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Caso Giletti, scende in campo Mentana: “Voglio fare chiarezza”

Domenica 23 aprile su La7 trasmissione ad hoc per tentare di spiegare perché l'editore Urbano Cairo ha rimosso Massimo Giletti e la sua 'Non è L'Arena'

Sul caso Giletti continuo a pensare che queste crisi si superano solo con la chiarezza“. Lo scrive su Facebook il direttore del TgLa7, Enrico Mentana, che promette una trasmissione speciale per dipanare la vicenda del siluramento del conduttore di Non è L’Arena, che da domenica scorsa, 16 aprile, non va più in onda. 

So che Giletti non informò l’editore Cairo né della foto fantasma fattagli intravedere da Baiardo – prosegue Mentana – né della conseguente convocazione dai pm fiorentini. È nelle prerogative di un editore sospendere un programma. Ma forse Urbano Cairo non poteva immaginare che sarebbero poi emersi tutti questi elementi, che rischiano di dare allo stop di ‘Non è L’Arena’ un segno diverso“.

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Enrico Mentana. Foto Ansa/Angelo Carconi

Mentana: “Da noi non si nasconde nulla

Massimo Giletti è ancora sotto contratto (fino a giugno 2023, ndr.) e la domenica resta libera” conclude Mentana. “E allora per domenica prossima (23 aprile, ndr.) stiamo pensando a una trasmissione che affronti tutte le questioni più scottanti emerse attorno a questa vicenda, adeguata testimonianza del fatto che da noi non si nasconde nulla, soprattutto quando si parla di mafia. E chissà che poi…“. La sera del 23 aprile, dunque, Enrico Mentana condurrà su La7 una trasmissione apposita sul caso Giletti, in accordo con il direttore di rete, Andrea Salerno, che ha condiviso su Twitter il post del direttore del TgLa7.

Con una decisione improvvisa e clamorosa La7 ha infatti sospeso il 13 aprile il programma Non è l’Arena di Massimo Giletti, ringraziando il conduttore “per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione“. Giletti “rimane a disposizione dell’azienda“. Ma le dichiarazioni de La7, che a tutt’oggi, 5 giorni più tardi, rimangono senza motivazioni ufficiali, hanno fatto pensare più d’uno alla scomparsa definitiva della trasmissione e al possibile addio del giornalista conduttore alla rete di Urbano Cairo.

La risposta di Giletti

Prendo atto della decisione di La7” era stata la replica di Massimo Giletti. “In questo momento, l’unico mio pensiero va alle 35 persone che lavorano con me da anni e che da un giorno all’altro – senza alcun preavviso – vengono lasciate per strada“. Quella fra La7 e Giletti appare come una rottura drastica. Nelle ultime settimane si erano diffuse voci sul possibile passaggio del conduttore alla Rai. In un primo momento era parso che proprio i contatti avuti con la tv pubblica sarebbero stati all’origine della rottura con l’emittente di Cairo.

Cosa può essere successo

Ma col passare dei giorni, e la persistenza assenza di chiare spiegazioni da parte di La7, prendono corpo le ‘piste’ che il sito Dasgospia aveva fin da subito indicato per spiegare il siluramento di Giletti e di Non è L’Arena che ormai si incarnava con lui. Ovvero l’insistenza del conduttore a trattare in trasmissione questioni scottanti come il tema mafia. E in particolare le presunte “rivelazioni” su Matteo Messina Denaro concesse a Non è L’Arena da Salvatore Baiardo, già uomo di fiducia di boss mafiosi mai pentiti, adesso in carcere, come i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano.

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Massimo Giletti. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Nel suo post sul caso Giletti, Enrico Mentana scrive della “foto fantasma fattagli intravedere da Baiardo e la conseguente convocazione dai pm fiorentini” Si riferisce ai rumors che sono circolati in questi giorni, stando ai quali esisterebbe una fotografia che ritrarrebbe uno dei fratelli Graviano, Giuseppe, considerato una delle menti degli attentati a Falcone e Borsellino del 1992 e di quelli del 1993, insieme a Silvio Berlusconi e al generale dei carabinieri Francesco Delfino (morto nel 2014). Berlusconi ha sempre negato di conoscere il boss di mafia.

Giletti, Berlusconi e Dell’Utri

Secondo il quotidiano Domani, Giletti  – che è sotto scorta per minacce ricevute dalla mafia – avrebbe messo a verbale davanti ai pm di Firenze, che indagano sui mandanti esterni della stagione delle stragi di Cosa Nostra (primi Anni Novanta) che Salvatore Baiardo, in passato condannato per aver favorito la latitanza dei fratelli Graviano, sarebbe in possesso di questa immagine. Baiardo ha smentito.

Ma i magistrati starebbero cercando la foto. La procura di Firenze ha messo sotto inchiesta sia Berlusconi che Marcello Dell’Utri ed è evidente che se tale foto esistesse davvero e fosse trovata sarebbe probabilmente destinata a cambiare la storia dei rapporti tra mafia eversiva e politica in Italia. Di qui – è l’argomentazione che si fa strada, benché tutta da provare – le ombre lunghe su Non è L’Arena e sulla presunta intenzione di Giletti di affrontare il tema mafia in nuove puntate, magari facendo rivelazioni clamorose. Ragioni che avrebbero destato inquietudine a La7, dato che in ballo c’è il nome di Silvio Berlusconi (per altro ricoverato in ospedale).

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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