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Berlusconi, le dimissioni dall’ospedale

L'ex premier e presidente di Forza Italia, 86 anni, è tornato a casa dopo un mese e mezzo di ricovero all'ospedale San Raffaele di Milano

Silvio Berlusconi è stato dimesso nella giornata del 19 maggio dall’ospedale San Raffaele di Milano. Il leader azzurro era ricoverato da 45 giorni (5 aprile) a causa di una polmonite nel quadro di una patologia cronica: una leucemia mielomonocitica.

Dopo due settimane di terapia intensiva, alla metà di aprile Berlusconi è riemerso dall’infezione respiratoria, ma è rimasto ricoverato presso il nosocomio milanese in un altro reparto, sotto le cure del primario del San Raffaele, nonché suo medico personale, Alberto Zangrillo.

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Silvio Berlusconi in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Berlusconi e i fan di Forza Italia

Una volta uscito dal San Raffaele, Silvio Berlusconi ha alzato una mano in segno di saluto, salendo in auto dall’ingresso di via Olgettina 60. Con indosso una camicia bianca e una giacca blu, l’ex premier era seduto nei sedili posteriori accanto alla compagna Marta Fascina, che dal primo giorno di ricovero non è mai stata vista lasciare l’ospedale.

Nel corso di tutte queste settimane di ricovero all’ex premier sono stati vicini i suoi familiari: dai figli Marina, Piersilvio, Barbara, Luigi ed Eleonora al fratello Paolo e, con un messaggio d’auguri, persino all’ex moglie Veronica Lario (nome d’arte di Miriam Bartolini), oltre alla compagna Marta Fascina. Ma anche, in modo a volte stravagante, diversi cittadini arrivati persino dall’estremo Sud. I quali, con striscioni e cartelli di sostegno a Berlusconi, si sono installati per giorni davanti alle cancellate del San Raffaele.

Lo scorso 6 maggio il Cavaliere stesso ha fatto il suo ritorno nella politica attiva, sia pure a distanza. È infatti apparso in video, seduto a un tavolo in camicia e giacca dalla sua stanza d’ospedale, alla Convention nazionale di Forza Italia che si è svolta a Milano.

“Siamo i santi laici dell’Italia”

Una standing ovation del suo popolo azzurro ha accolto l’intervento di Silvio Berlusconi: tutti i partecipanti si sono alzati in piedi quando l’inventore’ di Forza Italia è apparso sul maxischermo. “Qualche notte fa, qui al San Raffaele mi sono svegliato improvvisamente con una domanda in testa che non riuscivo a mandare via” ha detto Berlusconi. “‘Ma come mai sono qui? Ma che ci faccio qui? Per cosa sto combattendo io qui?’. Vicino a me vegliava la mia Marta. Anche a lei posi la stessa domanda. ‘Perché siamo qui?’.

E lei mi disse ‘Siamo qui perché hai lavorato tanto, ti stai impegnando molto perché per salvare la nostra democrazia e la nostra libertà’. E questo voglio ricordarlo, voglio raccontare anche a voi quel che ho pensato e passato, anche se so che il farlo mi emozionerà davvero.” Berlusconi si è poi rivolto con toni epici alla folla dei suoi sostenitori. “Nessuno riuscirà a sconfiggerci, vedrete che gli italiani ci considereranno i loro santi laici, i santi della loro libertà e del benessere. Sarò con voi con lo stesso entusiasmo e lo stesso impegno del 1994. Il futuro è delle nostre idee, il futuro ci deve garantire una vera e completa libertà.

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Paolo Berlusconi in vista al fratello al San Raffaele. Foto Ansa/Matteo Bazzi

Il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, non ha potuto far altro che adeguarsi e, ancora prima che giungesse come in un’apparizione il messaggio di Berlusconi ha proclamato la sua fede. “Soltanto un grande uomo, un grande statista, un grande leader politico dopo un mese di degenza ha la forza di rivolgersi ai suoi. All’Italia. Con un messaggio che rivendicherà la nostra identità” ha detto il vicepremier di Meloni.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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