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Marmi del Partenone, Londra e Atene verso lo sblocco di una disputa secolare

La Grecia chiede il "ritorno a casa" di un tesoro artistico di inestimabile valore conservato al British Museum

I marmi del Partenone, tesoro archeologico ereditato dalla Gran Bretagna sin dai tempi dell’Impero britannico e rivendicato dalla Grecia, potrebbero riprendere “presto” la via di Atene.

Sta per realizzarsi l’ipotesi di un prestito” a lungo termine. Insomma, in buona sostanza, una restituzione mascherata, anche se la querelle fra la Grecia il Regno Unito non si chiuderà formalmente subito.

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La Grecia e il Regno Unito sarebbero sul punto di trovare un’intesa per un “prestito” permanente da parte del British Museum del fregio del Partenone dell’Acropoli che così tornerebbe dove dovrebbe stare. Foto Ansa/Epa Orestis Panagiotou

La possibile intesa

Lo scrive oggi il quotidiano inglese The Daily Telegraph che riprende anticipazioni già ripetutamente circolate sui media. Ovvero indiscrezioni che sarebbe a un passo la possibile intesa fra il British Museum di Londra – che detiene il possesso dei marmi del Partenone – e le autorità elleniche. Un accordo non in grado di esaurire una volta per tutte la disputa, ma che comunque rappresenterebbe un gesto di disgelo. Il punto è che le richieste da parte della Grecia di riottenere i marmi del Partenone di Atene non si sono mai davvero fermate e non si fermano adesso. L’intesa all’orizzonte sarebbe dunque un primo passo cruciale.

Stando al Daily Telegraph, i negoziati sono a uno stadio avanzato e il presidente del museo, George Osborne, già ministro e cancelliere dello Scacchiere nel governo conservatore di David Cameron, punta a inserire il prestito dei marmi nel quadro di un più vasto accordo di “scambi culturali” fra Gran Bretagna e Grecia. “Colloqui sono in corso e proseguiranno nel nuovo anno” appena iniziato, si è limitato a ribadire da parte sua un portavoce del British Museum. La restituzione tout court resta al momento esclusa, secondo le dichiarazioni ufficiali di Londra, sulla base di indicazioni date dai governi e della legislazione ad hoc approvata dal Parlamento.

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Uno dei 3 frammenti del Partenone da secoli custoditi con cura presso le Collezioni Pontificie e nei Musei Vaticani donati dal Papa a Sua Beatitudine Ieronymos II, arcivescovo di Atene, il 16 dicembre 2022. Foto Ansa/Musei Vaticani

Partenone, disputa sulla proprietà

Atene invoca invece come un diritto, da oltre un secolo, la piena titolarità sui marmi del Partenone, un tesoro di valore inestimabile composto da un fregio lungo 75 metri (il fregio fu staccato dal resto del tempio). Il British Museum conserva inoltre una delle celebri cariatidi rimosse da un tempio adiacente più piccolo dell’Acropoli di Atene. La Grecia sostiene che tutte questi tesori archeologici che si trovano in Inghilterra sono in realtà frutto di “saccheggi” compiuti al tempo della dominazione turco-ottomana.

Da parte loro, però, i britannici insistono d’essere entrati in possesso del fregio del Partenone e delle cariatidi dell’Acropoli grazie “a un acquisto legale“. Cioè al fatto che nel 1802 Lord Elgin – aristocratico, mecenate e diplomatico scozzese al servizio dell’Impero – acquistò il fregio staccato dal tempio e poi lo vendette al British Museum di Londra dove tuttora si trova. Insomma, dal punto di vista storico-legale la situazione sembra ancora da sbloccare. Dal punto di vista politico, però, non mancherebbe la volontà, sia di Londra che di Atene, di giungere a un accordo sull’annosa questione.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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