Elezioni regionali, i vip eletti e quelli esclusi
Da Feltri a Pregliasco e da Leodori a Righini ecco i nomi dei recordman di preferenze e dei 'trombati' eccellenti
Non mancano le sorprese fra gli eletti e gli esclusi alle elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia, stravinte dal Centrodestra.
La vittoria schiacciante del governatore Attilio Fontana in Lombardia e del suo omologo Francesco Rocca nel Lazio porta infatti con sé una lista dei premiati e dei bocciati per un posto fra gli scranni dei ‘parlamentini’.
Eletti e bocciati in Lombardia
Fra gli eletti in Lombardia si segnala per il suo ingresso in Consiglio regionale Vittorio Feltri. Il fondatore e direttore editoriale di Libero, capolista di Fratelli d’Italia, ha ottenuto 6.076 preferenze. Appena pochi mesi fa si era dimesso dal Consiglio comunale di Milano, per problemi di salute. Non ce l’ha fatta invece il virologo Fabrizio Pregliasco: candidato nella lista civica di Pierfrancesco Majorino (candidato governatore per il Centrosinistra), ha ottenuto 2.005 preferenze. Troppo poche per un posto in Regione.
Niente da fare per Veronesi
Discorso antitetico per il fondatore e portavoce dei Sentinelli, Luca Paladini, anch’egli candidato con la civica di Majorino. Grazie alle 3.790 preferenze farà il suo esordio nel Consiglio regionale. Non è invece stato eletto in Lombardia il direttore d’orchestra Alberto Veronesi, figlio del celebre oncologo Umberto. Alle elezioni del 12 e 13 febbraio ha ottenuto 1.120 preferenze come candidato di Fratelli d’Italia. Non rientra nel Consiglio regionale lombardo l’ex assessore alla Sanità Giulio Gallera, malgrado 5.670 preferenze, secondo miglior risultato dopo quello di Gianluca Comazzi, consigliere uscente rieletto.
Dosio in Consiglio con 93 voti
Non ce l’ha fatta neppure l’ex direttrice del carcere di Bollate, Cosima Buccoliero, capolista del PD a Milano: aver superato il traguardo delle 3.400 preferenze non le è bastato per rientrare fra gli eletti. In Lombardia il recordman di preferenze è stato il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono (PD), che nella circoscrizione della sua città ha ottenuto 35.761 voti. “Sarà una esperienza non facile, dalla minoranza. Ma difenderò e rappresenterò i bisogni e i sogni, le attese e le speranze dei bresciani al meglio delle mie forze” ha dichiarato. Chi invece è riuscito a entrare in Consiglio con il numero minore di voti è Jacopo Dosio candidato a Monza per Lombardia Ideale – Fontana presidente. Alle elezioni ha avuto appena 93 preferenze che però sono state sufficienti.
Eletti nel Lazio
Avrà un posto nel Consiglio regionale del Lazio Donatella Bianchi, candidata presidente per il Movimento Cinque Stelle e capolista. È stata lei la più votata fra i pentastellati alle elezioni del 12 e 13 febbraio. L’ex vicepresidente della giunta di Zingaretti, Daniele Leodori, ha ottenuto molti consensi nella provincia di Roma. Adesso è praticamente certa la sua riconferma fra gli eletti in Consiglio regionale, in quota PD. Recordman di preferenze nel Lazio è Giancarlo Righini, consigliere regionale uscente molto vicino alla premier Giorgia Meloni e al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Il candidato di Fratelli d’Italia ha ricevuto più di 30mila voti.
L’exploit di Battisti
Per il Partito Democratico nel Lazio fa l’en plein di preferenze Sara Battisti. La compagna di Albino Ruberti, ex capo di gabinetto del sindaco Gualtieri noto per una rissa fuori da un ristorante in Ciociaria, ha ottenuto oltre 17mila preferenze nella provincia di Frosinone. In questo modo Battisti ha confermato il suo posto e ha ottenuto il miglior risultato per il suo partito nel Lazio.