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Premio Nobel per la Pace al World Food Programme: “Per la lotta alla fame durante la pandemia”

Il premio Nobel per la pace 2020 è stato assegnato al World Food Programme (WFP). Il Programma alimentare mondiale è l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistenza alimentare. Si tratta della più grande organizzazione umanitaria del mondo.

L’agenzia assiste una media di 100 milioni di persone in 78 paesi del Globo. Era molto atteso quest’anno il riconoscimento perché molti consideravano favorita Greta Thunberg, l’adolescente svedese leader del movimento mondiale di lotta per l’ambiente Fridays for Future. È invece la battaglia dell’Onu contro la fame del mondo a vincere il Nobel per la pace.

Nella motivazione si assegna il premio al WFP “per i suoi sforzi per combattere la fame, per il suo contributo al miglioramento delle condizioni per la pace in aree colpite da conflitti e per il suo agire come forza trainante per evitare l’uso della fame come arma di guerra e di conflitto”.

Inoltre “in tempo di pandemia, ha dimostrato un’impressionante capacità di moltiplicare gli sforzi“. “Grazie di cuore al Nobel Committee per aver onorato il World Food Programme con il Nobel per la pace 2020. Questo è un potente promemoria per il mondo che la pace e #famezero vanno di pari passo”. Lo scrive in un tweet lo staff del WFP. Si contavano quest’anno 318 candidati per la categoria che non ha mancato di riservare sorprese nella storia del premio assegnato dall’istituto norvegese. Di questi 211 sono individui e 107 organizzazioni.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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