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Casi Orlandi-Gregori, la commissione parlamentare d’inchiesta si farà

Via libera definitivo del Senato dopo mesi di rinvii. Nel 40° dalla scomparsa ci sono anche le inchieste del Vaticano e della procura di Roma

Ci sono voluti mesi dopo che il Vaticano ha trasmesso gli atti alla procura di Roma, ma ora anche l’Italia vuole ufficialmente fare chiarezza sui casi di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. Il 9 novembre è infatti arrivato il via libera del Senato all’istituzione della Commissione Bicamerale d’inchiesta sulla scomparsa delle due ragazze nel lontano 1983.

Il voto è avvenuto per alzata di mano. Un lungo e caloroso applauso è scattato al termine della votazione da parte dell’assemblea di Palazzo Madama. Si tratta del via libera definitivo dopo molti rinvii e tentennamenti: la commissione si farà.

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Pietro Orlandi (al centro) con Maria Antonietta Gregori (a destra). Foto Ansa/Angelo Carconi

‘Perniciosa intromissione’? È un bene

Mirella Gregori scomparve a Roma il 7 maggio del 1983: circa un mese e mezzo prima di Emanuela. Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che dal giorno della sua scomparsa non si dà pace e chiede la verità, ha accolto la notizia con soddisfazione. “Sono contento, aspettavo con fiducia questa notizia. Questa commissione potrà fare tantissimo. Sono convinto che arriveremo alla verità, non potrà essere occultata per sempre. Ringrazio i senatori che hanno votato” ha affermato. “Questa Commissione potrà fare tanto, più di quanto può fare l’inchiesta vaticana“.

Siamo contenti” ha dichiarato Laura Sgrò, l’avvocatessa della famiglia Orlandi. “Ci auguriamo che la Commissione d’inchiesta parta quanto prima. Sono contenta di questa ‘intromissione perniciosa’ del Parlamento in questa vicenda” ha quindi aggiunto richiamando le parole del promotore di Giustizia Vaticano, Alessandro Diddi (il pm della Santa Sede), che aveva definito una “perniciosa intromissione” nelle indagini vaticane sui casi Orlandi-Gregori un’eventuale Commissione d’inchiesta del Parlamento italiano. “Buon lavoro ai parlamentari che si occuperanno di questa vicenda che aspetta la verità da quarant’anni” ha concluso Laura Sgrò.

A commentare a caldo, e con soddisfazione, il via libero definitivo del Senato alla Commissione d’inchiesta è stata anche la sorella di Mirella Gregori. “Sono emozionata, ora via ai lavori” ha dichiarato Maria Antonietta Gregori. “Finalmente – ha aggiunto – è stata istituita la commissione d’inchiesta per far luce sulla scomparsa di mia sorella, è legge. Spero che possa partire il prima possibile, nonostante ci sia stato qualche arresto. Spero che ora i senatori possano lavorare e i lavori andare avanti in maniera spedita. Io parlo per Mirella e non voglio che diventi sempre la solita cittadina di serie b“.

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I manifesti che furono affissi in tutta Roma dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. Foto Ansa

Caso Orlandi-Gregori, la vicenda

Come è noto, lo scorso gennaio, pochi giorni dopo la morte del papa emerito, Benedetto XVI, i procuratori del Vaticano, guidati da promotore di giustizia, Alessandro Diddi, avevano aperto un’inchiesta. La prima in assoluto mai ufficialmente avviata oltre le Mura leonine sulla sparizione di Emanuela Orlandi. Un’iniziativa clamorosa, certamente su impulso o col beneplacito di papa Francesco.

Aveva poi fatto seguito, nel mese di maggio, l’apertura di una nuova inchiesta da parte della procura di Roma, guidata dal nuovo capo Francesco Lo Voi. I magistrati capitolini avevano già indagato in passato su Emanuela Orlandi. Il procuratore Giancarlo Capaldo aveva svelato l’esistenza di una presunta trattativa, poi abortita, con emissari della Santa Sede per la consegna del corpo della ragazza scomparsa, della cui morte, che si ritiene certa, non si ha però neppure una prova. A un certo punto, tuttavia, l’allora procuratore capo, Giuseppe Pignatone, aveva avocato a sé le indagini, esautorando il suo sostituto e nel 2015 le indagini erano state archiviate.

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Date e luoghi della scomparsa a Roma di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. Ansa/Centimetri

Pignatone stesso era poi diventato, nel 2019, il Presidente del tribunale Vaticano (lo è anche attualmente). Incalzato dal precipitare degli eventi nel 40° anno dalla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, il Parlamento italiano aveva accelerato l’iter per giungere all’approvazione di una commissione d’inchiesta che si sarebbe sommata all’indagine vaticana e a quella della procura capitolina.

All’Angelus del 25 giugno scorso, a suo modo storico, papa Francesco aveva ricordato Emanuela Orlandi, secondo l’auspicio dei familiari. E aveva “rotto un tabù“, dichiarò Pietro Orlandi. Ma, dopo il via libera della Camera, i senatori hanno esitato molto per varare definitivamente la commissione, accampando la necessità di “approfondimenti” e così rinviando ancora. Fino a oggi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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