebbe avanzato diverse proposte di podcast a Spotify. Una di queste avrebbe coinvolto proprio i suoi due figli: il principe Archie e la principessa Lilibet Diana. Una notizia che ha generato malumore intorno al duca di Sussex, che in questi anni ha difeso anche in tribunale la privacy assoluta e la sicurezza della propria famiglia. Al momento, comunque, non c’è modo che questo progetto possa concretizzarsi. Nessuna di queste idee, infatti, avrebbe convinto Spotify, che ha deciso di porre fine alla sua collaborazione con i Sussex, meno di un anno dopo il lancio di Archetypes, il podcast di Meghan. Ma desiderando rimanere economicamente indipendente dalla Corona britannica, il principe Harry potrebbe vendere i suoi progetti a piattaforme concorrenti.

Harry, Meghan e Archie
Ansa

Stando alle notizie, infatti, i Sussex stanno valutando altre offerte per compensare la perdita subita con la fine del contratto multimilionario con Spotify. Dall’annuncio di questa separazione “di comune accordo”, infatti, il principe Harry e Meghan Markle hanno dovuto affrontare qualche problema nella loro sfera professionale. La duchessa del Sussex è stata accusata pubblicamente per aver “truccato” alcune delle interviste del suo podcast. Secondo gli ex collaboratori, infatti, la ex attrice avrebbe lasciato condurre le interviste ad altri al suo posto per poi aggiungere la sua voce nella fase di montaggio finale. D’altra parte, però, alcune fonti riportano che la Markle sarebbe pronta a siglare un enorme accordo con Dior.

Roberta Gerboni

Beauty & Royal affairs

Siciliana, vive a Roma. Appassionata di scrittura e giornalismo fin da giovane, inizia il proprio percorso in redazione a 17 anni, occupandosi di cultura e attualità. Per tre anni redattore del Corriere di Gela, si è dedicata alla redazione di articoli per varie testate online.
Laurea Magistrale con Lode in Lettere Classiche all' Università degli Studi di Siena, dopo aver conseguito la laurea triennale in Lettere a Catania.
Appassionata di salute, bellezza e delle vite dei reali di tutto il mondo.

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