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Migranti, dalla Francia nuovo attacco a Giorgia Meloni

Parigi sembra non aver ancora 'digerito' il cambio di Governo in Italia ma manifesta anche problemi di politica interna

Nuovo scontro tra Francia e Italia: la premier Giorgia Meloni replica alle accuse transalpine di non essere in grado di affrontare l’accoglienza dei migranti. Citato da Le Figaro in un articolo sulla crisi tra Parigi e Roma, il capo del partito del presidente Macron, Stéphane Séjourné, attacca Meloni accusandola di fare demagogia con una politica “ingiusta, disumana e inefficace.

E sostiene che “l’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana.” Immediata la replica di Giorgia Meloni, sebbene alquanto diplomatica. “Non è l’ideale usare noi per conti interni – dice la premier italiana da Praga dove si trova per un bilaterale – però ognuno fa le scelte che vuole fare.”

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Giorgia Meloni con Emmanuel Macron lo scorso ottobre. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Il 10 maggio è arrivato un affondo anche dalla Spagna. Con Yolanda Díaz, vicepremier e ministra del Lavoro nel governo socialista di Pedro Sánchez. La Díaz sostiene che con l’ultimo decreto Lavoro, l’esecutivo Meloni ha mostrato di voler “governare contro lavoratori e lavoratrici“, per “tornare” al modello dei “contratti spazzatura“.

L’attacco della Francia

L’affronto più pesante resta comunque quello francese. “L’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana” ha detto Stéphane Séjourné, capo di Renaissance. “Si deve denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza. Meloni fa tanta demagogia sull’immigrazione clandestina: la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace“. Secondo Le Figaro quello dell’uomo di Macron è un “messaggio che l’eurodeputato prevede di ripetere il 25 maggio a Roma, dove organizza un seminario del gruppo Renew a sostegno del PD.

La replica di Giorgia Meloni

Come detto, la presidente del Consiglio, Meloni, non ha esitato a replicare dalla Repubblica Ceca. “Evidentemente c’è qualche problema che devono risolvere” ha dichiarato. “Ma non credo sia un problema che hanno con noi. Evidentemente c’è qualche problema di tenuta del consenso che bisogna affrontare, ma è un problema interno. Non mi ci voglio infilare, capisco le difficoltà“. A chi le domandava se avesse mandato un messaggio al presidente francese Emmanuel Macron, la premier ha risposto: “No, no, a me interessa quello che dicono gli italiani del lavoro che faccio“.

In precedenza, il vicepremier Matteo Salvini aveva respinto l’attacco francese. “Toni inaccettabili e offensivi” ha scritto su Twitter. “La Francia non può dare lezioni a nessuno. Portino rispetto al Governo italiano“. E sempre su Twitter l’altro vicepremier, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha replicato a Madrid scrivendo che “spiace che la vicepremier spagnola Yolanda Díaz interferisca nella vita politica italiana dando giudizi inaccettabili sulle scelte del governo. Le difficoltà elettorali del suo partito non giustificano offese ad un partner e alleato europeo. Non è questo il modo di collaborare“.

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Il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin. Foto Ansa/Epa Christophe Petit Tesson

Il precedente di Darmanin

Ma tornando alla Francia c’è da sottolineare come appena lo scorso 4 maggio, meno di una settimana fa, il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, aveva riacceso lo scontro tra Francia e Italia dichiarando che Giorgia Meloni è “incapace di risolvere i problemi migratori” dell’Italia. Come al gioco dell’oca, tutto sembra tornare alla casella di partenza: lo scorso novembre, pochi giorni dopo l’insediamento della premier a Palazzo Chigi, il ministro francese aveva attaccato l’Italia per la gestione dello sbarco dei migranti della nave Ocean Viking, della ong Sos Mediterranée, poi sbarcata a Tolone. E adesso a rincarare la dose c’è il capo del partito di Macron.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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