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Ucraina, bombardamenti a Odessa. In Russia Putin reprime gli omosessuali

Il New York Times svela la dinamica dell'esplosione della diga di Nova Kakhovka, costruita dai sovietici, di cui i russi conoscevano i punti deboli

Esplosioni a Odessa, in Ucraina, che gli invasori russi hanno preso di mira nel corso della notte. Le autorità militari, riportano i media locali, hanno attivato la difesa aerea in tutta la regione. In Russia, intanto, si restringono ancora di più i diritti civili delle persone: Putin starebbe per proclamare l’omosessualità “malattia mentale“, oltreché un crimine la sua pratica.

Lo scrive Anna Zafesova sulla Stampa, riferendo che nascerà in Russia un istituto per studiare “queste e altre questioni comportamentali“, secondo le parole del ministro della Sanità di Mosca, Mikhail Murashko. A Odessa, intanto, l’allarme antiaereo è scattato nelle prime ore del 19 giugno. Così come in altre 6 regioni dell’Ucraina. Le sirene sono risuonate negli oblast di Odessa, Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Sumy, Zaporizhzhia e Donetsk.

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Condominio bombardato a Odessa. Non si fermano gli attacchi alla città portuale del Sud ucraino. Foto Ansa/Epa Igor Tkachenko

Ucraina, bombardamenti senza fine

D’altro canto le forze dell’Ucraina hanno abbattuto la notte scorsa 4 droni russi nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina sud-orientale, ha reso noto il capo del consiglio regionale, Nikolai Lukashuk, come riporta Rbc-Ucraina. “La nostra forza aerea ha distrutto 4 droni nella regione durante la notte. Probabilmente tre Shahed e un Orlan” ha affermato Lukashuk su Telegram.

Secondo la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, le unità della brigata Tavria delle forze ucraine hanno liberato 8 insediamenti nella ultime due settimane di combattimenti nelle direzioni di Berdiansk e Melitopol. Si tratta dei villaggi di Novodarivka, Levadne, Storozheve, Makarivka, Blagodatne, Lobkove, Neskuchne e Pyatikhatki. “Nel complesso, le unità del settore Tavria sono avanzate in territorio nemico fino a sette chilometri” ha aggiunto. “L’area liberata nel sud è di 113 chilometri quadrati.”

“La diga? Fatta esplodere dai russi”

E mentre Ucraina e Russia si rimpallano le accuse su chi avrebbe fatto crollare la diga di Nova Kakhovka, il New York Times afferma che, nonostante siano “teoricamente possibili molteplici spiegazioni“, le prove indicano chiaramente che “la diga è esplosa.” E che a provocare tale esplosione è stata “la parte che la controlla: la Russia“. Il giornale statunitense interroga ingegneri ed esperti di esplosivi, sostenendo che la diga aveva “un tallone d’Achille” ed essendo “costruita in epoca sovietica, Mosca aveva ogni pagina dei disegni tecnici e sapeva dov’era il punto debole della struttura.”

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Vladimir Putin. Foto Ansa/Cremlino

La diga ucraina, spiega ancora il NYT, “è stata costruita con un enorme blocco di cemento alla base” ed è attraversata da “un piccolo passaggio, raggiungibile dalla sala macchine.” Proprio qui “suggeriscono le prove“, “è esplosa la carica che ha distrutto la diga“. È ancora ignoto il numero delle vittime, ma di certo sono decine gli villaggi e gli insediamenti travolto dalla frattura del bacino sul fiume Dnipro, che conteneva 18 chilometri cubi di acqua. Alla data del 17 giugno il conteggio delle vittime è di 16 morti accertati, di cui 14 nella regione di Kherson e 2 nella regione di Mykolaiv e circa 30 dispersi. Si teme che le vittime siano molte di più.

Ucraina, il bilancio dei morti nemici

Le forze di difesa dell’Ucraina sostengono inoltre di avere  ucciso 219.820 russi tra il 24 febbraio 2022 e il 18 giugno 2023, di cui 650 solo nell’ultimo giorno. Lo ha detto lo stato maggiore delle forze armate tramite un post su Facebook. Kiev avrebbe inoltre distrutto, dall’inizio della guerra, 3.984 carri armati nemici, 7.729 veicoli corazzati da combattimento, 3.847 sistemi di artiglieria. Si tratta di cifre che non si possono confermare facilmente sul campo. Occorre dunque prenderle ‘con le molle’. Tuttavia appare realistico che siano almeno 100mila i soldati russi morti e/o feriti nella guerra sinora.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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