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“La casa dell’Ucraina è l’Europa”, trionfo di Zelensky a Bruxelles

Roberta Metsola sprona gli Stati della Ue a mandare subito a Kiev i caccia bombardieri. Oggi il Consiglio europeo

Il Parlamento europeo ha accolto fra gli applausi il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, giovedì 9 febbraio. “L’Europa significa libertà, questa è la casa dell’Ucraina” ha affermato. La presidente Roberta Metsola ha invitato gli Stati membri a “considerare, rapidamente, di fornire sistemi a lungo raggio e i jet necessari” a Kiev.

La guerra, dunque, va verso un’escalation, e non solo da parte russa. Di pace non si parla. Zelensky poi interverrà al Consiglio Ue. In programma anche un bilaterale con Giorgia Meloni.

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky pronuncia il suo discorso al Parlamento Ue il 9 febbraio 2023. Foto Ansa/Epa Julien Warnand

Zelensky ringrazia “ogni villaggio d’Europa

L’Ue per la prima volta ha inviato massicci aiuti militari e sta valutando positivamente le nostre riforme. L’Ucraina vincerà e diventerà membro dell’Ue“, ha detto Zelensky pronunciando il suo discorso nell’emiciclo di Bruxelles. “Il destino dell’Europa non è mai dipeso dai politici, ma da ognuno di noi“, ha aggiunto Zelensky rivolgendosi direttamente ai cittadini europei e ringraziando “ogni villaggio per il sostegno dato all’Ucraina.

Metsola vuole dare i jet all’Ucraina

Una giornata storica per l’Europa“, ha scritto su Twitter la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola. “Conosciamo il sacrificio che il vostro popolo ha sopportato per l’Europa e dobbiamo onorarlo non solo con le parole ma anche con i fatti“, ha detto la presidente dell’Eurocamera aprendo la sessione plenaria. “Gli Stati devono considerare, rapidamente, come passo successivo, di fornire sistemi a lungo raggio e i jet necessari per proteggere la libertà che troppi hanno dato per scontata“, ha aggiunto Metsola.

Zelensky elemento di divisione?

Ma se Metsola, che in quanto presidente dell’Eurocamera non ha potere sugli Stati, chiama di fatto a un’intensificazione della guerra, di fronte al presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, i dirigenti politici dei paesi della Ue entrano in agitazione. Perché sono alle prese con opinioni pubbliche non del tutto propense a continuare a sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina che da un anno deve rifendersi dagli invasori russi. Lo dimostra la polemica che Giorgia Meloni ha innescato il 9 febbraio da Bruxelles, polemizzando col presidente della repubblica francese, Emmanuel Macron, il quale, a sua volta, c’ha messo del suo.

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Giorgia Meloni a Bruxelles il 9 febbraio 2023. Foto Ansa/Epa Stephanie Lecocq

Cosa ha detto Giorgia Meloni

La presidente del Consiglio ha definito “inopportuna” la scelta del presidente francese di invitare il presidente dell’Ucraina a Parigi prima del vertice europeo a Bruxelles. “Credo che la nostra forza in questa vicenda sia l’unità e la compattezza” ha scandito Meloni ai cronisti. “Capisco la questione politica interna, ma ci sono momenti nei quali questo rischia di andare a discapito della causa“.

Zelensky e l’Ucraina nella Ue

E intanto, fra i litiganti, Zelensky ‘gode’, per parafrasare il proverbio. Vale a dire che il presidente dell’Ucraina incassa il pieno appoggio del Parlamento europeo. E questo dopo aver ricevuto sostegno e standing ovation a Westminster, il Parlamento britannico, l’8 febbraio. Le prime sortite all’estero di Zelensky da quando la Russia ha invaso l’Ucraina costituiscono per l’establishment ucraino, e per lui personalmente, una nuova iniezione di fiducia e di promesse di armi pesanti.

Bilaterale con Meloni

Non si tratta solo  di un ‘tour’ di immagine, con Macron che ha conferito a Zelensky la medaglia della Legion d’Onore. Ma, al contrario, di un tour molto sostanziale, nell’ambito del quale rientra anche il bilaterale con Giorgia Meloni. La premier italiana è alla testa di un paese, il nostro, che è in fondo alla classifica degli aiuti militari all’Ucraina ma rappresenta pur sempre il 30% del Pil dell’Unione europea. E il presidente dell’Ucraina ora vuole un maggiore impegno di sostegno bellico da parte dei paesi NATO. Fattore, questo, che sta spiazzando più d’un leader in Occidente. A cominciare dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale ha faticato ad approvare l’invio in Ucraina dei carri armati Leopard 2.

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I residenti locali ricevono aiuti umanitari a Bakhmut, regione di Donetsk. Foto Ansa/Epa Oleg Petrasyuk

Bakhmut, Termopili d’Ucraina

A fronte dell’offensiva che la Russia si appresterebbe a lanciare a primavera con grande dispiego di mezzi, la guerra rischia sempre di più di allargarsi. E di coinvolgere direttamente i soldati dell’Alleanza atlantica. A un anno dall’invasione dell’Ucraina, la Russia vuole almeno tutto il Donbass. Le regioni di Donetsk e Lugansk, sono tornate a essere il cuore della guerra in Ucraina. A Bakhmut i russi combattono da settimane senza riuscire a sfondare. E c’è chi parla di Termopili d’Ucraina, ovvero di una “fortezza inespugnabile” tale da rievocare la battaglia delle Termopili nell’antica Grecia, quando nel 480 a. C. un pugno di soldati tenne testa alle forze soverchianti degli invasori persiani. Un nuovo, spaventoso, anno di morte e dolore per le popolazioni dell’Ucraina sembra appena agli inizi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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