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Frammenti del Partenone, il Vaticano ne restituisce tre: “Gesto di pace”

La Grecia spera che la Gran Bretagna segua l'esempio di papa Francesco e faccia tornare a casa altri marmi del celeberrimo tempio sull'Acropoli di Atene

Il Vaticano ha ufficialmente consegnato alla Grecia, l’8 marzo, tre frammenti del Partenone che erano conservati da secoli ai Musei vaticani. Papa Francesco aveva preso la decisione lo scorso dicembre. La Chiesa ortodossa greca si augura che “questa iniziativa del Papa trovi anche altri imitatori“.

Per il Vaticano e il pontefice in particolare, si tratta di un “segno concreto del sincero desiderio di proseguire nel cammino ecumenico“. Dunque i tre frammenti del Partenone, custoditi nei Musei Vaticani per 200 anni a seguito di acquisti nel corso del tempo, tornano a casa.

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Da sinistra, la ministra greca della Cultura, Lina Mendoni; Papamikroulis Emmanouil, rappresentante dell’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymos II; il cardinale Fernando Vérgez Alzaga, presidente del Governatorato del Vaticano e la direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta. Foto Twitter @vaticannews_it

Il dono del Papa alla Grecia

La formalizzazione della restituzione dei frammenti è avvenuta a Roma con la firma dell’accordo, alla presenza del cardinale Fernando Vérgez Alzaga, presidente del Governatorato del Vaticano, di Papamikroulis Emmanouil, rappresentante dell’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Ieronymos II. Erano presenti anche l’onorevole Styliani “Lina” Mendoni, ministro della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, e Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani. Ad Atene, invece, il 24 marzo si svolgerà la cerimonia di accoglienza e integrazione dei frammenti, spiega il sito Vatican News.

Frammenti restituiti, di che si tratta

I tre frammenti dei Musei Vaticani provengono ciascuno da una diversa parte del tempio fatto costruire da Pericle tra il 447 e il 432 a.C. Esempio di arte eccelsa ma simbolo stesso di tutta la Grecia e della sua cultura, è opera di Fidia che fu il sovrintendente del cantiere e scultore dell’apparato decorativo. Il primo frammento è la testa di un cavallo, parte del frontone raffigurante la disputa tra Atena e Poseidone per il dominio dell’Attica. Sul secondo c’è la testa di fanciullo portatore di focacce. Infine il terzo frammento è la testa virile barbuta, probabilmente una delle metope del lato meridionale del tempio, con la figurazione della centauromachia, ovvero la lotta dei Centauri contro i Lapiti.

Questa donazione è un gesto di pace in questo momento storico così segnato dalle guerre“, ha affermato il cardinale Vérgez, durante la cerimonia di consegna dei tre frammenti alla Grecia. Si tratta di un gesto che “vuole gettare ponti di fraternità e manifestare al mondo che esiste sempre e comunque una via per il dialogo e la pacificazione. Come auspichiamo possa avvenire nel conflitto in corso in Ucraina“. La Chiesa ortodossa greca si augura che “questa iniziativa del Papa trovi anche altri imitatori“. L’auspicio è in sostanza che anche il British Museum di Londra restituisca i marmi del Partenone che conserva nelle sue collezioni. Una querelle molto dura ma per la quale non si esclude una soluzione positiva.

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Uno dei tre frammenti del tempio del Partenone sull’Acropoli di Atene che il vaticano restituirà alla Grecia. Foto Ansa/Epa Museo dell’Acropoli di Atene

I (tanti) frammenti presenti a Londra

Atene invoca come un diritto, da oltre un secolo, la piena titolarità sui marmi del Partenone, un tesoro di valore inestimabile composto da un fregio lungo 75 metri (il fregio e i suoi frammenti furono staccati dal resto del tempio). Il British Museum conserva inoltre una delle celebri cariatidi rimosse da un tempio adiacente più piccolo dell’Acropoli di Atene. La Grecia sostiene che tutte questi tesori archeologici che si trovano in Inghilterra sono in realtà frutto di “saccheggi” compiuti al tempo della dominazione turco-ottomana.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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