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Mancini ct dell’Arabia è un caso: le stoccate di Claudio Ranieri e Mauro Berruto

Non c'è niente da fare, il modo in cui se n'è andato dall'Italia, con una pec il sabato di Ferragosto e senza dire la verità fino in fondo, ha indispettito tutti

La presentazione di Roberto Mancini quale nuovo commissario tecnico dell’Arabia Saudita, lunedì 28 agosto a Riyad accresce le discussioni in Italia su che personaggio sia davvero il tecnico marchigiano. In primo luogo perché è avvenuta a due settimane dalle sue dimissioni improvvise da ct dell’Italia. E poi perché le indiscrezioni sui contatti con gli arabi sono state tutte confermate. Anche e soprattutto sul piano dell’ingaggio multimilionario di Mancini.

Il quale, con i suoi circa 25 milioni di euro all’anno per 3 anni, diverrà l’allenatore di calcio più strapagato di tutto il mondo arabo. In Italia il mondo sportivo, dei tifosi, ma anche, più in generale, dell’opinione pubblica, non l’ha presa bene. Non conta il fatto che due anni fa Mancini ci ha fatto vincere gli Europei. Non basta. Mancini è anche l’allenatore che non è stato capace di portarci ai Mondiali del Qatar e non si è dimesso, quando forse sarebbe stato proprio il momento giusto per farlo.

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Da sin., Claudio Ranieri, Roberto Mancini e Mauro Berruto. Foto Ansa/VelvetMag

Che paese è l’Arabia

Quello dell’allenatore di Jesi è apparso a molti un modo di fare totalmente privo di stile e attenzione all’onore della maglia azzurra. E, di contro, molto attento ai petrodollari degli sceicchi dell’Arabia Saudita, uno dei paesi più autoritari, antidemocratici e contro i diritti umani che ci siano al mondo. Nel 2022, ha ricordato Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, l’Arabia del neo ct Mancini ha mandato a morte per impiccagione 196 persone e nella classifica mondiale di Reporters sans frontières sulla libertà di stampa è al 170° posto su 180.

Ranieri: “Non ci sono solo i soldi

Dopo la sconfitta contro l’Inter, domenica scorsa, l’allenatore dei sardi, Claudio Ranieri, ha parlato anche del suo futuro ai microfoni di Dazn non risparmiando una frecciata a Roberto Mancini. “La mia carriera da allenatore di club si chiuderà a Cagliari” ha spiegato Ranieri. “Se poi dovesse arrivare la nazionale giusta, che mi stuzzica… Ci penserei. Quella araba è già occupata? Francamente non ci sarei andato. Ho ancora stimoli diversi rispetto a quelli dei soldi“.

Ma il fatto che esattamente due settimane dopo le improvvise dimissioni da ct della nazionale italiana, Roberto Mancini abbia scelto di ripartire dall’Arabia Saudita ha sorpreso anche l’ex ct della Nazionale di pallavolo, Mauro Berruto. In un lungo post sul proprio profilo Instagram, Berruto, ora deputato del PD, ha affermato che “ciascuno di noi è padrone del proprio destino, così come ciascuno di noi, addetti ai lavori o tifosi, deve poter essere libero di chiamare questa decisione (di Mancini, ndr.) nel modo che ritiene più opportuno. Per me, per esempio, si chiama vilipendio alla maglia azzurra” le parole usate dal tecnico torinese.

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Roberto Mancini alla conferenza stampa in Arabia Saudita il 28 agosto 2023. Ansa/Epa

Caressa su Mancini

Ma non basta. Perché anche parte dei commentatori sportivi si è ribellata. Durante la trasmissione Sky Calcio Club, il giornalista Fabio Caressa ha parlato del nuovo incarico di Roberto Mancini come tecnico dell’Arabia Saudita. “Sono rimasto molto male – ha detto – non volevo pensare davvero che ci fosse l’Arabia Saudita. Caro Mancio, se ti volevi dimettere perché non c’era più entusiasmo, e in Olanda si era capito benissimo, allora dovevi dirlo dopo la Nations League. Se poi ha lasciato ora perché è arrivata l’Arabia è tutto molto più brutto“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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