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Francia, dopo Nahel un altro giovane muore a Marsiglia a causa di proiettili sparati dalla polizia

Sono 4 finora i ragazzi morti, compreso un caporal maggiore dei pompieri perito mentre spegneva un incendio a Saint-Denis (Parigi)

Un giovane di 27 anni è morto nella notte fra sabato 2 e domenica 3 luglio a Marsiglia, seconda città della Francia dopo Parigi. La causa sarebbe riconducibile a uno “shock violento a livello del torace” provocato da un proiettile “tipo flash-ball” usato dalla polizia. Lo ha reso noto la procura della città capoluogo della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

I magistrati precisano che “disordini e saccheggi si registravano nella zona quella notte, anche se non è possibile determinare se la vittima vi partecipasse o se stesse solo circolando nei paraggi“. “Gli elementi dell’inchiesta – precisa una fonte della procura di Marsiglia citata dall’agenzia di stampa Ansa – permettono di considerare come probabile un decesso causato da uno shock violento al livello del torace provocato da un proiettile di ‘tipo flash-ball’“.

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Marsiglia, dopo Parigi, al centro di violenze e scontri. Foto Twitter @CartesDuMonde

Marsiglia nel caos

La fonte conferma notizie già diffuse dal quotidiano regionale La Marseillaise e dal settimanale Marianne. “L’impatto” del proiettile “ha provocato un arresto cardiaco e quindi la morte in un intervallo breve“, ha aggiunto la procura della seconda città della Francia. I pm precisano di aver aperto “un’inchiesta per ferite mortali provocate da uso o minaccia di un’arma“. Marsiglia è stata teatro di gravi scontri fra polizia e gruppi di giovani manifestanti, oltre che di saccheggi, durante il fine settimana. Le autorità hanno predisposto uno schieramento imponente, nella notte fra sabato e domenica, dopo che già si erano verificati scontri molto violenti. Sarebbero circa 45mila i poliziotti mobilitati in tutta la Francia: un esercito.

La Francia in fiamme

Come è noto, da ormai più di una settimana la Francia è in fiamme. Martedì 27 giugno il giovane Nahel, 17 anni, è stato assassinato a bruciapelo da un poliziotto dopo che non aveva ottemperato all’alt a un posto di blocco, a Nanterre, periferia ovest di Parigi. Nella notte successiva la rabbia delle banlieues è esplosa. Presto è dilagata alle altre metropoli del paese, addirittura ad alcune città in Belgio e in Svizzera, andando completamente fuori controllo. Scuole, municipi, commissariati di polizia, automobili, autobus sono stati incendiati senza sosta. Si calcolano a oggi 6mila auto bruciate. Sono stati sinora oltre 3300 gli arresti e centinaia i feriti, compresi almeno 250 agenti delle forze dell’ordine. Manifestazioni e cortei per chiedere giustizia per Nahel si sono svolti in tutta la Francia nei giorni successivi.

Adesso però alla ‘rivoluzione’ si aggancia la ‘reazione’. Una colletta per sostenere la famiglia del poliziotto arrestato per l’omicidio di Nahel ha superato quota 1 milione di euro. In varie città, come Angers, Lione e Chambery, si sono svolte improvvisate ronde di stampo neofascista che, al grido di “La Francia ai francesi“, si sono scontrate con i manifestanti e con organizzazioni antifasciste, o sono state disperse dalla polizia. Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, precipitosamente rientrato dal vertice europeo di Bruxelles la settimana scorsa, ha incontrato il 4 luglio all’Eliseo i sindaci della Francia, dopo che un’auto incendiata e usata come ariete di sfondamento è stata lanciata contro la villetta di Vincent Jeanbrun, primo cittadino di Hay-les-Rosessobborgo a sud di Parigi.

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Macron si rivolge ai sindaci delle città colpite dai violenti scontri. Foto Ansa/Epa Ludovic Marin

I giovani perdono la vita

Nella fuga per mettersi in salvo, la moglie del sindaco e uno dei suoi due bambini, che erano con la madre, sono rimasti feriti. Come se non bastasse, un pompiere di 24 anni, il caporal maggiore Dorian Damelincourt, è morto a Saint-Denis (Parigi), la notte del 3 luglio, mentre lottava per spegnere un incendio appiccato ai veicoli di un parcheggio sotterraneo. Sono giovanissimi i ragazzi in rivolta nelle banlieues; sono quasi altrettanto giovani i morti – almeno 4 in tutto finora, compreso Nahel – che ancora la Francia deve piangere.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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