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La Francia dopo l’uccisione di Nahel, dalle proteste alle ronde neofasciste

Gruppi di stampo squadrista per le strade di Angers, Lione e Chambery. Scontri con i manifestanti che chiedono giustizia per il ragazzo assassinato

L’esplosione incontrollata della rabbia nelle banlieues di Parigi e di molte città della Francia ha fra i suoi effetti quello di provocare una reazione dei gruppi di estrema destra neofascista. “La Francia ai francesi“, “Siamo a casa nostra“, saluto romano e mazze da baseball, si sono visti a Lione ad Angers.

Gruppi di decine di persone hanno formato ronde squadriste che sono scese nelle strade contro i dimostranti, molti dei quali francesi di origine araba, che chiedono giustizia per Nahel. Come è noto, Nahel è il ragazzo di 17 anni che il 27 giugno un poliziotto ha freddato a bruciapelo a Nanterre, periferia ovest di Parigi.

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Un frame video dai social mostra un corteo di neofascisti a Lione

Francia, il ruolo dei social

Il politico e attivista Raphaël Arnault, portavoce de la Jeune Garde antifasciste, organizzazione fondata a Lione nel 2018, ha postato video su Twitter per documentare le ronde di stampo squadrista in Francia. Come per documentare l’atroce morte dell’adolescente di Nanterre i video postati dagli utenti sui social media sono stati fondamentali, così adesso i filmati sulle ronde neofasciste consentono di sapere cosa sta accadendo in tempo reale sul ‘fronte opposto’.

Non solo, dunque, le devastazioni e le violenze che la rabbia di molti giovani ha scatenato nelle banlieues (i social sono pieni di video) ma anche la reazione opposta di una parte della società francese di estrema destra. Come documentato da Raphaël Arnault, un gruppo di neofascisti è apparso a Lione ma la polizia lo ha subito respinto, disperdendo l’inizio di un corteo improvvisato anche grazie all’uso dei gas lacrimogeni. Secondo la prefettura, i giovani “tentavano un’operazione di comunicazione davanti al municipio“. In pratica, protestavano minacciosamente davanti alla sede del Comune.

Cortei, ronde, e scontri

Il quotidiano locale, Le Progrès, ha riferito che “il gruppo di destra Les Remparts, arrivato dalla città vecchia, è stato disperso con i lacrimogeni“. Diversi video sui social mostrano i giovani mentre gridano slogan come “Siamo a casa nostra” e “La Francia ai francesi”. Nei giorni scorsi, secondo un deputato del partito di sinistra radicale La France Insoumise, Thomas Porte, analoghe manifestazioni si sono verificate a Chambéry e a Angers.

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Una vetrina vandalizzata a Marsiglia. Foto Ansa/Epa Orianne Ciantar

In quest’ultima città, a Ovest, nella Regione dei Paesi della Loira, la procura ha aperto un’inchiesta su un gruppo che appare in un video durante un’accesa discussione con manifestanti per la morte di Nahel. Secondo Bfm-Tv, l’indagine per “porto d’armi” riguarda, in particolare, giovani di estrema destra giunti nel centro della città muniti di mazze da baseball. Le scintille sono partite quando il corteo contro le violenze della polizia è passato lungo la Rue Cornet, dinanzi a un ritrovo dell’associazione di estrema destra Alvarium. L’associazione, in realtà, è disciolta ma i suoi componenti continuano a riunirsi nel locale. Per 3-4 minuti hanno inscenato violenti scontri, incappucciati, dando addosso ai manifestanti.

Angers, a fuoco un commissariato

Sui social network circolano video testimonianze che mostrano un uomo picchiato e lasciato a terra. Al momento non risultano denunce ma gli inquirenti stanno ancora analizzando i filmati. In questi ultimi giorni Angers è stata duramente colpita dalle violenze. A seguito delle proteste e della rabbia vandalizzatrice esplosa dopo l’uccisione di Nahel, ignoti hanno appiccato il fuoco dinanzi al commissariato del quartiere Monplaisir. Così come davanti a un municipio e a un centro per lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Bruciate anche numerose auto. La polizia ha fermato 11 persone; un agente è rimasto ferito.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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