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Massimo Giletti silurato: La7 chiude “Non è L’Arena”

Dal 16 aprile non sarà più in onda. Le voci su un passaggio del conduttore in Rai, ma anche i rumors circa le "rivelazioni" di Salvatore Baiardo

Con una decisione improvvisa e clamorosa La7 ha sospeso il programma Non è l’Arena di Massimo Giletti che da domenica prossima 16 aprile non sarà più in onda. Lo rende noto la stessa emittente, che “ringrazia Massimo Giletti per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione“.

Giletti rimane a disposizione dell’azienda, ma le dichiarazioni de La7 hanno fatto pensare più d’uno alla scomparsa definitiva della trasmissione e al possibile addio del giornalista conduttore alla rete di Urbano Cairo.

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Salvatore Baiardo ospite da Massimo Giletti. Foto Twitter @baffi_francesco

La risposta polemica di Giletti

Prendo atto della decisione di La7” dice Giletti, contattato dall’Adnkronos. “In questo momento, l’unico mio pensiero va alle 35 persone che lavorano con me da anni e che da un giorno all’altro – senza alcun preavviso – vengono lasciate per strada“.

Ipotesi ‘vendetta’ anti Rai

Quella fra La7 e Giletti appare come una rottura drastica. Nelle ultime settimane si erano diffuse voci sul possibile passaggio del conduttore alla Rai, alla testa di un programma dalla prossima stagione. Secondo le indiscrezioni che circolano a La7, sarebbero stati proprio i contatti avuti con la tv pubblica a determinare la rottura con l’emittente di Cairo. Di fronte alla prospettiva di un rapporto destinato a terminare, negli ultimi giorni l’azienda avrebbe deciso di accelerare i tempi arrivando alla sospensione del programma.

Sembra anche – si apprende ancora – che siano sorti problemi in relazione ai costi e alla raccolta pubblicitaria della trasmissione. Il passaggio di Giletti alla tv pubblica sarebbe in linea con il rinnovamento dei palinsesti che il Centrodestra vorrebbe realizzare a partire dalla prossima stagione televisiva. La programmazione autunnale della Rai sarà presentata a giugno e le decisioni in tal senso si prendono in queste settimane. Recentemente negli ambienti della Tv si ipotizzava un passaggio di Giletti a Rai Uno, ma secondo altre indiscrezioni il conduttore potrebbe approdare sulla seconda rete. Eventualmente nella serata del giovedì, storicamente occupata da talk di informazione.

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Urbano Cairo, editore de La7. Foto Ansa/Mourad Balti Touati

Dagospia: “Possibili altre ragioni

Il sito Dasgospia, però, indica un’altra possibile ‘pista’ che potrebbe contribuire a spiegare il drastico siluramento di Massimo Giletti e della trasmissione de La7 che ormai si incarnava con lui. Ovvero l’insistenza del conduttore a trattare in trasmissione questioni scottanti. Addirittura “pare che sia intervenuta la Dia (Direzione investigativa antimafia, n.d.r.)” scrive Dagospia. Un intervento che sarebbe avvenuto “a proposito delle svariate ‘rivelazioni’ su Matteo Messina Denaro concesse a Non è L’Arena da Salvatore Baiardo, uomo di fiducia dei fratelli Graviano (boss mafiosi accusati di stragi, n.d.r.)”.

Precisiamo che si tratta di argomentazioni che sono frutto di indiscrezioni tutte da provare. Tuttavia è cosa nota che Salvatore Baiardo, l’uomo che gestì la latitanza dei boss Graviano – un personaggio controverso – ha rilasciato a Giletti alcune interviste clamorose. Tutte sulla vicenda del super boss di mafia Matteo Messina Denaro, preconizzandone, lo scorso autunno, la malattia e l’arresto, poi effettivamente avvenuto il 16 gennaio di quest’anno.

Inoltre il 22 gennaio scorso, dopo la fine della trentennale latitanza del ricercato numero uno in Italia, Baiardo aveva sostenuto da Giletti a Non è L’Arena che Matteo Messina Denaro avrebbe ancora poco tempo per vivere, ricorda Open. “Penso non ne abbia per molto, altrimenti non succedeva quanto è successo, almeno questo presumo” aveva affermato. Inoltre Baiardo aveva detto di non poter svelare in tv l’identità di chi gli disse che l’ultimo dei Corleonesi era malato, nel novembre 2022.

“Giletti, lei è in pericolo”

In quell’occasione Baiardo aveva parlato anche della famigerata agenda rossa del giudice Paolo Borsellino, mai ritrovata. “Il passaggio di mano dell’agenda rossa l’ho visto nel ’92-93. Ho visto dei fogli che la riproducevano. Io dico che Graviano non era lì come dicono i pentiti a proposito dell’omicidio di Borsellino. Graviano ha 12 ergastoli. Non devo difenderlo per fargliene togliere uno». Infine, Baiardo si era rivolto a Massimo Giletti sostenendo che fosse in pericolo: Lei sta rischiando parecchio. A 360 gradi. Fa del buon giornalismo, ma sta rischiando, e non solo a livello di mafia“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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