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Terzo Polo, è crisi aperta fra Renzi e Calenda

Il congresso fra Azione e Iv per il partito unico si annuncia infuocato. Non è chiaro cosa accadrà ai centristi, che non riescono ad amalgamarsi fra di loro

Dopo il mezzo exploit delle elezioni nazionali del 2022 (8%), il Terzo Polo annaspa: Matteo Renzi e Carlo Calenda sono ormai ai ferri corti. Le ultime esternazioni, a mezzo stampa e social, dei due leader certificano una crisi politica annunciata. 

Per Azione la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l’unica utile al Paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte“, ha scritto su Twitter il leader di Azione.

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Carlo Calenda e Matteo Renzi. Foto Ansa/Giuseppe Lami

Terzo Polo, rissa fra Iv e Azione

La replica di Italia Viva non si è fatta attendere: “Abbiamo assecondato tutte le richieste di Calenda. Se però ora ha cambiato idea lo dica ma chi fa saltare il partito unico si assumerà la responsabilità“, fanno sapere dal partito di Matteo Renzi. Italia Viva è sul piede di guerra e sul futuro del Terzo Polo ha convocato una riunione di parlamentari e consiglieri regionali, al Senato. “Dopo l’ennesimo attacco di Calenda e Richetti, Renzi ha chiesto ai suoi di non fare polemica. Abbiamo accettato tutte le richieste di Azione“, fanno sapere da Italia Viva. “Tesseramento, tempi del congresso, mio passo indietro, nome di Calenda sul simbolo, soldi. Adesso andiamo avanti e si faccia il partito unico e il congresso“.

Richetti contro Renzi

Il riferimento di Renzi è alle parole di Matteo Richetti, capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera, ai giornalisti l’11 aprile. “Lupi dice che stiamo andando in frantumi, ma le elezioni politiche ci sono state qualche mese fa e, all’esordio con la guida di Carlo Calenda, il Terzo Polo è arrivato all’8%. Adesso sta a noi costruire un progetto politico largo, plurale, generoso, coraggioso“. “Noi una leadership l’abbiamo messa in campo. L’abbiamo scritta anche nel simbolo e la sosteniamo con ancora più forza. È giusto che quando si fanno i partiti, i partiti siano aperti, contendibili. Chi vuole sfidare Carlo Calenda lo sfiderà. Che Matteo Renzi faccia il direttore del Riformista è una notizia per i lettori del Riformista, non per gli elettori del Terzo Polo“.

Quando i reporter hanno fatto notare che lo stesso Calenda ha sollevato dubbi sul conflitto di interessi a proposito dell’arrivo di Renzi al Riformista, Richetti ha risposto: “Uno deve decidere se nella vita fa politica o informazione. Quando telefona Renzi mi parla del partito o mi intervista per il Riformista? Il Terzo Polo è forte se è un progetto chiaro per tutti: per Azione, Italia Viva, i liberali, i cattolici, i repubblicani. Noi stiamo facendo questa cosa e sono fiducioso“.

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Matteo Richetti (al centro). Foto Ansa/Ettore Ferrari

Il congresso del Terzo Polo

La replica di Italia Viva non si fa attendere. “Non c’è nessun tatticismo di Italia Viva. Abbiamo deciso di fare un congresso democratico in cui ci si confronti a viso aperto e non con le veline anonime” si legge in una nota dei portavoce nazionali, Alessia Cappello e Ciro Buonajuto. “Ci sono le date già fissate, ci sono le regole decise da Calenda comprese quelle sul tesseramento. Ci sono i gruppi di lavoro con i nomi già decisi, c’è il comitato politico. Noi siamo pronti al congresso che Calenda ha chiesto di fare. E ci mettiamo nome e cognome. C’è qualcuno che cambia idea una volta al giorno, ma quel qualcuno non siamo noi. Quanto a Renzi: gli è stato chiesto di fare un passo indietro, lo ha fatto. Adesso possiamo fare il congresso democratico anziché inviare veline anonime?“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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