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Deputati e senatori quanto guadagnano, che pensione prenderanno

Sono i politici più stipendiati d'Europa, mentre Mattarella si è tagliato gli emolumenti e Draghi ha rinunciato alla retribuzione di Presidente del Consiglio

Cosa prevede il trattamento economico di deputati e senatori una volta terminata l’esperienza parlamentare? A Camere sciolte e con la data delle elezioni fissata al 25 settembre, per i rappresentanti del popolo è tempi di farsi i conti in tasca. 

Deputati e senatori dovranno lavorare fino alla chiusura degli ultimi provvedimenti (è il minimo sindacale) ma poi penseranno alla pensione. Per i parlamentari che sono al primo mandato, il diritto alla pensione si matura dopo 4 anni, 6 mesi e un giorno di legislatura. In questo caso al 24 settembre 2022. Le Camere sono già sciolte, è vero, ma a quella data tutti gli attuali parlamentari saranno ancora in carica perché il nuovo Parlamento non si sarà ancora insediato (le elezioni si svolgeranno il 25 settembre. Quindi il diritto alla pensione è di fatto maturato senza problemi.

deputati
La Camera dei deputati. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Dal 1 gennaio 2012, ricorda Il Sole 24 Ore, è stato introdotto il nuovo trattamento previdenziale per deputati e senatori. Un meccanismo che si basa sul sistema di calcolo contributivo già adottato per il personale dipendente della Pubblica Amministrazione. Il diritto al trattamento pensionistico si matura dopo aver compiuto 65 anni di età. Per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo inderogabile di 60 anni.

Fondi e trattenute

Ciascun deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato. Si tratta di un assegno che è pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi). Ai senatori è trattenuto mensilmente il 6,7% dell’indennità lorda.

La presidente del Senato, Elisabetta Casellati

Ma quanto guadagnano i politici italiani che ricoprono cariche istituzionali? Dai 14mila euro al mese dei senatori, ai 13mila dei consiglieri regionali fino all’indennità di 80mila euro annui del Presidente del Consiglio. Il capo del Governo uscente, Draghi, ha rinunciato pubblicamente a questa somma: non ha percepito stipendio per il suo incarico di premier. Le cifre degli stipendi dei politici in Italia da tempo sono al centro del dibattito. Lo scorso 3 marzo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si fece tagliare il proprio assegno personale di 60mila euro. Gli stipendi dei parlamentari italiani rimangono invece fra i più alti d’Europa.

Deputati e senatori

I deputati hanno diritto a un’indennità netta di 5.000 euro al mese più una diaria per lo spostamento a Roma di 3.503,11 e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. Ad essi si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici. E fino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti. In tutto lo stipendio mensile netto è di circa 13.971,35 netti mensili. I senatori invece ricevono un’indennità mensile lorda di 11.555 euro. Al netto la cifra è di 5.304,89 euro, più una diaria di 3.500 euro cui si aggiungono un rimborso per le spese di mandato pari a 4.180 euro e 1.650 euro al mese come rimborsi forfettari tra telefoni e trasporti. Lo stipendio mensile è dunque leggermente più alto di quello dei deputati, ed è pari a 14.634,89 euro.

Palazzo Madama, sede del Senato

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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