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Santanchè al contrattacco: “Dimettermi? Non posso andare dietro a Report”

La ministra del Turismo riferirà in Parlamento, non si sa ancora quando, sulle accusa di malversazioni imprenditoriali mosse da un'inchiesta giornalistica

A margine di un evento a Milano, il 26 giugno, la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, affronta con i giornalisti il caso politico che la riguarda. “Risponderò su tutto, sono 23 anni che faccio politica, ci ho sempre messo la faccia. Non abbiate preoccupazioni e aspettate serenamente.”

Parole che ovviamente non possono bastare ai cronisti che la interpellano. “Dimettermi? Su cosa? Sia serio. Andiamo dietro a Report?” ha risposto quindi Santanchè a chi le chiedeva se abbia pensato di dimettersi. “Mi sembra – ha aggiunto – che la maggioranza sia non solo compatta, ma più compatta. Dovete cercare altre cose per far sì che la maggioranza non sia compatta.”

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Daniela Santanchè. Foto Ansa/Mourad Balti Touati

L’opposizione contro Santanchè

Inutile sottolineare che le repliche dell’opposizione non si sono fatte attendere. “Daniela Santanchè non deve andare ‘dietro a Report’ ma deve dare risposte ai dipendenti delle sue aziende che hanno denunciato.” Così la senatrice Dolores Bevilacqua, esponente M5S in commissione di vigilanza Rai. “E non lei – aggiunge -, ma Giorgia Meloni che dovrebbe prendere atto che c’è una persona su cui è enorme il peso di un’inchiesta gravissima.” Un’inchiesta “con l’accusa di essere responsabile di bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione e ditte messe in ginocchio dal mancato saldo delle forniture.”

Per tutte queste ragioni, sostiene l’esponente del Movimento Cinque Stelle, Daniela Santanchènon può fare la ministra“. “Come può – conclude Bevilacqua – la patriota Meloni proteggere ancora una che resta avvinghiata alla poltrona? Da ciò che sta emergendo, si sarebbe assegnata compensi e benefit milionari. E tutto mentre le sue imprese crollavano e i lavoratori non riuscivano ad ottenere neppure il trattamento di fine rapporto? Non crede Meloni che tutto questo sia semplicemente vergognoso?

La premier è politicamente sotto tiro da alcuni giorni. La ministra Santanchè è nella bufera delle polemiche dopo la puntata di Report di lunedì 19 giugno. Ovvero da quando un servizio della trasmissione di Rai Tre ha messo in evidenza la presunta fallimentare attività imprenditoriale della ministra del Turismo che avrebbe lucrato su aziende dall’agroalimentare, sane al momento in cui le ha rilevate, e oggi sostanzialmente sfasciate. La ministra ha annunciato querele e Fratelli d’Italia fa quadrato attorno a lei.

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La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Una grana per Giorgia Meloni

Tuttavia Giorgia Meloni sarebbe molto irritata. In primo luogo a causa del polverone che si è alzato sul Mes ma anche da distinguo, tensioni e scivoloni che si ripetono in Parlamento tra i partiti della maggioranza. L’improvviso rinvio del Consiglio dei ministri di giovedì scorso è stato un brutto segnale da questo punto di vista. Si racconta che Matteo Salvini non l’abbia presa affatto bene. Doveva essere il Consiglio dei ministri dell’annunciatissima riforma del codice della strada, che il leader della Lega va raccontando da settimane.

Tornando alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, il Corriere della Sera sostiene che la ‘pitonessa’ (questo il più celebre dei suoi soprannomi) non ha paura dell’audizione a Palazzo Madama. Né di un eventuale voto, visto che una sfiducia “non passerebbe mai.” E finirebbe anche per ricompattare la maggioranza. Tuttavia Lega e Forza Italia, al di là della solidarietà di facciata, terrebbero Santanchè sotto pressione. “Non ho processi, non ho condanne, davvero non capisco questo accanimento contro di me” ribatte lei, quasi proclamandosi perseguitata dalla giustizia. Il confronto non andrà in scena questa settimana, in ogni caso, perché giovedì 29 giugno si festeggiano i santi Pietro e Paolo, patroni di Roma, e quindi molti parlamentari faranno il ponte di vacanza.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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