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Von der Leyen evoca la guerra in Europa: “Non è impossibile, bisogna prepararsi”

Di fronte all'Eurocamera la presidente, in corsa per farsi rieleggere, chiede una politica di forte riarmo agli Stati dell'Unione "per i prossimi 5 anni"

Una guerra in Europa forse “non è imminente”, ma “non è impossibile”: lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il capo dell’esecutivo dell’Unione è intervenuto all’assemblea plenaria del Parlamento a Strasburgo, il 28 febbraio. E ha sottolineato che l’Europa “si deve svegliare” e anche “in fretta”. “Vediamo la potenza e i pericoli generati da una crescente e inquietante lega di Stati autoritari. La Corea del Nord sta consegnando ordini su ordini di munizioni alla Russia. E l’Iran fornisce droni d’attacco, e soprattutto la tecnologia che li supporta, per infliggere danni indicibili alle città e ai cittadini ucraini”.

I progressi fatti finora nel campo della difesa, afferma von der Leyen, “dimostrano che l’Europa ha iniziato a comprendere l’urgenza e la portata della sfida che ci aspetta. Ma c’è molto altro da fare. E dobbiamo muoverci velocemente. La minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile“. “I rischi di una guerra – ha detto ancora von der Leyen – non dovrebbero essere esagerati, ma bisogna prepararsi. E tutto ciò inizia con l’urgente necessità di ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri. L’Europa dovrebbe sforzarsi di sviluppare e produrre la prossima generazione di capacità operative vincenti. E di garantire che disponga della quantità sufficiente di materiale e della superiorità tecnologica di cui potremmo aver bisogno in futuro. Il che significa potenziare la nostra capacità industriale della difesa nei prossimi 5 anni“, conclude.

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Ursula von der Leyen al Parlamento Ue il 28 febbraio 2024. Foto Ansa/Epa Ronald Wittek

“La pace permanente? Un’illusione”

La continua guerra a Gaza e la destabilizzazione su larga scala in Medio Oriente – ha detto ancora von der Leyen – indicano un’era di insicurezza e conflitto. Nella regione e non solo. E assistiamo al continuo aumento della concorrenza economica aggressiva e delle distorsioni, che portano con sé alcuni rischi molto reali per la sicurezza europea. Quindi, per dirla senza mezzi termini, come ha fatto il mese scorso il presidente uscente della Finlandia Sauli Niinistö: ‘L’Europa deve svegliarsi’. E, aggiungerei, con urgenza. Perché qui c’è molto in gioco: la nostra libertà e la nostra prosperità. E dobbiamo iniziare a comportarci di conseguenza” ha concluso la presidente della Commissione.

Von der Leyen ha quindi ricordato come “negli ultimi anni molte illusioni europee sono andate in frantumi“, come “l’illusione che la pace sia permanente“. “L’illusione – ha continuato von der Leyen – che la prosperità economica possa essere più importante per Putin che distruggere un’Ucraina libera e democratica. L’illusione che l’Europa da sola stesse facendo abbastanza in materia di sicurezza, che sia economica o militare, convenzionale o informatica. Se ci guardiamo intorno, è chiaro che non c’è più spazio per altre illusioni. Vladimir Putin ha utilizzato il dividendo della pace per preparare la sua guerra. Di conseguenza, il mondo è pericoloso come lo è stato per generazioni. La brutale guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina è giunta al suo terzo anno ed è più radicata e intensa che mai“.

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Palazzo Chigi a Roma, sede del Governo italiano, con i colori dell’Ucraina. Foto Ansa/Claudio Peri

La guerra, la NATO e la Russia

Bisogna tenere in considerazione che Ursula von der Leyen è in campagna elettorale per farsi rieleggere presidente della Commissione, dopo la sua candidatura da parte del Partito popolare europeo (Ppe). La sua eventuale nomina avverrà a discrezione del Consiglio europeo – cioè dell’organismo che raduna i capi di Stato e di Governo dei paesi dell’Unione – ma tenendo conto dei risultati delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Ue. Consultazione elettorale che si svolgerà dal 6 al 9 giugno 2024.

Anche l’Italia si sta preparando

Tuttavia è la prima volta dallo scoppio della guerra in Ucraina che la presidente della Commissione lancia un’esplicito allarme sul fatto che la guerra possa arrivare anche nelle nostre case. Del resto in questi giorni il presidente francese, Emmanuel Macron, ha ventilato l’invio di truppe della NATO a Kiev per combatterei i russi a fianco degli ucraini. Gli è stato risposto che questa ipotesi non esiste. Intanto, però, è stata messa sul piatto delle prossime scelte belliche. Di certo il riarmo della NATO e dell’Europa è già abbondantemente in corso e l’Italia intende varare una riserva militare in caso di attacco bellico. Non solo, nel nostro Paese stazionano decine di bombe atomiche e testate nucleari all’interno delle basi militari della NATO. Ed è soprattutto fra la Lombardia (la base di Ghedi, Brescia) e il Friuli (la base di Aviano, Pordenone) che parte della popolazione teme il peggio. Ossia divenire bersaglio di primo colpo o di ritorsione russa in caso di allargamento della guerra in Ucraina al resto d’Europa.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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