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Trump incriminato per le carte segrete: “Sono innocente, vogliono truccare le elezioni”

Il 13 giugno dovrà presentarsi in tribunale a Miami. Sono 7 i capi d'accusa, fra cui cospirazione e furto di documenti top secret

Nuovo capitolo della ‘saga’ giudiziaria americana di Donald Trump. “Sono stato incriminato” per le carte segrete a Mar-a-Lago. L’annuncio è dello stesso ex presidente degli Stati Uniti, che non rinuncia alla corsa per le presidenziali del 2024.

Trump ha dato la notizia della sua incriminazione (non è la prima) con un post sul suo social Truth. Fra il silenzio del Dipartimento di Giustizia e del procuratore speciale Jack Smith che indaga sul tycoon. Donad Trump dovrà presentarsi martedì prossimo 13 giugno al tribunale di Miami.

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L’ex presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump. Foto Ansa/Epa Michael Reynolds

Le accuse a Trump

Si tratta della seconda incriminazione in pochi mesi, dopo quella per la somma di denaro della campagna presidenziale del 2016 (che Trump vinse) versata alla pornostar Stormy Daniels con la quale il tycoon aveva una relazione. Il pagamento avvenne affinché la donna tacesse della cosa. Lo stesso modus operandi di Trump si sarebbe verificato nei confronti di altre donne. Come è noto, Donald Trump è diventato il primo ex presidente nella storia americana ad affrontare delle accuse a livello federale.

La magistratura degli Stati Uniti gli muove contro, adesso, nuovi capi d’accusa. Fra cui la presunta violazione dell’Espionage Act per aver trattenuto volontariamente documenti legati alla difesa nazionale. E per non averli consegnati ai responsabili. Complessivamente le accuse mosse contro il tycoon, secondo indiscrezioni, sono in tutto 7 e includerebbero la cospirazione, l’ostacolo alla giustizia, ma anche dichiarazioni false e, appunto, ritenzione volontaria di informazioni di difesa nazionale.

La replica del tycoon

Dal suo fortino a Bedminster, nello Stato del New Jersey, circondato dai suoi consiglieri, Trump è partito all’attacco. “Oggi è un giorno buio per l’America“, ha scritto sul social Truth, descrivendosi come un “uomo innocente.” Ai primi post è poi seguito un video di 4 minuti in cui l’ex presidente si è rivolto ai suoi sostenitori. “Vanno contro un presidente popolare” con la “bufala degli scatoloni. Questa è un’interferenza nelle elezioni a livello più alto. Sono un uomo innocente. Vogliono distruggere la mia reputazione perché vogliono vincere le elezioni“, ha detto Trump.

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Il presidente degli Usa, Joe Biden. Foto Ansa/Epa Michael Reynolds

Usa, situazione senza precedenti

Le accuse federali gettano gli Stati Uniti – osserva il New York Times – in una situazione senza precedenti. Poiché Trump “non solo è un ex presidente ma è anche il front runner alla nomination repubblicana alle elezioni 2024 che potrebbe trovarsi ad affrontare Joe Biden, la cui amministrazione sta ora cercando di incriminarlo.” L’indagine sulle carte segrete di Trump è iniziata nel 2021, quando gli Archivi nazionali hanno notato che l’ex presidente non aveva consegnato tutte le carte al momento in cui lasciò la Casa Bianca. Ne è sorto un contenzioso sfociato poi nella perquisizione dell’FBI nella mega residenza di Mar-a-Lago, in Florida, lo scorso anno e, ora, nell’incriminazione.

Le reazioni politiche

Da parte sua la Casa Bianca non commenta le accuse, mantenendo così la linea del silenzio sposata da Joe Biden. Per il presidente la partita è particolarmente delicata, visto che si è nel pieno della campagna elettorale per il 2024 e lui si ricandiderà. I candidati repubblicani alla nomination per ora tacciono, così come il partito. I primi commenti a caldo fra i conservatori arrivano dai fedelissimi dell’ex presidente, che lo difendono a spada tratta. Ma Asa Hutchinson, l’ex governatore dell’Arkansas e candidato repubblicano alle primarie in vista delle elezioni Usa 2024, ha detto che Trump dovrebbe mettere fine alla sua campagna elettorale. Le sue azioni denotano “totale mancanza di rispetto della Costituzione totale mancanza di rispetto per la legge” ha affermato Hutchinson.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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