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Recovery plan, Draghi alla Camera: “Ripariamo i danni della pandemia, avremo 248 miliardi. C’è in gioco il destino dell’Italia”

Il presidente del Consiglio ha illustrato obiettivi e investimenti

Il premier Mario Draghi ha illustrato alla Camera dei deputati il Piano italiano per il progetto europeo Next generation Eu e il Recovery plan. L’Italia si candida ora formalmente a ricevere i fondi necessari a ripartire dopo la pandemia di Covid che ha devastato l’economia.

“Ci sono le attese degli italiani”

“Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr.) sia solo un insieme di progetti – ha detto il capo del Governo -, tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi e scadenze. Metteteci dentro le vite degli italiani, le attese di chi ha sofferto la pandemia, l’aspirazione delle famiglie, le giuste rivendicazioni di chi non ha un lavoro o di chi ha dovuto chiudere la propria territori, l’ansia dei territori svantaggiati, la consapevolezza che l’ambiente va tutelato. Nell’insieme dei programmi c’è il destino del Paese, la sua credibilità”.

“Un Paese più moderno”

Il governo vuole “consegnare alle nuove generazioni un paese più moderno”. E ciò sarà possibile grazie ai fondi europei e alle riforme che vanno messe in campo per dare solidità alla ripresa economica. Lo dice Draghi stesso: “L’opera fallirà se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini pronti a sacrificarsi per il bene comune. A noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani”.

Gli obiettivi del Recovery plan

“Il Recovery ha tre obiettivi – ha spiegato Draghi -: il primo con un orizzonte ravvicinato è riparare i danni della pandemia, che ci ha colpito più dei nostri vicini europei. Abbiamo raggiunto il numero di quasi 120.000 morti per il Covid-19, a cui si aggiungono i tanti mai registrati. Nel 2020 – dice il presidente del Consiglio – il Pil è caduto dell’8,9%, l’occupazione è scesa del 2,8%. Ma il crollo delle ore lavorate è stato dell’11%, il che dà la misura della gravità della crisi”.

Le risorse a quota 248 miliardi

“Nel complesso potremmo disporre di circa 248 miliardi” ha detto ancora Draghi a Montecitorio. “Le risorse fornite attraverso il Dispositivo di ripresa e resilienza della Ue sono pari a 191,5 miliardi a cui si aggiungono quelli del programma React Eu per ulteriori 13 miliardi“. “Il governo ha poi deciso di stanziare ulteriori 30,6 miliardi per il finanziamento di un Piano nazionale complementare da affiancare al dispositivo europeo. Questo piano complementare finanzia progetti coerenti con le strategie del Pnrr, che tuttavia eccedevano il tetto di risorse ottenibili dal dispositivo europeo.”

La missione del Piano

“La prima missione” del Pnrr “riguarda i temi della digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Nel complesso, le risorse destinate a questa Missione sono quasi 50 miliardi, di cui 41 finanziate con il Dispositivo Europeo e 8,5 con il Piano complementare nazionale, pari al 27% delle risorse totali del Piano. L’obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese”. “Vogliamo accelerare – ha insistito il premier – l’adozione della tecnologia per dare entro il 2026 eque opportunità a tutti”. Vogliamo che dal 2027 “i nostri ragazzi e ragazze possano avere accesso alle migliori esperienze educative ovunque esse siano in Italia, che gli imprenditori possano far crescere le proprie attività rapidamente, vogliamo che i lavoratori continuino ad acquisire competenze”, ha aggiunto.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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