Diego Velázquez, massimo esponente del Barocco alla corte di Re Filippo IV

Autore dell’indiscusso capolavoro Las Meninas, che con la sua luce ha rischiato di mettere in ombra un patrimonio artistico di indiscutibile pregio. Diego Velázquez è universalmente annoverato come uno dei pittori più influenti del Seicento.

Artista prediletto per anni alla corte di Re Filippo IV di Spagna, nonché suo ritrattista ufficiale. Grande esponente del barocco spagnolo, Velázquez fu capace di trovare il perfetto connubio tra realismo e rispetto delle formalità decorative. Il suo operato fu di grande ispirazione per tutta la pittura spagnola ed europea contemporanea e successiva. Ritrattista puro i suoi volti sono dotati di grande espressività, che riesce a evocare grazie anche all’attento uso delle luci e dei chiaroscuri.

Diego Velázquez alla corte del Re

Grazie all’intercessione del cappellano del re, Velázquez venne incaricato pittore ufficiale presso la corte reale di Filippo IV a Madrid, dove dipinse numerosi ritratti dei membri della famiglia reale. L’attività di ritrattista lo impegnò molto anche al di fuori della corte, che coinvolse non solo importanti personalità, ma anche persone comuni. Il suo capolavoro in questo ambito è Las Menians, Le damigelle d’onore,(1656). Qui è ritratta la figlia dei sovrani, ma vi compare anche il pittore stesso, riflesso in uno specchio mentre dipinge il re e la regina. Le opere di Diego Rodríguez de Silva y Velázquez sono state fonte di ispirazione per importanti artisti che lo hanno seguito nel corso dei secoli, da Goya a Picasso.

Gli esordi

Figlio di una famiglia benestante dell’Andalusia, Diego Velázquez nacque il 6 giugno 1599 a  Siviglia. Fin da ragazzino mosse i propri passi nel mondo dell’arte, in particolare nella bottega di Francisco Pacheco. Il maestro introdusse il giovane artista nei circoli letterari e artistici dell’epoca e gli permise di ottenere nel 1617 la licenza per lavorare come maestro pittore in città. Il rapporto tra maestro e discepolo si strinse ulteriormente nel 1618, quando Velázquez sposò Juana, primogenita di Pacheco. Nel 1622 Diego decise di trasferirsi a Madrid. L’anno fu successivo segna per lui un punto di svolta. Velázquez fu convocato alla corte del re di Spagna con l’ordine di ritrarlo.

Il sovrano fu così tanto soddisfatto del risultato tanto da nominarlo pittore di corte e ritrattista “ufficiale” del re. Nessun altro, al di fuori di Velázquez poteva eseguire ritratti di re Filippo. All’artista venne assegnato un cospicuo compenso e un appartamento per sé e la famiglia nel Real Alcázar di Madrid, il palazzo del sovrano. Velázquez non dipinse solo i volti dei nobili, ma era particolarmente colpito dai visi dei nani, dei giullari e delle persone comuni. Uno dei suoi più notevoli ritratti è infatti quello del suo servitore e amico Juan de Pareja.

L’amicizia con Rubens

Nel 1628 Diego Velázquez fece la conoscenza con il pittore fiammingo Pieter Paul Rubens, che lo convinse a lasciare la capitale spagnola per visitare la penisola e scoprire i maestri dell’arte italiana. Velázquez rimase in Italia per tre anni, durante i quali ebbe occasione di ammirare le opere dei nostri grandi artisti. La passione per l’arte italiana spinse Velázquez a realizzare nel 1650 una delle sue opere più famose, la Venere allo specchio (conosciuta anche come Venere Rokeby per via del palazzo in cui era custodito il dipinto). Nel 1659 Velázquez fu insignito della Croce Rossa dell’Ordine di Santiago, una delle più alte onorificenze concesse ad un artista spagnolo.

Un anno dopo ebbe l’incarico di curare l’allestimento scenico del matrimonio tra Maria Teresa di Spagna e Luigi XIV di Francia, sull’Isola dei Fagiani. Secondo quanto riportano le cronache compì un ottimo lavoro, ma al ritorno a Madrid fu colto da febbre e poche settimane dopo morì.

L’influenza di Diego Velázquez nella moda

I baffi di Velasquez sono stati il segno distintivo della collezione primavera/estate 2017 di haute couture di Vittorio Camaiani, presentata nell’ambito di AltaRoma. Il viaggio artistico dello stilista marchigiano, questa volta non è stato in un luogo o in un periodo storico, ma attorno al grande pittore spagnolo. Vittorio Camaiani entra nell’Alcazar con Diego Velasquez e riporta sui suoi abiti le suggestioni del Seicento spagnolo. Lo stilista di San Benedetto del Tronto ruba al pittore andaluso soggetti e modelli. Il celebre couturier li priva del peso dei broccati barocchi, rendendoli leggeri con lini, garze e chiffon.

Il talentuoso designer ha trasformato con ironia i caratteristici baffi dell’artista spagnolo nel leit motiv surrealista della collezione, ricamati a mano o intarsiati e applicati sugli abiti, riprodotti su seta batik. Nella collezione compaiono linee a trapezio per camicie e abiti, pantaloni in seta di linea morbida in lino e cotone accostati al corpo, una gonna la cui forma richiama l’Infanta Margarita, protagonista del capolavoro del Velasquez Las Meninas.