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Manovra di bilancio, Bruxelles boccia l’Italia di Conte: “Così non ci siamo…”

Doccia fredda dell’Europa sull’Italia. Roma è chiamata a essere più virtuosa. Da Bruxelles le autorità dell’Unione chiedono al governo di Giuseppe Conte chiarimenti circa le misure della manovra economica. Approfondimenti che – scrive la Commissione europea – dovranno arrivare entro il 23 ottobre.

Il piano italiano “non rispetta il target di riduzione del debito per il 2020” è il verdetto di Bruxelles. La bozza del bilancio dello Stato italiano prevede un peggioramento del deficit strutturale di 0,1% del Pil. Ma questo fatto “manca il raccomandato aggiustamento strutturale di 0,6%”. Inoltre c’è “un aumento della spesa dell’1,9%, che eccede la riduzione raccomandata di almeno lo 0,1%”. Elementi che “appaiono non in linea” con le raccomandazioni, puntando ad un rischio di deviazione significativa” dallo “sforzo raccomandato”.

Nella notte fra ieri e oggi 22 ottobre, dopo un intenso “round” di incontri e un vertice di maggioranza lungo oltre due ore e mezza, è arrivato l’accordo sul decreto fiscale. Non è però la parola fine alle discussioni all’interno della maggioranza. Sono da definire alcuni aspetti sulle partite Iva e la legge di bilancio non è ancora definitivamente chiusa.

Il Movimento Cinque Stelle e il Pd hanno trovato un’intesa di massima su nodi ancora aperti. Dal carcere agli evasori fiscali al tetto al contante. E alle multe per gli esercenti che non consentono ai clienti di effettuare pagamenti elettronici.

Arriva una novità anche per il “superbonus della Befana” fortemente voluto dal premier Conte. Come previsto, scatterà dal gennaio 2021 ma premierà solo le spese effettuate con carte e bancomat a partire da luglio 2020. Dal Pd e da Leu emerge insofferenza per i modi in cui i Cinque stelle hanno rimesso in discussione quanto fatto la scorsa settimana in Consiglio dei ministri. Il governo Conte bis sembra correre verso un bivio decisivo: superare lo stato di tensione quotidiana o rassegnare le dimissioni.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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