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Lady Gaga, Biden punta anche su di lei per le presidenziali del 2024

La pop star nominata alla guida del Comitato delle arti e discipline umanistiche. Con lei, fra gli altri, George Clooney

Sarà la pop star Lady Gaga, assieme al produttore Bruce Cohen, a guidare il Comitato delle arti e discipline umanistiche che il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha riattivato. La collaborazione dell’artista con il numero uno della Casa Bianca data almeno dal momento dell’insediamento di Biden, con la cerimonia al campidoglio del gennaio 2021. 

Creato da Ronald Reagan nel 1982, allo scopo di valorizzare l’arte e le questioni umanitarie in America e non solo, fu Donald Trump a seppellire il Comitato che adesso torna sulla scena. Così Joe Biden, l’attuale inquilino della Casa Bianca, ha nominato Lady Gaga alla guida di questo ente.

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Lady Gaga canta all’Inauguration Day di Biden il 20 gennaio 2021. Foto Twitter @forumpandlr

Oltre alla cantante pop e a Bruce Cohen, presidenti dell’assemblea, siederanno nel Comitato un’altra ventina di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo. Fra questi George Clooney, Jennifer Garner e Shonda Rhimes. Tutti personaggi che negli anni si sono contraddistinti per il loro impegno professionale e umanitario.

La motivazione ufficiale

Stefani Germanotta, conosciuta professionalmente come Lady Gaga, è una cantante pluripremiata, cantautrice, attrice e filantropa” si legge nella motivazione in base alla quale Biden ha nominato la star. “Ha venduto oltre 170 milioni di dischi e ha vinto 13 Grammy Awards. È una delle musiciste più apprezzate e premiate della storia“. L’artista ha di recente terminato le riprese di Joker: Folie à deux ed è nota per la sua filantropia e il suo sostegno ai diritti LGBTQI+ e alla salute mentale.

Lady Gaga ha già in passato sostenuto il presidente Biden nella campagna It’s On Us, finalizzata a combattere le aggressioni nei campus universitari. “Negli anni ha lavorato instancabilmente per difendere l’uguaglianza ed è stata una grande sostenitrice della consapevolezza della salute mentale” si sottolinea nella motivazione della Presidenza americana.

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George Clooney e Lady Gaga. Foto Twitter @cumhuriyetgzt

Biden e le elezioni del 2024

Certo, con questi ‘titoli’ Lady Gaga appare una sorta di incommensurabile artista benefattrice dell’umanità, ma in ogni caso Joe Biden ha già la testa alle elezioni presidenziali del 2024. Ed è difficile immaginare che la mossa di scegliere una delle cantanti più celebri del mondo non sia stata fatta anche e soprattutto nell’ottica di farsi propaganda per la rielezione alla Casa Bianca. Tanto più che ci sarà Donald Trump da sconfiggere. Esattamente l’uomo che eliminò il Comitato delle arti e discipline umanistiche di cui ora Lady gaga è presidente.

La star ringrazia

La risposta dell’artista alla nomina è arrivata con un semplice tweet di ringraziamento sui social. Il tutto a corredo del comunicato della Casa Bianca. Inutile dire che sono seguiti i commenti di molti follower entusiasti per la prestigiosa nomina di Lady Gaga da parte dell’Amministrazione Biden. Come si ricorderà la star aveva cantato anche alla cerimonia di insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca, nel gennaio 2021. Avvolta in un elegante abito rosso e nero, Lady Gaga aveva intonato l’inno nazionale nel corso dell’evento, sulle terrazze del  Campidoglio a Washington. Dopo di lei era stata la volta di Jennifer Lopez vestita interamente di bianco. La pop star latina si era esibita con This Land is Your Land, invocando in spagnolo, in segno di rivendicazione delle proprie radici e del diritto all’integrazione, “giustizia e libertà per tutti“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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