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Meteo: stop all’anticiclone. Tornano freddo, pioggia e neve

L'inverno si prepara alla rivincita dopo un lungo periodo di dominio delle temperature anomale su gran parte dell'Italia

Stop all’anticiclone, le previsioni meteo indicano il ritorno della pioggia. Attenzione, però. Tutto ciò accadrà fra una decina di giorni, non per la prima parte della prossima settimana. Gli esperti del sito www.iLMeteo.it spiegano che è in arrivo una svolta dopo un lungo periodo di dominio anticiclonico. Ed è questo il punto. Abbiamo adesso sull’Italia temperature fin troppo miti (pianure settentrionali escluse), inquinamento, siccità. E mancanza di neve anche sulle nostre montagne, proprio nel cuore dell’Inverno.

Del resto si è visto bene anche dalle immagini di Plan de Corones in Val Pusteria (Alto Adige), dove si stanno svolgendo i campionati di sci. La neve non è moltissima, potrebbe essere davvero più abbondante se non fossero in atto i cambiamenti climatici. L’attenzione degli esperti meteo si focalizza ora sulla giornata di venerdì 9 febbraio. Da quel momento in avanti potrebbe materializzarsi un vero e proprio sblocco atmosferico. La causa va ricercata nella pulsazione di una vasta depressione (ciclone) in discesa dal Nord Atlantico, sospinta da correnti d’aria fredde e instabili di origine polare, in grado di pilotare una perturbazione intensa dapprima verso l’Europa occidentale e poi anche verso l’Italia.

Meteo neve pioggia Italia
Foto ilmeteo.it

Cambia il meteo, arriva la pioggia

Per questo gli ultimi aggiornamenti meteo confermano il ritorno delle precipitazioni, anche molto abbondanti, con piogge battenti a partire dalle regioni del Centro-Nord. Da valutare le temperature per capire se ci sarà anche la possibilità di neve fino a bassa quota. Stando ai dati attuali le nevicate ci saranno ma si limiteranno a imbiancare le Alpi oltre i 1300-1500 metri di quota.

L’inverno potrebbe dunque prendersi una rivincita dopo una prima parte di stagione davvero anomala e caratterizzata da pochissime precipitazioni. Siamo in piena siccità invernale, come ormai sta accadendo da alcuni anni. D’altronde il mese di febbraio, spiegano gli esperi meteorologi, è risultato spesso ricco di sorprese grazie ai grandi movimenti che si vengono a creare a scala emisferica, tra gli ultimi colpi di coda invernali e i primi tepori dal sapore primaverile.

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Foto X @skiinfoit

Le vittime del clima che cambia

Il fatto è che per molti scienziati ed esperti meteo siamo sotto l’effetto dei cambiamenti climatici, che oltre ad alterare le stagioni stravolgendo in primo luogo le temperature medie (tanto che si aggrava il problema del surriscaldamento globale) mietono vittime. In particolar modo nei paesi in via di sviluppo. Nella migliore delle ipotesi alla fine di quest’anno, secondo un conteggio che ha inizio dal 2000, la crisi del clima avrà ucciso 4 milioni di persone al mondo. Uno scenario estremamente al ribasso. Ma importante per entrare nell’ordine d’idee che nulla sarà più come prima.

E che occorre mutare drasticamente stili di vita se non vogliamo rimanere sommersi dagli effetti drammatica della trasformazione in corso sul nostro pianeta. Per molti scienziati i mutamenti senza precedenti del clima, con l’aumento degli eventi meteo estremi – quali siccità invernale ed estiva, alluvioni, nubifragi, cicloni o nevicate fuori stagione – sono “un’emergenza sanitaria globale“. Solo in Europa, per dire, si stimano almeno 70mila morti nel 2022 a causa delle ondate di calore. Per quanto riguarda il futuro prossimo non ci son segnali positivi, a meno che i risultati della Cop28 di Dubai, la Conferenza mondiale sul clima dell’ONU che ha riunito quasi tutti i paesi del mondo, non venga presa sul serio dai paesi ricchi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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