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Italiani popolo di tatuati, le donne battono gli uomini

In Italia sono circa 7 milioni le persone che hanno almeno un tatuaggio sulla pelle. Significa che il tattoo è, se non una passione quantomeno un interesse. E lo è per il 12,8% della popolazione.

Complessivamente in Europa si stima che siano oltre 60 milioni i cittadini con tatuaggi, su oltre 500 milioni di abitanti. Una decisione, quella di dipingersi il corpo, presa il più delle volte per motivi estetici. Non solo, però. Esiste una piccola fetta di popolazione che si reca dai tatuatori per scopi medici.

Dati, numeri e curiosità emergono da un’indagine dell’Istituto superiore di sanità (Iss) italiano. L’ente ha deciso di dedicare ai tattoo una sezione del suo sito Epicentro. Lo studio dell’istituto, su un campione di 7.608 persone dai 12 anni in su, mostra che si arriva al 13,2% degli italiani. Ciò se si considerano anche gli ex-tatuati, coloro che, pentiti, hanno cercato di eliminare le tracce dei tattoo.

I tatuaggi sono più diffusi tra le donne (13,8%) che tra gli uomini (11,7%). Le prime preferiscono farseli fare su schiena, piedi e caviglie, mentre i secondi su braccia, spalla e gambe.

Il primo tatuaggio si fa generalmente a 25 anni. Tuttavia la fascia d’età più rappresentativa è quella tra va dai 35 e ai 44 anni (23,9%). Con una prevalenza quasi doppia rispetto alla popolazione generale. Non mancano anche minorenni tra i 12 e 17 anni con tatuaggi (7,7%).

C’è poi uno 0,5% di tatuati italiani che si sottopone a tatuaggi con finalità mediche. Per esempio sul capezzolo o il tatuaggio endoscopico (per marcare le lesioni nel colon che vanno controllate), e un 3% che lo fa per finalità estetiche (il cosiddetto trucco permanente). Il 76,1% dei tatuati si rivolge a un centro specializzato, il 9,1% a un centro estetico, mentre il 13,4% lo fa al di fuori dei centri autorizzati. Poco più della metà (58,2%) è informato sui rischi e solo il 41,7% sulle controindicazioni.

Photo credits: Twitter

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