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Lunedì in Albis (o dell’Angelo): il significato di questa giornata

Si parla del giorno successivo alla Pasqua, detto comunemente anche Pasquetta

Alla giornata che segue la Pasqua è legata una ricca tradizione, anche al livello di denominazione. Questo giorno è detto Lunedì in Albis, Lunedì dell’Angelo, Lunedì di Pasqua o, più comunemente, Pasquetta. Inoltre, anche il significato di questa giornata sembra assumere aspetti differenti.

Nel calendario liturgico cattolico il giorno che segue la Pasqua è chiamata Lunedì dell’Ottava di Pasqua. Oltre al più comunemente noto nome, Pasquetta, questa giornata è definita anche Lunedì dell’Angelo, perché ricorda il giorno in l’angelo incontrò le donne giunte al sepolcro vuoto di Gesù. Per tradizione, inoltre, questa giornata è conosciuta anche come Lunedì in Albis. Ma proprio in merito a questa ultima definizione pare si faccia riferimento ad un ‘errore‘. Infatti, canonicamente esiste solo un giorno definito “in albis” e non è il lunedì che segue la Pasqua.

Lunedì in Albis o dell'Angelo
Le Marie al sepolcro, Bartolomeo Schedoni presso la Galleria nazionale di Parma @Crediti Wikipedia – VelvetMag

Il Lunedì dell’Angelo

La Pasquetta è il giorno che allunga le festività di Pasqua. In questo giorno, dal punto di vista cristiano cattolico, si ricorda l’incontro dell’angelo con le donne giunte al sepolcro di Gesù. Come racconta il Vangelo, il giorno dopo la Pasqua, Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto. Le donne si recarono in questo luogo per imbalsamare con olii aromatici il corpo di Gesù. Giunte al sepolcro, però, le tre donne trovarono il grande masso, che chiudeva la tomba, spostato. In quel momento, mentre le tre donne cercavano di capire cosa fosse successo, apparve loro un angelo. Quest’ultimo, come si legge in Mc 16,1-7, disse: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto. Venite a vedere il luogo dove era deposto“.

L’angelo aggiunse infine: “Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli“. Così, le primi testimoni della Resurrezione di Gesù iniziarono a diffondere quanto accaduto. Benché la tradizione faccia riferimento ai testi sacri, tuttavia nel tramandare la tradizione stessa si possono commettere errori e falsi storici che, consolidandosi, diventano parte integrante di una cultura. Questo è quanto si può dire del Lunedì dell’Angelo o Lunedì in Albis. Partendo dall’incontro di Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe e Salomè, è bene chiarire che nel Vangelo si parla del “giorno dopo la Pasqua“. In questo caso è necessario specificare che non si può considerare la festività cristiana (quindi la Domenica dopo la Quaresima), che ancora difatti non poteva esistere, bensì quella ebraica. Quest’ultima, ai tempi in cui furono scritti i Vangeli infatti, ricadeva di sabato e coincideva con la commemorazione della liberazione del popolo eletto da parte di Mosè.

Gli errori del Lunedì in Albis

Stando a questi presupposti di base, il giorno in cui le tre donne incontrarono l’angelo sarebbe domenica e non lunedì. Tuttavia, lo Stato italiano ha confermato la versione erronea, rendendo festivo il giorno dopo Pasqua, la Pasquetta (per noi Lunedì). Ma questo giorno contiene nella sua ricorrenza un altro errore: ovvero il nome “in Albis“. Infatti, canonicamente, esiste solo un giorno definito con questo nome ed è la domenica successiva a quella di Pasqua (quella che precede è, invece la Domenica delle Palme). Questo nome, Domenica in Albis, deriva dall’antica tradizione di battezzare i neonati la notte di Pasqua. Un usanza molto diffusa anche ai nostri giorni. Per i Cristiani, durante la cerimonia, i bambini indossano una veste bianca che simboleggia la ritrovata purezza e la liberazione dal peccato originale.

Veste bianca del battesimo
Veste bianca battesimale – VelvetMag

L’errore del Lunedì in Albis nasce dal fatto che, fino ad un paio di decenni fa, i bambini battezzati nella notte di Pasqua dovevano portare la veste bianca per sette giorni. Solo la domenica successiva, i bambini potevano togliere il vestito bianco, albis in latino, che deponevano in Chiesa nel corso di una cerimonia solenne. I testi religiosi parlano di Settimana in Albis (in vestiti bianchi) e di Domenica in Albis per indicare il giorno della funzione. In alcun testo, però, si trova la definizione Lunedì in Albis. A conferire tale titolo il fatto che, probabilmente, si trattasse del primo giorno in cui aveva inizio la settimana delle vesti bianche. Difatti, però, come in diverse altre tradizioni, possiamo parlare anche in questo caso di un mescolamento tra la tradizione religiosa e la tradizione popolare.

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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