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Settimana di fuoco per Meloni, fra Sgarbi e il caso Santanchè

La premier tenta di rassicurare gli imprenditori di Assolombarda con i dati dell'economia, ma sente aumentare il fiato sul collo di Salvini

Giorgia Meloni commenta al Corriere della Sera l’esito del Consiglio Europeo e spiega perché sui migranti l’Unione “ha cambiato passo.” Il salario minimo non la convince, la ratifica del Mes può attendere. Il caso Santanché non la preoccupa e nemmeno il PNRR: “Basta tafazzismo – dice – siamo vicinissimi all’obiettivo.

E sulla proposta di Salvini di un patto per unire il Centrodestra alle Europee, c’è tempo per riflettere, aggiunge. Di certo, però, per la premier comincia una settimana di fuoco, politicamente parlando.

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Il primo ministro italiano Giorgia Meloni. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Meloni e la grana Santanchè

Non bastavano infatti i ministri – vedi caso Santanchè – adesso ci si mettono pure i sottosegretari. Giorgia Meloni apre dunque una settimana caldissima con una nuova grana molto mediatica, quella degli epiteti sessisti del sottosegretario Vittorio Sgarbi al Maxxi di Roma.

Una grana che si somma a quella che si è aperta sulla ministra del Turismo Daniela Santanchè, da giorni sotto il fuoco di fila dell’opposizione per la conduzione delle sue aziende. Secondo un’inchiesta giornalistica di Report sulla Rai, la ministra avrebbe acquistato in passato aziende sane, seppure in difficoltà, dell’agroalimentare per poi condurle, di fatto, allo sfascio, usandole come ‘bancomat’ per spese politiche e private personali.

Il caso Santanchè è deflagrato e la ministra dovrà riferire in Parlamento. Ma anche il caso Sgarbi non è da poco perché, in entrambe le situazioni si tratta di personaggi pubblici che dovrebbero rappresentare l’immagine dell’Italia nel mondo. Due ostacoli da superare in fretta per il Governo anche perché Giorgia Meloni, reduce dalla sua vacanza-lavoro in Puglia, è stata a Milano il 3 luglio.

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Matteo Salvini con Marine Le Pen nel 2019. L’incontro si ripete. Foto Ansa/Matteo Bazzi

Incontro con gli imprenditori

Obiettivo: rassicurare gli imprenditori del Nord all’assemblea generale di Assolombarda. A cui partecipava anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Appuntamento importante viste alcune perplessità emerse da un mondo decisivo per la buona navigazione dell’esecutivo. Assolombarda infatti è l’associazione degli industriali della Città Metropolitana di Milano e delle Province di Lodi, Monza e Brianza e Pavia. In sostanza, per dimensioni e rappresentatività, è l’associazione più influente di tutto il Sistema Confindustria. “L’Italia ha mostrato una ripresa post-Covid che ci consegna un’economia in crescita oltre le aspettative” ha detto Giorgia Meloni agli imprenditori. “Prevediamo un rialzo a +1,2% del Pil nel 2023, una crescita superiore alla media Ue. Superiore alle principali economie continentali, 0,7% per la Francia, 0,2% quando va bene per la Germania. Stiamo dimostrando una affidabilità maggiore rispetto al resto dell’eurozona.

Meloni contro Marine Le Pen

In queste convulse giornate Matteo Salvini incontrerà la presidente del Rassemblement National: Marine Le Pen. Un nome divisivo per la coalizione di Centrodestra. L’incontro Salvini-Le Pen può essere fonte di problemi futuri per Giorgia Meloni. Specie dopo che il leader della Lega, giocando d’anticipo, ha chiesto a gran voce, attraverso un’intervista, che il Centrodestra si presenti unito con un patto scritto alle prossime elezioni europee del 2024. Anche qui silenzio da Meloni che però certamente non incontrerà Marine Le Pen. L’ambizione della premier, appena riconfermata presidente dei Conservatori europei, è quella di soppiantare i movimenti di estrema destra come il Rassemblement National. Per puntare a una moderna Europa di destra, scevra da un sovranismo euroscettico di vecchio stampo, nostalgico di fenomeni fallimentari come la Brexit.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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