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Sondaggi, cala la fiducia in FdI e nel Governo Meloni. Primarie PD: Bonaccini doppia Schlein

Giù anche gli altri partiti maggiori M5S e PD alle prese con la scelta del nuovo segretario; salgono Terzo Polo, Lega e FI

A 3 mesi dall’insediamento del Governo di Giorgia Meloni, prima donna presidente del Consiglio nella storia d’Italia, i sondaggi registrano un calo delle preferenze per Fratelli d’Italia e per l’esecutivo. Non vanno meglio gli altri partiti maggiori, mentre il Terzo Polo, Forza Italia e la Lega aumentano i voti potenziali.

I sondaggi questa solta sono di Swg per il Tg de La7: Fratelli d’Italia, Movimento Cinque Stelle e PD perdono consensi. Ma Azione più Italia Viva (il cosiddetto Terzo Polo) e Forza Italia sono in crescita. Al tempo stesso cala la fiducia nel Governo Meloni e nella sua leader, come dimostra il grafico che pubblichiamo.

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Giorgia Meloni nel corso della sua visita di Stato ad Algeri. Foto Ansa/Epa

Sondaggi, tutti i dati

Nelle intenzioni di voto il partito di Giorgia Meloni rimane ampiamente in vetta: perde però lo 0,5% e scende dal 31,3% al 30,8%. Il Movimento Cinque Stelle dell’ex premier Giuseppe Conte cede lo 0,2% e adesso vale il 17,4%. Passo indietro anche per il PD, un partito che non riesce ad arginare il suo tracollo. Basti pensare che alle elezioni politiche del 25 settembre aveva totalizzato il 19% dei voti, assestandosi come secondo partito dopo Fratelli d’Italia. Adesso, stando ai sondaggi, è al 14%.

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I dati Swg sulla fiducia degli italiani nella premier Meloni e nel suo Governo a tre mesi dall’insediamento dell’esecutivo. Foto Twitter @SBidimedia

Dal canto suo la Lega sale invece dall’8,3% all’8,5% ed è tallonata da Azione-Italia Viva, che guadagnano lo 0,4% arrivando all’8,2%. Sono segnali positivi per queste due formazioni, certo non esaltanti. Soprattutto la Lega di Matteo Salvini resta lontanissima dal quel 17% delle politiche 2018, per non parlare del 34% delle Europee 2019. Chi non crolla, come invece alcuni osservatori avevano preventivato, è Forza Italia. I sondaggi indicano il partito di Silvio Berlusconi in crescita dello 0,2% al 6,6%. Più indietro, secondo i dati di Swg, si collocano l’alleanza VerdiSinistra Italiana (3,8%), +Europa (3,1%) e Per l’Italia di Gianluigi Paragone (2,3%).

Il PD e le primarie

Accanto ai sondaggi prettamente politici, circolano previsioni di voto per quanto riguarda un’altra partita elettorale. Ovvero quella tutta interna al Partito Democratico, con le primarie per la scelta del nuovo segretario nazionale. La data è quella del 26 febbraio e, a un mese dalla sfida nei gazebo (ma il voto sarà anche online), l’elettorato dem si stringe sui candidati alla segreteria ritenuti più forti.

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I 4 candidati dem alle primarie del partito. Da sinistra: Stefano Bonaccini, Paola De Micheli, Gianni Cuperlo ed Elly Schlein. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Le prime rilevazioni sono quelle di Emg-Different ad Agorà, su Rai Tre. Sondaggi che arrivano del post-confronto tra il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il dirigente di lungo corso Gianni Cuperlo, la ex ministra Paola De Micheli ed Elly Schlein, deputata ed ex vicepresidente dell’Emilia-Romagna. I quattro sono stati ospiti alla trasmissione Mezz’ora in più su Rai Tre, di Lucia Annunziata, il 22 gennaio. Ebbene, rispetto alle rilevazioni delle settimane scorse, i sondaggi per le primarie dem mostrano che militanti e simpatizzanti si stanno concentrando sui candidati con maggiori probabilità di successo. E la corsa è a due: tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein.

Bonaccini stacca tutti

Per gli elettori dem, in testa c’è sempre il governatore dell’Emilia Romagna che, secondo i sondaggi, si attesta al 44% e guadagna 3 punti rispetto all’ultima rilevazione del 16 gennaio. Cresce di poco (+0,1%) anche la sua ex vice, Schlein, adesso assestata al 24%, dunque ben lontana dal poter insidiare Bonaccini. Lo stacco con gli altri due candidati è molto netto. Paola De Micheli cala dello 0,1 e scende al 9%, Gianni Cuperlo si attesta al 7%, perdendo due punti. Il 14%, però, degli intervistati non risponde ai sondaggisti. Un dato non irrilevante, quest’ultimo, considerato che, come in ogni elezione, chi si reca al voto spesso decide cosa fare solo all’ultimo momento.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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