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Qatargate, trema Cozzolino: il PD voterà per la revoca dell’immunità

Si allarga lo scandalo che scuote il Parlamento europeo, nei guai il dem campano che però non è indagato

Lo scandalo Qatargate al Parlamento europeo scuote ogni giorno di più il Centrosinistra e in particolare il Partito Democratico. Il 2023 appena cominciato rischia di rivelarsi politicamente letale per una buona parte delle forze di opposizione al Governo Meloni. 

Il 3 gennaio il capo delegazione del PD a Strasburgo, Brando Benifei, ha dichiarato alla trasmissione Agorà su Rai Tre che il gruppo transnazionale dei Socialisti e Democratici voterà a favore della richiesta di revoca dell’immunità parlamentare. Sia per il dem Andrea Cozzolino e per tutti gli altri europarlamentari implicati nel Qatargate.

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L’eurodeputato dem Andrea Cozzolino. Foto Ansa/Ciro Fusco

Qatargate, chi è implicato

Secondo Benifei dalle tangenti del Qatargate emerge come oggi ci sia la necessità di dirci che chi fa politica quando finisce non può fare qualsiasi cosa. Ora serve una reazione di sostegno sul fronte della magistratura: noi sosterremo le richieste della magistratura di revocare le immunità“. La magistratura belga ha chiesto all’Eurocamera di revocare l’immunità a Cozzolino ma anche al belga Marc Tarabella. La presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, ha preannunciato che non ci sarà “nessuna impunità“. Dal canto suo Andrea Cozzolino ha precisato che è pronto a farsi interrogare.

“Corruzione e riciclaggio”

I giudici hanno intanto rinviato al 16 gennaio l’udienza della seconda sezione della corte d’appello di Brescia per Silvia Panzeri. Si tratta della figlia dell’ex eurodeputato del gruppo Socialisti e Democratici, Pier Antonio Panzeri. Lo scorso 9 dicembre i pm di Bruxelles hanno fatto arrestare Panzeri, la vicepresidente del Parlamento Ue, Eva Kaili, il suo compagno Francesco Giorgi, e il dirigente di una ong per i diritti umani, Niccolò Figà Talamanca.

I pubblici ministeri belgi ritengono Panzeri, arrestato con l’accusa di corruzione e riciclaggio, fra i maggiori responsabili Qatargate. Beneficiario, cioè, di mazzette da parte del Qatar e del Marocco al fine di migliorare l’immagine internazionale di questi paesi, il cui standard di rispetto dei diritti umani è considerato molto basso.

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Silvia Panzeri rischia di dover affrontare il carcere in Belgio. Foto Ansa Fabrizio Cattina

Moglie e figlia di Panzeri

Nell’inchiesta sono finite anche moglie e figlia di Panzeri, ex segretario della Camera del lavoro di Milano ai tempi in cui era esponente di spicco della Cgil. Silvia Panzeri, 38 anni, avvocatessa, è stata arrestata su mandato di arresto europeo. La madre Maria Dolores Colleoni, anche lei ai domiciliari con le stesse accuse, è invece in attesa che la Cassazione fissi una data per discutere il ricorso dei difensori che si sono apposti al sì alla consegna deciso dai giudici d’appello di Brescia il 19 dicembre scorso.

Per Silvia Panzeri si tratta della seconda udienza per il Qatargate dopo il mandato di arresto europeo lo scorso 9 dicembre. Secondo il procuratore di Bruxelles, Michel Claise, insieme alla madre Maria Dolores Colleoni la 38enne “sembra essere pienamente consapevole delle attività” di Panzeri. Anche Colleoni si trova, come la figlia, ai domiciliari con le stesse accuse e in attesa che la Cassazione fissi una data per discutere il ricorso della difesa dopo il sì alla consegna al Belgio, come detto. Il che significa che la giustizia italiana potrebbe consegnare il caso delle due donne all’esame del tribunale di Bruxelles.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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