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Forlani, addio all’ultimo leader della vecchia Dc. Mattarella: “Ha contribuito alla crescita dell’Italia”

Segretario della Democrazia Cristiana, capo del Governo e più volte ministro, fu detto "coniglio mannaro". Cadde con Tangentopoli

Apprendo con commozione la notizia della scomparsa di Arnaldo Forlani. Desidero esprimere ai figli e ai familiari i sentimenti della mia solidarietà e vicinanza.” Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato in un messaggio la scomparsa, il 6 luglio a Roma, dell’ex presidente del Consiglio ed ex segretario della Democrazia Cristiana. Forlani aveva 97 anni.

Per Mattarella “Forlani è stata una personalità di spicco della Repubblica per una lunga stagione, e la sua azione nel Governo e nel partito di maggioranza relativa ha contribuito all’indirizzo del Paese, alla sua crescita democratica, allo sviluppo economico e al consolidamento del ruolo italiano in Europa, nell’Alleanza Atlantica, nel consesso internazionale.”

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Arnaldo Forlani. Foto Ansa/Angelo Carconi

Chi era Forlani

Arnaldo Forlani, marchigiano di Pesaro, “lascia un segno di grande rilievo nella storia repubblicana” ha detto ancora Mattarella. “È stato presidente del Consiglio in una fase di profondi cambiamenti (1980-1981, ndr.). Ha ricoperto diversi e rilevanti incarichi ministeriali, è stato eletto in Parlamento per oltre 35 anni e ha concluso l’attività parlamentare al Parlamento europeo.”

La formazione cattolico democratica lo ha spinto fin da giovanissimo all’impegno politico. Prima nella sua Pesaro, poi assumendo funzioni sempre più rilevanti nella Democrazia Cristiana di cui è stato protagonista e leader in passaggi cruciali. “La fermezza delle posizioni” di Forlani, ha sottolineato il capo dello Stato, anch’egli un tempo esponente della Democrazia Cristiana, “si univa in lui con stile di cortesia. E con atteggiamento rispettoso con gli interlocutori anche di posizioni contrapposte. Atteggiamenti che assumevano essi stessi un valore politico e democratico“.

Protagonista del Caf

Dopo essere stato per molti anni il principale collaboratore di Amintore Fanfani nella corrente politica Nuove Cronache, Forlani la abbandonò agli inizi degli Anni Ottanta. Con Antonio Gava e Vincenzo Scotti dette vita alla corrente Azione Popolare (o Grande centro) alla fine di quel decennio. Fu presidente e vicepresidente del Consiglio, ministro degli Esteri, della Difesa e delle Partecipazioni statali. Ha ricoperto il ruolo di segretario della Democrazia Cristiana nel quadriennio 1969-1973 ed in seguito nel triennio 1989-1992. Ovvero negli anni del Caf, l’acronimo che giornalisticamente indicava il triangolo del potere politico costituito da Forlani insieme a Giulio Andreotti e Bettino Craxi.

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Foto Ansa/Quirinale

Forlani “coniglio mannaro

Candidato alla presidenza della Repubblica nel 1992, fu ostacolato dal fuoco amico all’interno della Dc. Il “coniglio mannaro“, come lo definì lo scrittore e giornalista Gianfranco Piazzesi, è diventato uno dei politici italiani più longevi. Dal 18 ottobre 1980 al 26 giugno 1981 Forlani è stato Presidente del Consiglio guidando un quadripartito formato da DC, PSI, PSDI e PRI. Un esecutivo di breve durata che però dovette affrontare una serie di difficili prove. Dal terrorismo all’attentato a papa Giovanni Paolo II. Fino alla sconfitta del referendum sull’aborto (1981) e allo scandalo della loggia massonica P2, che lo portò alle dimissioni.

La condanna al processo Enimont

Il 1992 fu l’anno in cui in Italia cominciarono le inchieste della procura di Milano (Tangentopoli). Indagini che colpiranno prima il PSI e poi la DC, determinandone la crisi e la dissoluzione. Il “coniglio mannaro” dovette dimettersi da segretario e affrontare procedimenti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta Mani pulite. Nel processo Enimont Forlani ricevette un avviso di garanzia. Tristemente celebri le riprese televisive delle udienze, che immortalarono Forlani in difficoltà di fronte all’incalzare delle domande del pm Antonio Di Pietro. Il processo si concluse con una condanna a 2 anni e 4 mesi di reclusione per finanziamento illecito ai partiti. La pena fu sostituita con l’affidamento al servizio sociale.

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1992: al centro il segretario Dc Forlani; accanto a lui (a sinistra) il presidente De Mita, a destra Andreotti. Foto Ansa

Il cordoglio di Casini

Sono profondamente commosso per la scomparsa di Arnaldo Forlani, il Segretario della DC di cui mi onoro di essere stato collaboratore” ha dichiarato l’ex presidente della Camera, Ferdinando Casini. Forlani “ha servito la politica e non se ne è mai servito. Ha avuto grandi soddisfazioni nella sua vita pubblica e altrettante amarezze. Ha affrontato il tutto con una profonda fede cristiana e con una grande umanità.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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