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Gaza, Israele chiede le dimissioni del segretario dell’ONU

Guterres ha affermato che "gli attacchi di Hamas non giugono dal nulla" ma da "56 anni di soffocante occupazione"

A quasi venti giorni dal suo inizio la guerra fra Israele e Hamas a Gaza si sposta sul piano dello scontro diplomatico mondiale ai massimi livelli. Il 24 ottobre l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha chiesto le dimissioni del segretario generale Antonio Guterres.

Il capo dell’ONU ha affermato che gli attacchi di Hamas “non sono arrivati dal nulla e che “il popolo palestinese è stato soggetto a 56 anni di soffocante occupazione“. Ha quindi affermato che gli attacchi di Hamas non si possono giustificare, così come non si può giustificare la “punizione collettiva” che Israele sta infliggendo ai palestinesi di Gaza con bombardamenti indiscriminati che hanno già provocato oltre 5mila vittime e 15mila feriti.

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Il segretario dell’ONU, Antonio Guterres. Foto Twitter @TizianaFerrario

Israele, rabbia contro Guterres

Ma per l’ambasciatore di Israele, Erdan, “non vi è alcuna giustificazione” alle affermazioni del segretario generale delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri di Israele, Eli Cohen, ha cancellato l’incontro che aveva in programma proprio con Guterres. Secondo l’Unicef, negli ultimi 18 giorni nella Striscia di Gaza c’è stato un bilancio devastante: sarebbero oltre 2.360 i bambini morti e 5.364 quelli feriti a causa degli attacchi incessanti di Israele. In sostanza più di 400 bambini uccisi o feriti ogni giorno.

Le dichiarazioni del segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, “sono scandalose. Ignora vergognosamente il fatto che sabato 7 ottobre è stato perpetrato un genocidio contro il popolo ebraico. E ha trovato un modo indiretto per giustificare gli orrori che sono stati commessi contro gli ebrei“. Lo afferma in un comunicato il Forum delle famiglie dei dispersi e dei rapiti nell’attacco di Hamas.

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Cadaveri in un kibbutz israeliano dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre. Foto Twitter @AntonellaNapoli

“Responsabilità solo di Hamas”

Le dichiarazioni del Segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres. hanno trovato eco anche negli Stati Uniti. “La responsabilità del 7 ottobre è di Hamas, solo di Hamas. Non di Israele né dei civili innocenti” detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby. Il quale ha ribadito in un briefing con la stampa che il cessate il fuoco in Medio Oriente “favorirebbe Hamas“. “Continueremo ad assicurarci che Israele abbia gli strumenti e le capacità per difendersi. Un cessate il fuoco in questo momento avvantaggerebbe solo Hamas“, ha sottolineato.

Presunte minacce all’Italia

In questi giorni altamente drammatici e per certi aspetti confusi a Gaza e in tutto il Medio Oriente, emerge inoltre la notizia di un file audio fatto circolare da elementi presenti nei campi palestinesi in Libano. Nel file si inciterebbe al compimento di atti ostili nei confronti di obiettivi in Italia. A ripotare la notizia è l’agenzia di stampa LaPresse. L’Italia ha appreso nei giorni scorsi dell’esistenza di questo documento, nell’ambito delle attività di Intelligence. Ma non sarebbe soltanto il nostro Paese a essere finito nel mirino di possibili atti terroristici. Bensì, sempre stando al contenuto del file audio, anche anche Stati Uniti, Regno Unito e Germania. Tutti paesi come l’Italia ritenuti responsabili di aver espresso la loro vicinanza allo Stato di Israele.

 

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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