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L’ondata dei nazional-conservatori in Europa è inarrestabile?

In Finlandia come in Svezia per la complicità dell'attuale congiuntura internazionale

In Finlandia come in Svezia, crollano i social-democratici e stravincono i partiti di centro-destra. A Helsinki difatti il leader dei conservatori, Petteri Orpo, ha ottenuto la maggioranza dei seggi e potrebbe essere il prossimo primo ministro, al posto della socialdemocratica Sanna Marin.

Ma il vero dato eclatante di queste elezioni finlandesi è stato la rimonta del partito nazional-sovranista, i Veri Finladesi, che si piazza come secondo partito per preferenze. La sua leader, Riikka Purra, raggiunge come accaduto a Fratelli d’Italia un risultato storico. E c’è già chi sulle testate internazionali paragona la sua scalata politica a quella del nostro presidente del Consiglio Giorgia Meloni. 

Riikka Purra leader del partito nazionalista in Finlandia/ FOTO ANSA

Dalla Svezia alla Finlandia l’ondata dei partiti nazional-conservatori in Europa sembra oggi  inarrestabile. Raccogliendo il maggior numero di consensi nelle ultime tornate elettorali, e rendendosi protagonisti di autentiche scalate politiche che li vedono passare in breve tempo e in molti casi dal 4% al 20% . La loro affermazione suggerisce più che il crollo di una vera e propria area politica, socialdemocratica o liberal-moderata.  Il declino di un establishment di riferimento e di potere: dove in ogni Paese alcuni partiti incarnano inevitabilmente più di altri “la vecchia politica” e vengono dunque percepiti come i principali responsabili del fallimento dell’ordine mondiale pre-pandemia.

I nazional-conservatori vincono in tutta Europa: la “nuova” idea dello Stato e il peso della guerra in Ucraina

Sotto la lente di ingrandimento dei partiti nazional-conservatori troviamo spesso temi comuni che vanno dall’immigrazione a una maggiore salvaguardia dei prodotti nazionali e delle tradizioni locali, fino alla revisione di alcuni meccanismi dell’Unione Europea. In termini tecnici questi progetti politici si traducono in due principali obbiettivi: un rallentamento della globalizzazione per ottenere un maggiore peso e raggio d’azione per gli Stati Nazionali. Lo scoppio della guerra in Ucraina e l’arrivo della pandemia in questo senso, hanno accelerato oggi il travaso di consensi verso i partiti nazionalisti, perché questi due potentissimi shock esogeni hanno mostrato al mondo intero prima di tutto le debolezze della globalizzazione e il nuovo essenziale ruolo dello Stato. Inteso come comunità specchio in cui rifugiarsi, a cui appellarsi difronte alle emergenze globali, come la pandemia, il cambiamento climatico o la guerra.  

Vittoria partito nazionalista in Finlandia/ FOTO ANSA/ JARNO KUUSINEN

I conservatori stanno giovando non poco dell’indebolimento a livello politico del concetto di “comunità internazionale”, che a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina è in una profonda crisi. Al suo posto difatti all’orizzonte si affacciano minacciosamente due ordini mondiali distinti, capitanati dagli USA e dalla Cina, che stanno già dividendo il globo. La pandemia aveva già indebolito i maggiori partiti di governo, mostrando a tutti i limiti delle infinite catene di approvvigionamento su cui la globalizzazione per decenni si era incentrata. Ma è la retromarcia oggi degli USA nei confronti della Cina a gettare ulteriore benzina sul fuoco, rinforzando e promuovendo al livello globale un ritorno a politiche economiche maggiormente protezionistiche. Appannaggio da sempre in Europa dei partiti conservatori, che incassano in quest’inversione di marcia una conferma storica.

La nuova congiuntura internazionale punisce “i vecchi” partiti

L’ordine mondiale pre-pandemia si è rivelato troppo fragile. Nel Vecchio Continente è sempre più forte la necessità di una rottura con il passato. E i partiti conservatori in questo contesto offrono un ripensamento strutturale del sistema. Essendo rimasti sempre ai margini, e promuovendo da anni il nazionalismo a scapito del globalismo, come maggior protezionismo contro il neoliberismo sfrenato. Ora però il più importante banco di prova sarà alle prossime elezioni europee 2024. Dove la galassia conservatrice potrebbe attrarre il PPE, il Partito Popolare Europeo. Realizzando anche a livello comunitario quello che sta accadendo all’interno degli Stati membri: un matrimonio fra i liberali e i partiti nazional-conservatori.

Presidente del Consiglio Giorgia Meloni/ FOTO ANSA

   

Chiara Cavaliere

Attualità, Spettacolo e Approfondimenti

Siciliana trapiantata nella Capitale, dopo la maturità classica ha coltivato la passione per le scienze umane laureandosi in Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. Senza mai abbandonare il sogno della recitazione per cui ha collaborato con le più importanti produzioni cinematografiche italiane tra cui Lux Vide, Lotus e Italian International Film.
Si occupa di attualità e degli approfondimenti culturali e sociali di MAG Life, con incursioni video. Parla fluentemente inglese e spagnolo; la scrittura è la sua forma di attivismo sociale. Il suo mito? Oriana Fallaci.

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