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Covid: quarantena dimezzata per i non vaccinati

Ai Giochi olimpici invernali di Pechino positivo l'azzurro Kevin Fishnaller

Si dimezza, passando da 10 a 5 giorni, la quarantena Covid per le persone non vaccinate. Così come per coloro che abbiano effettuato solo il ciclo vaccinale primario – 2 dosi – da più di 120 giorni e che siano entrate in contatto stretto con un positivo. Lo prevede una circolare del ministero della Salute, che aggiorna le misure di quarantena e autosorveglianza per i contatti stretti. Secondo il provvedimento – che si applica a persone che non manifestano sintomi – la cessazione della quarantena è condizionata all’esito negativo di un test finale rapido o molecolare. Inoltre è obbligatorio indossare la mascherina FFP2 anche per i 5 giorni successivi all’esito negativo del tampone.

Covid, contatti con positivi

Diverse sono le disposizioni anti Covid per chi viene a contatto con un positivo ma ha la totale copertura vaccinale. Ha fatto, cioè, anche la terza dose di richiamo oppure risulta guarito negli ultimi 120 giorni. Per queste categorie le norme dispongono soltanto l’autosorveglianza di 5 giorni e l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 per 10 giorni in tutto. Se non sono emersi sintomi non serve un tampone negativo in uscita, così come già prevedeva il decreto di fine dicembre.

Autosorveglianza, cosa è

L’autosorveglianza (o auto-diagnosi) non obbliga una persona che ha avuto un contatto stretto con un positivo a rimanere in casa. Non è quindi la stessa cosa della quarantena. La persona in autosorveglianza – ad esempio chi ha completato il ciclo vaccinale e ricevuto anche la dose booster ma è stato a contatto con un positivo –  può uscire e vivere normalmente. Deve però rispettare alcune precauzioni. Ovvero, per i 5 giorni successivi al contatto stretto può uscire senza dover osservare alcuna quarantena. Ma deve fare una auto-diagnosi del suo stato di salute.

Olimpiadi in Cina, crescono i casi Covid

Notizie di crescita del Covid arrivano intanto dai Giochi olimpici invernali di Pechino, in Cina. Nel primo giorno di gare, ieri 4 febbraio, gli organizzatori hanno registrato altri 45 nuovi casi, 25 dei quali riguardano atleti e membri dei team. I nuovi dati portano a 353 il totale dei contagi registrati ai Giochi a partire dal 23 gennaio. Il numero dei positivi è più del doppio dei 21 casi registrati il giorno precedente ma gli organizzatori non sono preoccupati per l’aumento. “Il numero complessivo è aumentato, ma rientra nelle nostre aspettative“, ha affermato Huang Chun, vicedirettore del Comitato organizzatore dell’Ufficio per la prevenzione e il controllo delle pandemie di Pechino.

Fischnaller in isolamento

Con la maggior parte degli atleti e dei membri delle squadre ora sul posto, gli organizzatori prevedono che i casi positivi inizieranno a diminuire. “In generale pensiamo che la situazione sia sotto controllo“, ha detto ancora Chun. Tra le persone risultate positive al Covid anche lo slittinista azzurro Kevin Fischnaller. “L’atleta è stato isolato e posto sotto osservazione medica a Yanqing“, comunica ufficialmente il Coni che “sta applicando rigidamente le regole stabilite nel Playbook per proteggere i partecipanti ai Giochi e la popolazione cinese. Auguriamo a Kevin una pronta guarigione!“.

La delusione di Kevin

E questo è tutto, è stata l’ultima run della mia stagione. A causa del test positivo al Covid non mi è permesso competere al più grande evento dell’anno, le Olimpiadi“. Questo lo sfogo di Kevin Fischnaller su Instagram. L’azzurro ha pubblicato la foto della sua ultima prova, prima che l’esito del tampone lo costringesse all’isolamento e a rinunciare ai Giochi. “Ero devastato quando ho saputo il risultato, tutto il lavoro degli scorsi anni per niente. Grazie per tutti i messaggi gentili che ho ricevuto e buona fortuna agli atleti là fuori“, ha concluso lo slittinista azzurro.

Fishnaller
Olimpiadi già finite per Kevin Fishnaller. Foto Instagram @kev.fisch

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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