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Emanuela Orlandi, ora anche la procura di Roma riapre l’inchiesta

Nel 40° dalla scomparsa e 8 anni dopo l'archiviazione dell'ultima indagine il nuovo procuratore accetta la collaborazione vaticana e riapre il caso

La procura di Roma guidata da Francesco Lo Voi ha aperto una nuova inchiesta penale su Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana di 15 anni scomparsa da 40 anni, il 22 giugno 1983. Di Emanuela non si sa neppure con assoluta certezza se è ancora in vita o morta.

A riportare la notizia è la Repubblica. La procura di Roma si è decisa a riaprire l’indagine, dunque, dopo quella archiviata nel 2015. E lo ha fatto dopo che il Vaticano ha per la prima volta aperto un’inchiesta agli inizi di quest’anno. E persino dopo che il Parlamento ha stabilito l’apertura di una Commissione d’inchiesta (non ancora operativa) sui casi Orlandi e Gregori.

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Emanuela Orlandi. Foto Ansa/Chi l’ha visto?

Sgrò: “L’ho saputo dai media

I magistrati della Santa Sede a capo dei quali c’è Alessandro Diddi e quelli romani guidati da Francesco Lo Voi stanno collaborando. A condurre operativamente l’indagine sarà un sostituto procuratore esperto: il pm Stefano Luciani. “Il nostro augurio è che ci sia una cooperazione leale” tra la procura e Santa Sede “alla ricerca della verità” è il commento di Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi. “È una bella notizia, è quello che noi chiediamo da anni“. L’avvocata Sgrò ha precisato di avere appreso la notizia dai media. Al momento non c’è alcun coinvolgimento della famiglia Orlandi in questa nuova fase di indagini romane.

Ritrovare il corpo di Emanuela

Esiste invece un procedimento aperto nel 2021 dopo la richiesta di informazioni da parte del Consiglio superiore della magistratura (Csm) ai magistrati romani riguardo un esposto dell’avvocata Laura Sgrò. Oggetto dell’esposto era una “richiesta di accertamenti sulla condotta dei magistrati della procura di Roma con riferimento ai colloqui intercorsi con il Vaticano per il rinvenimento del corpo di Emanuela Orlandisecondo quanto riportava il Corriere della Sera il 29 dicembre 2021.

Tale procedimento ha portato anche all’audizione dell’ex procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo, titolare dell’indagine su Emanuela Orlandi. Il suo superiore di allora, il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, archiviò nel 2015. Dal 2019 Pignatone è il presidente del Tribunale del Vaticano. Capaldo, ora in pensione, aveva affermato di avere incontrato, durante i suoi approfondimenti investigativi precedenti, due rappresentanti del Vaticano che gli “promisero di rivelare dove fosse il corpo” della ragazza scomparsa.

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L’ex procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo. Foto Ansa/Angelo Carconi

Capaldo e il caso Orlandi

In un’intervista al settimanale Oggi del 30 dicembre 2021 Capaldo dichiarava di aver “incontrato due persone a cui ho proposto una collaborazione per trovare una verità che, a parole, cercavamo noi magistrati romani e, sempre a parole, sembrava interessare anche al Vaticano. L’impressione è che la loro disponibilità fosse autentica. In che cosa potesse poi consistere il loro aiuto non lo abbiamo potuto verificare, perché i rapporti di fatto si sono interrotti e non c’è stata più la possibilità di lavorare.

Si tratta della cosiddetta presunta ‘trattativa’ che avrebbe appunto coinvolto due emissari vaticani, fra i quali ci sarebbe stato l’allora capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani, e, sull’altro fronte, il procuratore Capaldo. In base a essa si sarebbe forse potuti arrivare al ritrovamento del corpo di Emanuela Orlandi. Si tratta di un capitolo oscuro, clamoroso, e tutto da chiarire, specie da parte vaticana, che adesso potrebbe occupare uno spazio importante fra gli elementi del mosaico investigativo sia del promotore di giustizia della Santa Sede che del nuovo procuratore di Roma. Tutto ciò accade con sullo sfondo lo scontro in atto fra Pietro Orlandi e la Santa Sede.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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